lunedì 18 febbraio 2019

Mondiali di sci nordico a Oslo (2011)

Sono a Seefeld in attesa dell'inizio dei mondiali di sci nordico. L'edizione precedente, svoltasi a Lahti, ha visto il mio esordio come blogger, con le giornate del 2 marzo, del 3 e del 4. Allora, per via di altri impegni, ero andato nelle ultime giornate (saltando però l'ultima, con la noiosissima 50 km mass start), stavolta sono qui per le prime, più interessanti, soprattutto per gli italiani. Prima di Lahti, ero già stato tre volte a vedere i mondiali di sci nordico: Lahti 2001, Val di Fiemme 2003 e Oslo 2011: stavolta parlerò di quest'ultima.

E' sempre bello vedere lo sci ad Oslo, non solo per la sua tradizione, ma anche perché si è in una grande città, peraltro bellissima. Lo stadio è a circa a circa 8 km al centro: incoraggiavano ad andare a piedi, ma per me 8 km nella neve e a -10 erano un po' troppi e preferivo prendere la metropolitana. Si facevano incontri interessanti, da tifosi vari, anche italiani, a uno che da ragazzo ava praticato il salto, battendo anche un futuro medagliato ai mondiali di volo.

La prima giornata fu la più interessante per gli italiani: si cominciò con lo sprint, dove il giovane Pellegrino vinse l'argento. Io lo vidi da una tribuna un po' fuori dallo stadio, quindi l'arrivo non si vedeva benissimo. Si proseguì con la gara di salto femminile, all'esordio ai mondiali, con l'incredibile argento dell'italiana Runggaldier (se non sbaglio, dopo il 6° posto della prima manche) e un'altra italiana nelle 10. Fuori discussione il primo posto: l'austriaca Irashko era talmente superiore che partiva un gradino più in basso (e allora non c'era ancora la classifica compensata per vento e partenza).

Il giorno dopo vidi la premiazione in centro, nella Medal Plaza (anche loro avevano adottato la moda inaugurata a Torino) Salivano sul palco i primi 6: nel salto femminile fu quindi presentata per prima la quattordicenne giapponese Takahashi, allora sesta. Nella piazza principale (ma dal lato opposto) c'era Casa Italia, che a differenza di tante altre volte era aperta agli spettatori comuni, anche a cena: vidi le saltatrici italiane cenare coi saltatori francesi.

Delle altre gare ricordo soprattutto la combinata nordica, dal trampolino piccolo. A differenza di quello grande, che è subito dietro all'arrivo delle piste di fondo, il trampolino piccolo è defilato: per arrivare da lì alle piste di fondo sono 850 metri (almeno dicono, ma mi sembravano di più) in salita, anche ripida. Vidi una signora trascinare una slitta con un bambino, e nessuno si offriva di aiutarla, perché per una norvegese non è niente di particolare. Per il fondo, ero in una tribuna vicina al poligono del biathlon. Prima della partenza scese la nebbia, e nella prima metà di gara vedevo gli atleti solo quando passavano proprio sotto la tribuna.

Ricordo anche la 10 km femminile e la 15 maschile, con la vittoria di Cologna (credo) in quest'ultima: la mia ultima occasione, finora, di vedere una gara vecchia maniera, con le partenze ad intervalli. Se ho visto quelle, suppongo di ave visto anche lo skiathlon, ma la mia avversione per le mass start è tale che non ricordo niente. E sabato mi tocca di nuovo...

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