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Tempo di Roland Garros. Quest'anno, con il ponte del 2 giugno, ci sarebbe stata una buona opportunità per andarlo a vedere, ma impegni familiari me l'hanno impedito. Al Roland Garros sono stato due volte, nel 2014 e nel 2015.
Tempo di Roland Garros. Quest'anno, con il ponte del 2 giugno, ci sarebbe stata una buona opportunità per andarlo a vedere, ma impegni familiari me l'hanno impedito. Al Roland Garros sono stato due volte, nel 2014 e nel 2015.
La prima volta andai il venerdì e il sabato della prima settimana, approfittando del ponte dell'Ascensione (ancora festa in Germania). Per acquistare i biglietti bisogna appostarsi sul sito all'ora dell'apertura, a marzo, e farsi almeno un paio d'ore di code. C'è un limite di 4 biglietti per ordine per i campi principali e 8 per i ground, che dà accesso ai campi dal 2 in poi. Essendo in 4 (ero con tutta la famiglia) avevo scelto il ground, in modo da poter prendere biglietti per 2 giornate.
Il primo giorno arrivai poco dopo le 11 (ora di inizio). C'era un po' di coda per entrare: circa 15-20 minuti. Prima si devono cambiare i biglietti stampati a casa con altri tagliandi e poi, con quelli, si passano i cancelli. Devo dire che dà una grande emozione varcare la "Porte des Mosquieters": pochi impianti danno un'emozione così all'ingresso.
Per tutte e due le giornate, vidi solo doppi. Cercai di entrare nei campi dove si giocavano i singolari (soprattutto il secondo giorno, dove c'era un italiano), ma non trovai mai posto. Vidi Errani-Vinci salvarsi dopo essere state vicine all'eliminazione. Uno dei problemi era trovare il tempo per il pranzo: si finiva sempre per farlo dopo le 15, anche intorno alle 16. Un altro problema era il pubblico non sempre disciplinatissimo: sui campi minori spesso si sentiva gente chiacchierare per fatti loro. Poi io avevo un problema non certo imputabile agli organizzatori: la febbre. La sera superava i 39, cominciavo ad avere i sintomi della polmonite che mi avrebbe portato in ospedale un paio di settimane dopo.
Il secondo anno andai i primi due giorni, domenica e lunedì (lunedì di Pentecoste, altra festa tedesca). L'idea era di prendere i biglietti per il Lenglen la domenica e il ground il lunedì, aggirando il limite facendo due ordini, uno io e uno mia moglie. Il piano fallì miseramente: trovammo solo posti per il campo 1, entrambi i giorni.
Sulla strada dalla metro al campo incontrammo un neozelandese che col Roland Garros completava lo slam: naturalmente quello a cui aveva assistito più volte era l'Australian Open con 20. Sul campo 1 non ci restammo molto: ricordo solo un incontro tra un francese e un portoghese. Andammo in giro tra i campi minori, soprattutto per gli italiani: ricordo Vanni, ma soprattutto la Pennetta. Al suo incontro cercai tra gli spettatori Gianni Clerici, che sicuramente non si sarebbe perso un incontro della sua Piccola Penna: mi sembrò di vederlo nella tribuna opposta alla mia.
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