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Mi attardo a sciare e prendo la navetta più tardi del previsto. Ciò nonostante, arrivo all'ingresso dello stadio poco dopo le 11.45 (si inizia alle 12). Sulla strada si vede un folto gruppo di svedesi coi loro pettorali. Il pettorale coi colori nazionali è la moda di questi mondiali: anch'io ne indosso uno, comprato ieri al negozio ufficiale. All'ingresso,c'è una coda che spaventa un po', ma si smaltisce velocemente. Il problema non è tanto l'ingresso, quanto la successiva perquisizione: becco il più rigoroso, che ne fa uno nel tempo in cui gli altri ne fanno 4-5. Così arrivo in tribuna che la qualificazione dello sprint femminile è appena cominciata, ci sono state 4-5 partenze e nessun arrivo.
Mi attardo a sciare e prendo la navetta più tardi del previsto. Ciò nonostante, arrivo all'ingresso dello stadio poco dopo le 11.45 (si inizia alle 12). Sulla strada si vede un folto gruppo di svedesi coi loro pettorali. Il pettorale coi colori nazionali è la moda di questi mondiali: anch'io ne indosso uno, comprato ieri al negozio ufficiale. All'ingresso,c'è una coda che spaventa un po', ma si smaltisce velocemente. Il problema non è tanto l'ingresso, quanto la successiva perquisizione: becco il più rigoroso, che ne fa uno nel tempo in cui gli altri ne fanno 4-5. Così arrivo in tribuna che la qualificazione dello sprint femminile è appena cominciata, ci sono state 4-5 partenze e nessun arrivo.
Le tribune (sia la B, dove mi trovo, sia la A) sono piene: solo nei settori più lontani dall'arrivo si trova qualche posto. A differenza di Lahti, i posti sono solo in piedi, a parte i settori VIP e quelli per disabili. Davanti a me un gruppo di svizzeri, tra cui un paio col berretto a mucca: esultano per i secondo posto di una loro atleta. Dietro svedesi e qualche norvegese. Passo buona parte della gara girato verso il tabellone alle nostre spalle, in quanto quello di fronte è troppo lontano per leggere i tempi.
Le partenti sono 115, ma le qualificate sono tutte tra le prime 40. Tra queste, tre italiane, mentre la quarta incespica sul rettilineo finale e arriva dietro. Partono anche molte delle protagoniste di ieri, e arrivano tutte nella seconda metà della classifica: si vede il divario con le big. Dopo il numero 80 cominciano i sorpassi (si parte ogni 15 secondi). Ultima, ad arrivare e in classifica, una libanese con un tempo intorno ai 6 minuti (contro i 2'35" della prima), non lontano da quello che potrei fare io.
Prima della partenza della gara maschile, fanno vedere la scelta delle batterie per la finale femminile: sceglie per prima l'11^ classificata, poi si va a ritroso fino alla prima (in modo che le prime possano regolarsi in base alle avversarie) e poi dalla 12^ all'ultima. Nella gara maschile tutti cercheranno di gareggiare all'inizio: nella prima batteria ci saranno 3 dei primi 5, nell'ultima nessuno meglio del 14°.
Anche nella gara maschile i big sono all'inizio: Klaebo e Pellegrino vengono dati per appaiati al 5° posto, poi al primo verrà attribuito un centesimo in meno. Gara più aperta di quella femminile: se non sbaglio, l'ultimo qualificato ha il n. 51 e un italiano partito col 72 (gli italiani sono 5, avendo il campione in carica) rimane fuori di poco. Anche i protagonisti di ieri se la cavano meglio: il tailandese arriva 60° su 145 e anche l'ultimo di ieri, un colombiano, ne mette una ventina alle spalle.
L'intervallo prima della finale è breve, e bisogna cercare di arrivare presto per prendere posto. Rimango quindi dietro la tribuna: mangio a un chiosco, ma non hanno molto, prendo un tramezzino con prosciutto e formaggio, ed è pure l'ultimo. Tornando alla tribuna, incrocio la Boe, la protagonista dei mondiali svoltisi qui nel 1985 (naturalmente vedo il cartellino, non la riconosco di certo!). Cerco un osto un po' più vicino all'arrivo e lo trovo, approfittando del fatto di essere solo, in mezzo a un gruppo di tedeschi, che inciterà gli italiani in mio onore. Attorno, norvegesi e qualche russo. Poi arriveranno altre due italiane.
Parte la finale: primo turno femminile senza grandi sorprese. La nostra Brocard arriva quarta nella seconda batteria ed è tra i tempi di recupero, sembra improbabile che lo rimanga fino alla fine, invece e la fa. Nella gara maschile, invece, si parte subito con lo scontro fra 3 dei primi 5, col n. 3, il norvegese Krogh, che rimane fuori. Rimarrà fuori anche il primo delle qualificazioni. Pellegrino e De Fabiani vincono entrambi le loro batterie con la stessa tattica, restando in gruppo per la prima metà gara e attaccando sull'ultima salita. Gli atleti si vedono bene nel passaggio di metà gara e nel rettilineo finale se non stanno troppo sotto la tribuna. Non riesco invece a distinguere l'ordine di arrivo, sono troppo dietro: dovrò sempre guardarlo sullo schermo.
I due italiani si ritrovano nella prima semifinale, con Klaebo e Ustiugov. Gara ultra tattica: si capisce subito che sarebbero passati solo in due. Vince Pellegrino, sembra abbastanza comodamente, su Klaebo. All'arrivo accenno di rissa tra quest'ultimo e Ustiugov: il russo verrà ammonito, ma sembrava fosse stato il norvegese a ostacolarlo. Finale femminile con tre svedesi, due norvegesi e una tedesca. Sembra una lotta tra la norvegese Falla e le svedesi, ma nell'ultima discesa una di loro cade e a un'altra si spezza un bastoncino, per cui la Falla vince e l'altra norvegese si inserisce al terzo posto.
Nella finale maschile, dopo una prima metà tattica, Pellegrino attacca sull'ultima salita e sembra prevalere, ma poi Klaebo lo supera. I norvegesi chiudono quindi la giornata con due ori e un bronzo, e per loro è solo l'inizio, mentre noi dobbiamo accontentarci di un argento, e probabilmente sarà la fine. All'uscita bandiere e berretti norvegesi ovunque: viene da chiedersi se sia rimasto qualcuno in Norvegia!
Domani si parte col salto: nessuna indicazione sui trasporti in un sito molto sbilanciato su Seefeld: mi toccherà andare coi miei mezzi.
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