mercoledì 31 ottobre 2018

Lazio - Inter (29-10-2018)

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Torno a vedere una partita dell'Inter dopo un intero campionato in cui non ne avevo vista nessuna: in 44 anni da tifoso non ricordo quante volte sia successo, non più di 3-4. Negli ultimi due giorni avevo molti dubbi che ci sarei riuscito, viste le previsioni meteo tremende, con un nubifragio epocale previsto proprio all'ora della partita. Il tempo è comunque migliore del previsto e, dopo un pomeriggio in cui il rinvio è dato per probabile, verso le 17 si decide che si gioca.

Esco dall'ufficio verso le 18 in una Roma spettrale: strade deserte, bus e metro molto più vuoti del normale, solo il tram verso lo stadio è pieno. Arrivo davanti ai cancelli verso le 19: dato l'anticipo vado a mangiare qualcosa a Ponte Milvio e ritorno verso le 19,45. L'ingresso è abbastanza agevole: stavolta mi controllano i documenti solo una volta , lo zaino due. Noto che bagni e bar sono migliorati. Faccio appena in tempo ad entrare che si scatena il nubifragio previsto.

Quando arrivo alle tribune, la Curva Sud è vuota, la Tribuna Monte Mario quasi, anche in Curva Nord ci sono molti vuoti, solo il settore ospiti è pieno. Prima dell'inizio della partita si riempiranno anche la Nord e buona parte della Tevere. Il mio posto è nella Tevere, in direzione sud, oltre la linea di fondo. Un mio amico laziale mi ha suggerito questo settore in quanto dovrebbero esserci più interisti: dopo il risultato dell'anno scorso il clima non è pacifico come le altre volte. Scendo per incontrarmi con lui e con un suo amico, che scoprirò poi essere un parlamentare, poi torno al mio posto.

Mi siedo che le squadre sono già in campo e stanno finendo di annunciare le formazioni. Dopo la formazione della Lazio presentano un tifoso che ha vinto un concorso come 12° uomo: parte il coro "e sti cazzi!" La gente continua ad arrivare anche dopo l'inizio. Si parte, e vedo che tifare non è un problema: attorno a me sono tutti interisti. L'Inter attacca nella metà campo più lontana: fatico a distinguere i giocatori, vedo a stento i numeri. Con quelli della Lazio va ancora peggio, i numeri sono meno visibili. Spesso le immagini sono anche sullo schermo, ma disorientano perché sono girate dalla Monte Mario, quindi dalla prospettiva opposta alla mia. Non trasmettono mai i replay, nemmeno di azioni non contestate.

Si soffre un po' la prima mezz'ora, con tanti passaggi sbagliati, poi l'Inter fa un'azione che dalla mia posizione non capisco bene, troppo bella per essere vera, e segna. Poco dopo si scatena un nuovo nubifragio: mi chiedo come si faccia a far viaggiare la palla sotto una pioggia così, ma Brozovic ci riesce benissimo, segnando il 2-0 da fuori.

Nell'intervallo non penso minimamente di muovermi, tra il brutto tempo e la stanchezza (sono in 44^ fila). In tanti rientreranno un bel po' dopo l'inizio della ripresa. Nel secondo tempo si soffre, tanto che comincio a temere un remake di Inter-Torino. Poi Icardi riceve palla in area, e anche se ha un uomo davanti è chiaro a tutti che sarà il 3-0, e così è. Spero di vedere Lautaro Martinez, ma non entra. La curva laziale espone uno striscione in memoria di Vincenzo Paparelli: mi ricordo quando, in macchina al ritorno dallo stadio, sentii la notizia della sua morte. Fu uno shock scoprire che si poteva morire allo stadio, anche per chi aveva più dei miei 11 anni.

Verso il 90° la gente comincia ad andare: devo sempre alzarmi per far passare e sono ancora in piedi al fischio finale. Scendo e ritrovo il mio amico. Vittoria su tutta la linea: la partita si è giocata. ho potuto tifare e il risultato è stato oltre ogni previsione, anche sul piano del gioco.

E dire che dopo quattro giornate per qualcuno Spalletti era da esonerare, Icardi non da Inter, Handanovic vecchio…






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