Arrivo allo stadio a piedi: dall'albergo è circa un chilometro e mezzo. Vedo l'ingresso di una curva, spero sia la mia, invece no: devo fare un altro tratto. Al cancello non mi chiedono l'autocertificazione Covid, che non ho, non avendo trovato il modulo da stampare, ma poi la chiedono prima dell'ingresso allo stadio (e danno il modulo). Avvisano anche che non ci sono bar interni (non si può uscire dal proprio settore, e l'unico bar dello stadio è in un altro). Ho messo la mascherina FFP2 perché agli Internazionali di tennis era richiesta, ma vedo che qui molti hanno quella chirurgica. Il posto che mi indica lo steward non mi sembra corrisponda a quello che risulta dal biglietto, per cui per un po' temo che qualcuno venga a reclamarlo, ma non succederà.
Come temevo, il settore dell'alto è dall'altro lato, ma non è il caso di fare i difficili: è già tanto esserci. Come ho scritto qualche giorno fa, ormai non ci speravo più. Dal mio lato si vede bene l'asta femminile e. scoprirò poi, soprattutto il peso. Quanto alla pista, sono alla fine della seconda curva, quindi vedo bene anche la partenza di 100 e 100hs, ma non capisco niente degli arrivi. I posti assegnati sono 1 su 4, in tutte le file, ma molti rimangono vuoti, anche perché tanti (si spera conviventi) si siedono vicini.
Quando prendo posto, sono al secondo turno del disco femminile: la Perkovic ha già preso la testa e vi rimarrà anche nel turno finale, che per una volta confermerà la classifica preesistente. Sottotono la Osakue, nettamente ultima. La seconda gara, l'asta femminile, va ancora peggio per l'Italia: già dal riscaldamento si vedeva che la Bruni aveva problemi e in gara non riuscirà a superare la quota d'ingresso a 4,31, nonostante i consigli del suo tecnico da un lato della curva e di quelli della nazionale dall'altro. Quando la gara entrerà nel vivo, l'interesse sarà assorbito da altri concorsi, soprattutto l'alto maschile, ma anche questa si rivelerà una gara di grande livello, col 4,91 della Sidorova.
Comincia il peso, e scopro di essere in una posizione proprio ideale per seguirlo. Fabbri lancia per primo: si vede che è un bel po' oltre i 20 metri, anche se non si capisce bene di quanto, ma lui è soddisfatto: 20,97. Il secondi si vede, che è ancora meglio, ma non pensavo di così tanto: 21,71. La sua seconda miglior prestazione di sempre (e c'ero anche alla prima). A rovinare tutto, però, ci penserà l'assurda formula dell'ultimo lancio decisivo: Fabbri farà solo 19,82 e arriverà terzo. Tra qualche anno, però, tutti si ricorderanno che ha fatto 21,71, pochi che non ha vinto.
Prima dell'inizi delle gare su pista, c'è un'esibizione di sbandieratori e la consegna delle chiavi della città a Coe (per via del suo record del 1981, fatto nello stadio qui accanto, non del suo ruolo di presidente di World Athletics). La prima gara su pista sono i 400hs donne: la Folorunso parte piano, penso sempre "adesso rimonta" invece cede ancora. In compenso fa una buona gara la Olivieri, e la Bol arriva ai livelli che lasciava presagire nella stagione indoor.
La seconda gara di corsa sono i 400 maschili: sottotono, con 45.80 Re arriva secondo. La musica cambia nei 3000 siepi: si va avanti e due italiani rimangono nel gruppo di testa, col terzo, Chiappinelli, poco lontano. Pensi che stiano andando piano gli altri e invece non sarà un ritmo mostruoso, ma El Bakkali vincerà col mondiale stagionale in 8'08": Abdelwahed (lo confesso: per scriverlo devo controllare) 4° in 8'12", Osama Zogliami 6° in 8'14""! Chiappinelli fino all'ultimo giro sembrerà in corsa per il minimo olimpico, ma poi cederà, rischiando anche di inciampare sull'ultimo ostacolo, e chiuderà in 8'27".
Intanto è cominciato l'alto, e all'inizio Tamberi sembra avere gli stessi problemi della sua ultima gara a Hengelo: un errore a 2,20, uno a 2,24. Comincia anche con un profilo basso: solo al secondo tentativo a 2,24 comincia a chiedere gli applausi. Poi però cambia: 2,27 alla prima, 2,30 anche, caricandosi sempre più. A 2,33 si capisce subito che ce la può fare e alla terza ce la fa. Anche i 2,36 non sembravano impossibili, soprattutto al terzo (per quello che potevo vedere dal mio lato, sia pure col binocolo): insomma, se fino l'anno scorso 2,33 sembrava il punto di arrivo, adesso sembra un punto di partenza. Chiude terzo in una gara piena di sorprese e davanti a Barshim, che si ferma a 2,30.
In pista, grandi risultati prima negli ostacoli e poi nei 200, col 22.08 dell'Asher-Smith e il 22.86 della Kaddari. La pista non sembra affatto "poco performante", come diceva un atleta italiano assente (o meglio, il suo staff, non voglio buttare la croce addosso a lui). A un certo punto, anche lo speaker dirà che la pista è "molto performante".
Comincia l'ultimo dei concorsi, il lungo femminile, che dalla mia posizione vedo molto poco: la Iapichino salta 6,45 e dopo il primo turno è seconda. Sembra un punto di partenza, invece le altre si migliorano, lei no e chiude sesta. Anche in questa gara la classifica sarà stravolta nel turno finale e la Spanovic, con la terza misura, arriverà prima.
Ci sono altre due gare di mezzofondo, i 1500 donne e i 5000 uomini, e con la presenza rispettivamente della Hassan e di Cheptegei le aspettative sono alte, per cui quando dai primi passaggi capisci che non stanno attaccando il record del mondo ci rimani male. Poi però i 1500 termineranno con tre atlete a 3'53", ma soprattutto vedendo la Sabbatini in gruppo e la Del Buono poco dietro capisci che stanno facendo una grande gara e infatti la Sabbatini chiude in 4:04.23, col solo rammarico di essere a 3/100 dal minimo olimpico, la Del Buono in 4'08". I 5000 a un giro dalla fine sembrano addirittura diventati una gara tattica, ma poi Ingebritsen vincerà in 12:48.45: record europeo! Crippa sembra abbastanza vicino fino a 3 giri dalla fine, poi cede e chiude in un 13'17" che oggi troviamo deludente, ma che ancora tre anni fa avremmo considerato ottimo.
Si chiude coi 100, che dovevano essere la gara clou e invece non solo sono l'unica gara senza italiani (anche se lo speaker ricorda la presenza di un cingalese residente in Italia, di cui non scriverò il nome), ma si rivelano la gara più modesta, assieme ai 400: si vince con 10.08 e si arriva terzi con 10.16. Parziale rivincita, quindi dell'assente.
All'uscita incrocio la Sabbatini, che da vicino sembra molto più "normale" rispetto alle foto posate di Instagram: le faccio i complimenti e ringrazia. Penso che torneremo agli stadi gremiti, per quanto possano esserlo per l'atletica in Italia, e sarà un sollievo, ma anche l'atmosfera intima di oggi ha il suo fascino, com'era stato per la Maratona di Doha
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