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Ho scelto di andare a vedere il salto a Innsbruck, ma stavolta lasciando la macchina alla stazione. Già verso le 12.45 vedo gente che si incammina verso il trampolino (la gara inizia alle 14.30). Dalla stazione c'è un tram ogni mezz'ora, e sono fortunato a trovarne uno in partenza (non mi ero studiato l'orario). C'è un po' di gente che va alla gara, ma sono una minoranza. I tanti che vanno a piedi ingannano due giapponesi, che scendono in anticipo (io conoscevo la fermata giusta per averla vista ieri). Il panorama è splendido, prima il centro di Innsbruck, poi le montagne. Sceso dal tram, nell'ultimo tratto verso i cancelli, incontro un gruppo di polacchi e una famiglia giapponese con due bambini piccoli.
Ho scelto di andare a vedere il salto a Innsbruck, ma stavolta lasciando la macchina alla stazione. Già verso le 12.45 vedo gente che si incammina verso il trampolino (la gara inizia alle 14.30). Dalla stazione c'è un tram ogni mezz'ora, e sono fortunato a trovarne uno in partenza (non mi ero studiato l'orario). C'è un po' di gente che va alla gara, ma sono una minoranza. I tanti che vanno a piedi ingannano due giapponesi, che scendono in anticipo (io conoscevo la fermata giusta per averla vista ieri). Il panorama è splendido, prima il centro di Innsbruck, poi le montagne. Sceso dal tram, nell'ultimo tratto verso i cancelli, incontro un gruppo di polacchi e una famiglia giapponese con due bambini piccoli.
Entro nello stadio a metà dei salti di prova. Il settore è molto più pieno di ieri, ma non tanto da faticare a trovare posto. I settori da A a D (io sono nel C) sono quasi completamente pieni, quelli più in alto meno e quelli dall'altra parte del trampolino sono quasi completamente vuoti. Sentirò poi che gli spettatori sono 11.000: pochi, secondo i locali. Mi sistemo in mezzo agli austriaci, alla mia destra un gruppo con giubbotti dedicati al tirolese Aschenwald, che arriverà 13°. La bandiera più diffusa è biancorossa, simile ma non uguale a quella austriaca, regalata all'ingresso da uno sponsor (una birra). Vi sono poi molti tedeschi e polacchi, questi ultimi soprattutto in alto: alcuni sembrano faticare a reggersi in piedi, probabilmente per motivi etilici. Numerosi anche i giapponesi, mentre i norvegesi ci sono, ma molto meno delle altre volte, vista la concomitanza col fondo (dove hanno fatto l'ennesima doppietta). Si vede persino una bandiera del Vaticano.
Si parte, e i primi salti sono fra i 115 e i 120 metri. Poi arriva Colloredo (n. 8) e non arriva a 110, nonostante gli incitamenti in italiano dello speaker. Mi chiedo se eviterà l'ultimo posto, ma poi ci sono tre salti disastrosi di fila, dal 10 al 12, tanto da far pensare a condizioni difficili: uno sembrava decisamente in difficoltà per il vento. Insam col 14, va un po' meglio, ma si capisce subito che la qualificazione è fuori portata (sarà 41°), quello dopo di lui, un canadese, fa capire che fare un salto decente è possibile: sarà l'ultimo a qualificarsi.
Dopo molti cambi di testa, si arriva al numero 36, lo svizzero Peier, che ammetto di non aver ma sentito nominare, ed è la grande sorpresa: 131,5 metri, va in testa e ci resta fino alla fine. Scendono poi i big: molti sembrano in difficoltà, ma poi atterrano sempre vicini alla linea dei 130m. Chiude Kobayashi, che scende compostissimo, l'aria sembra non fargli nessun effetto e fa anche il salto più lungo (133,5m), ma i giudici non lo premiano e chiude terzo. Delusione per austriaci e polacchi, i cui migliori saltatori sono rispettivamente 5° e 7°.
Nell'intervallo lo speaker intervista alcuni spettatori, tra cui una belga (il Belgio è rappresentato nel fondo, ma non nel salto) e un norvegese con delle lunghe corna d'alce, presumibilmente vere. Il commento è quasi solo in tedesco: dice solo brevemente il risultato in inglese. e solo per il saltatori non di lingua tedesca. E' comunque molto meno invasivo che a Lahti. In code per il bagno, incontro un estone con barbone e cappello pieno di spille, che mi racconta di essere stato a Predazzo: certo, quando uno ti dice "sono stato in Italia" uno non pensa a Predazzo, ma se lo incontri a una gara di salto con gli sci può capitare. Nella pausa noto anche che dietro la pista ci sono i tripodi delle fiamme olimpiche 1964 e 1976 e un bellissimo paesaggio alpino
La seconda manche parte col botto, con i 132,5 metri del Kobayashi più scarso. Fa un grande salto anche il bulgaro Zogravski, ma sarà squalificato per tuta irregolare. Si arriva ai primi 10: Stoch recupera qualche posizione e fa sognare i polacchi, mentre gli austriaci rimangono dietro. Il Kobayashi forte fa un altro salto bello da vedere (almeno per me, meno per i giudici), ma stavolta è anche corto e rimane fuori dal podio. Dopo di lui il tedesco Eisenbichler spara 135,5 e si capisce che la gara è quasi certamente chiusa. Rimane solo lo svizzero che si difende, ma chiude terzo. Podio Germania-Germania-Svizzera, il primo senza norvegesi.
Alla fine invitano a fermarsi per la cerimonia di "presentazione", ma pochi lo fanno. Io all'inizio penso di farlo, ma poi rinuncio per il freddo, e meno male: avrei rischiato di perdere il tram, e non ce n'erano altri per più di un'ora! Il tram non è molto affollato: ci sono anche ragazzi con la tavola da snowboard.
Domani non si discute: vado allo stadio del fondo, con le gare a coppie di fondo e combinata nordica.
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