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L'Inter ha giocato al Camp Nou, e non è andata come speravo. E' chiaro che, per un interista, il Camp Nou evochi soprattutto il ricordo dei due scontri del 2009-10, soprattutto il secondo, ma anche il primo (quello della prima fase), che fece capire che il divario non era poi così netto. Quelle partite però le ho viste solo in TV. Al Camp Nou sono stato due volte, entrambe durante vacanze in Costa Brava, nel 1998 e nel 2008.
L'Inter ha giocato al Camp Nou, e non è andata come speravo. E' chiaro che, per un interista, il Camp Nou evochi soprattutto il ricordo dei due scontri del 2009-10, soprattutto il secondo, ma anche il primo (quello della prima fase), che fece capire che il divario non era poi così netto. Quelle partite però le ho viste solo in TV. Al Camp Nou sono stato due volte, entrambe durante vacanze in Costa Brava, nel 1998 e nel 2008.
La prima volta fu per un trofeo estivo, tra Barcellona e Santos. Il Barça era alla prima uscita stagionale sul suo campo. Il problema più grosso fu trovare lo stadio. In quasi tutte le città italiane è uno dei posti più segnalati, lì invece non si trovava un'indicazione, e navigatori e Google Maps erano di là da venire. Pensavo di essere partito con un buon anticipo, invece arrivai a partita già iniziata da un bel po'.
Almeno il parcheggio non fu un problema, il tempo poi di fare il biglietto ed entrammo (ero con un mio amico) al 35'. Non sono mai entrato così in ritardo, anche se recentemente ci sono andato vicino . Ero al terzo anello, sul lato lungo, ma laterale. Non si vedeva gran che, l'impressione è che al Bernabeu dagli ultimi posti si veda meglio. La partita finisce 1-1, se non sbaglio con il primo gol poco dopo il mio arrivo e il secondo nel secondo tempo. Dopo il fischio finale, l'inno del Barça, sempre impressionante.
Ci tornai 10 anni dopo per un preliminare di Champions League (andata), contro una squadra polacca, mi sembrava fosse il Legia Varsavia, ma ho visto che non era così. Stavolta non avevo più il problema di arrivare allo stadio: organizzavano un pullman che faceva il giro delle località marine. Sul pullman c'erano molti polacchi, soprattutto personale degli alberghi. Arrivai con un buon anticipo: ebbi il tempo di visitare lo store, allora qualcosa di inimmaginabile per noi.
Ero più in basso dell'altra volta, mi sembra al secondo anello, e più centrale. Il pubblico non era numerosissimo, ma quando cantava l'inno all'ingresso delle squadre in campo si faceva sentire. C'era molta curiosità per la prima partita casalinga del Barça, col suo nuovo allenatore, che mi ricordavo bene come giocatore, anche del Brescia, e che non sapevo si fosse messo ad allenare: Pep Guardiola.
La partita fini 5-0 e fu un'incredibile dimostrazione di potenza da parte de Barça, che andò avanti fino a vincere la Champions. Non sapevo ancora di essere stato testimone della nascita di una grande squadra, e meno che meno che un suo giocatore, Eto'o sarebbe diventato un mio idolo l'anno dopo. Finita la partita, e suonato di nuovo l'inno, lo stadio si svuotò in fretta e apparve la scritta "més que un club" (in Spagna club è la società, il club di tifosi è peña). Anche per me era il momento di lasciare lo stadio e riprendere il pullman.
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