lunedì 18 ottobre 2021

Lazio-Inter (16-10-2021)

 Quando avevo stampato il biglietto, mi era preso un colpo: diceva "ingresso consentito dalle 16 alle 16,30" e per me sarebbe stato un grosso problema essere lì per le 16,30. Anche agli Europei si poteva entrare a un ora fissa, ma avvertivano prima di acquistare i biglietti, qui invece il sito non diceva niente, a parte un generico invito a "rispettare le regole di ingresso". Il mio amico laziale mi aveva comunque rassicurato che non l'avrebbero applicato. Mi aveva anche sconsigliato di andare in macchina, quindi prendo la metro e poi il 2 da piazzale Flaminio.

Arrivo ai primi cancelli verso le 17,15. Fino a pochi metri prima, non capisco quanto sia lunga la coda, poi scopro che c'è una prima barriera di lato, col controllo del green pass. La coda è molto disordinata, ma di fa rapidamente. Al cancello, controllo biglietti e documenti, subito dopo perquisizione. Il biglietto mi dà un'ampia scelta di ingressi da utilizzare, scelgo il primo, che dovrebbe essere più vicino al mio posto. Si passa il biglietto ai tornelli: io ce l'ho cartaceo, ma vedo che molti l'hanno sul telefonino. Subito dopo, nuova perquisizione: mi chiedo cosa possa essere cambiato in un centinaio di metri, ma in passato mi è capitato anche di essere controllato tre volte in pochi metri.

Alle 17,25 sono dentro e dopo un caffè col mio amico verso le 17,40 sono pronto a prendere posto. Scopro che la scelta non è stata la migliore: ne avevo preso uno convinto che desse su un corridoio, invece era contro la parete, sopra un uscita. Con tanti anni di frequentazione degli stadi, dovrei ricordarmi che, se un posto è al limite di un settore, non vuol dire necessariamente che dia su un corridoio. Devo quindi scavalcare 9 posti occupati, e in quel momento mi sembra una cosa del tutto normale, sono tornato all'ultimo Lazio-Inter di 20 mesi fa, non penso che solo la settimana scorsa la scena era ben diversa. Me ne rendo conto poco dopo, e mi commuovo, quando vedo la Curva Nord piena (non ho mai amato gli ultras, ma stavolta mi erano mancati anche loro), così come i Distinti e, per quello che riesco a vedere, la stessa Tribuna Tevere. Tribuna Monte Mario e Curva Sud, invece sono piene solo in piccola parte.





Danno le formazioni, quella dell'Inter molto rapidamente; tutti i giocatori vengono fischiati,  ma Correa un po' di più. Inzaghi invece viene applaudito all'annuncio e molto di più quando entrerà in campo, celebrato anche da uno striscione degli ultras laziali. Quando danno la formazione della Lazio, i nomi dei giocatori compaiono anche nei cartelloni a bordo campo. Proiettano anche alcune immagini di vecchi confronti: si comincia col gol di Simone Inzaghi nel 2000, il mio primo Lazio-Inter, quando la squadra in lotta per lo scudetto sembrava l'Inter, ma poi finì che lo vinse la Lazio. Si prosegue con una vittoria della Lazio 4-2, di cui è inutile che dica la data, per finire col gol decisivo del 2-1 del 2020. Prima dell'inizio, suonano "I giardini di marzo".

Il mio posto è piuttosto basso, oltre la porta dal lato sud. Vedo quindi bene una metà campo, quella dove nel primo tempo attaccherà l'Inter. Nella mia fila sono tutti laziali, in quella dietro almeno la metà sono interisti. Si parte, e vedo subito il cross  di Dimarco pescare due uomini liberi in area: la prende Dzeko e la manda fuori, ma Barella sembrava in posizione migliore. Non molto dopo, lo stesso Barella è sul punto di ricevere un lancio al di la dell'ultimo difensore, ma viene steso. Rigore, ma chi lo tirerà, ancora senza Lautaro e Calhanoglu? Stavolta tocca a Perisic, che segna. La partita prosegue vivace (certo più di quella che avevo visto domenica scorsa, ma ci voleva poco): ho l'impressione che l'Inter sia in controllo, ma dipende anche dal fatto che vedo meno bene le azioni della Lazio, che pure un paio di occasioni le ha avute.

Dopo un intervallo in cui non penso lontanamente di muovermi, data la posizione, si riprende e il primo quarto d'ora passa in fretta, anche se non succede moltissimo. Al 23' angolo per la Lazio (che decido anche di fotografare, sotto), colpo di testa respinto in qualche modo da un difensore, i laziali protestano l'arbitro indica il dischetto. Dalla mia posizione non ero certo in grado di vedere con cosa il difensore (che scoprirò poi essere Bastoni) avesse toccato la palla e quanto fosse distante dal corpo, ma pensavo che magari con le attuali regole era rigore /riguardandolo dopo, forse no), ma il problema sono le regole: non si sa dove i difensori dovrebbero mettere le braccia, ridateci quelle in vigore fino a 10-12 anni fa, quando i rigori per fallo di mano erano meno della metà di adesso.




Penso che se l'Inter si sveglia e decide seriamente di affondare può tornare in vantaggio, invece 13 minuti dopo c'è Dimarco a terra, i laziali vanno in contropiede e segnano. C'è un accenno di rissa, il gioco rimane fermo per un po', Handanovic avanza molto, tanto da farmi temere che il gioco riprenda quando lui è ancora sulla trequarti. Si mette male, ma credo ancora che se il primo attacco del campionato gioca come sa, può ancora almeno pareggiare, invece segna ancora la Lazio con Mlinkovic, di testa: si finisce con quattro gol tutti dal mio lato, come due anni fa (i gol erano stati uno di meno)..

Ancora tensione in campo, dopo il fischio finale, e tensione anche tra gli spettatori all'uscita. Decido quindi di non affrontare la ressa per il pullman e farmela a piedi fio a Ottaviano, come dopo gli Europei. Quando arriverò, la metro sarà mezza vuota.

Non era la partita che mi aspettavo, ma ce ne sono altre 30, di cui almeno una da vedere dal vivo.


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