lunedì 28 novembre 2022

Mondiali di calcio Qatar 2022: Giappone - Costarica e Spagna-Germania (27-11-2022)

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Oggi è il gran giorno: per la prima volta nella mia vita vedrò due partite di calcio di alto livello nella stessa giornata. Anzi, credo anche che l'ultima volta che ho visto due partite di calcio a 11 nello stesso giorno sia stato ai tempi del liceo. Si comincia con Giappone-Costarica, nello stesso stadio di Galles-Iran Esco dal residence più tardi del previsto: a conferma di quanto sia in ritardo alla fermata della metro non vedo quasi nessuno con simboli delle due squadre, saranno già tutti lì? All'arrivo qualcuno si vedrà, soprattutto del Giappone. Già durante il viaggio temo seriamente di vedere la partita cominciata, quando arrivo e vedo la coda per entrare il timore diventa quasi una certezza. Invece la coda scorre più rapidamente: nonostante fosse più lunga ci metto lo stesso tempo dell'altro ieri, forse leggermente meno. Al controllo mi fanno aprire ancora tutti i comparti dello zaino (nonostante l'avessero passato ai raggi), ma non tirano fuori niente, né tanto meno toccano le riviste.

Sono dalla parte opposta rispetto all'altro ieri, leggermente più vicino all'ingresso, e al secondo anello (sono anelli bassi, non pensate a quelli di San Siro). Non vedo una bandierina del calcio d'angolo in quanto coperta da una postazione televisiva, ma non mi perderò niente: non si tireranno angoli da lì. Arrivo dentro alle 12,54 quando stanno per suonare gli inni: mi fermo al primo posto disponibile e poi, dopo gli inni, vado al mio posto. Si esegue prima l'inno giapponese, ma non lo si sente cantare, anche se i tifosi giapponesi sono in netta maggioranza (e no, non è senza parole, ho controllato), poi quello del Costarica, e lo si sente cantare, il finale molto forte.






Alla mia sinistra c'è un francese che occupa anche buona parte del mio posto, alla mia destra una tifosa giapponese molto appassionata, con due bandiere nei capelli: quando urla forte si mette la mano alla bocca oppure poi si scusa. Io le dico di non preoccuparsi: è normale che un tifoso urli! Guarda sempre il telefonino, credo che si faccia continui selfie. Noto anche che nella mia fila sono quello che guarda di meno il telefonino (il che è tutto dire). Ho molto tempo per osservare i miei vicini (e anche il telefonino) perché in campo non succede assolutamente niente: in tutto il primo tempo, due cross senza esito e un tiro ribattuto per il Giappone, un tiro fuori per il Costarica. Lo confermano le statistiche del primo tempo: tiri in porta 0. Io speravo ardentemente che segnasse il Giappone per vedere la reazione della mia vicina.



Nell'intervallo parlo con la vicina (nella foto) e scopro che in realtà è filippina. Mi dice di amare molto la cultura giapponese. Anche all'uscita si vedranno molti tifosi del Giappone che non hanno l'aspetto di giapponesi, incontrerò anche una famiglia italiana dove le figlie avevano i colori del Costarica, il padre del Giappone (la madre nessuno).


Nel secondo tempo il Giappone parte forte e già dopo un minuto impegna Navas (l'unico giocatore delle due squadre che sono in grado di riconoscere, anche per il ruolo). Attacca quasi sempre, ma con scarsi risultati: verso la metà del tempo ha due punizioni dal limite, ma una finisce fuori, l'altra sulla barriera. A 10' dalla fine un costaricense (che scoprirò poi chiamarsi Fuller) riceve palla al limite dell'area e scavalca il portiere con un pallonetto. I costaricensi si fanno sentire, i giapponesi rimangono muti per il resto della partita: saranno i centramericani (se ho capito bene) a urlare ironicamente "Nippon". Nel recupero gli asiatici hanno due occasioni, le migliori della partita, ma finisce 1-0. All'uscita incontro un gruppo di costaricensi che canta cori di scherno verso i giapponesi: "Dove sono i giapponesi? Sono andati a... (parola che non ho capito)





Mi fermo a mangiare al centro commerciale, poi rientro, dopo aver fatto un lungo giro per arrivare alla metropolitana: sarebbe di fronte, ma ti costringono a prenderla dal lato dello stadio. Esco di nuovo verso le 19,15: l'idea era quella di fermarsi al FIFA Fan Festival, magari mangiare (ma non ho fame) e poi prendere la navetta per lo stadio. Sono però in ritardo perché i taxi trova traffico: decido quindi di saltare a sosta al festival, ma non trovo al partenza dei pullman e sono costretto a entrarvi, uscire di nuovo e fare un lungo giro. I qatarioti sono specialisti per farti fare giri lunghissimi per andare in posti che in linea d'aria distano pochi metri: l'avevo già notato tre anni fa. Temo seriamente di non farcela per l'inizio della partita.

Alla fine prendo il pullman verso le 20,30: è quasi vuoto, erano rimasti in pochissimi a prenderlo. Sullo schermo si vede che prevede di arrivare intorno alle 21,15, quindi penso che dovrei farcela, magari di poco. Arriviamo verso le 21,20 e lo stadio si vede vicino, quindi penso sia fatta. Anche qui però un conto è la distanza in linea d'aria, un conto quella da fare effettivamente: per entrare bisognerà fare quasi mezzo giro attorno allo stadio. Stadio che ha la forma di una tenda beduina: da fuori sembra più una fiera che uno stadio, da dentro è molto bello, ma dà sempre quell'impressione. I controlli scorrono velocemente, spero di entrare presto perché sono al cancello 18, che se questo stadio fosse come gli altri sarebbe vicino all'ingresso. Invece è completamente dalla parte opposta, e i cancelli sono pure distanziati: torno a temere di non farcela per l'inizio. Sono ancora nei corridoi quando sento suonare l'inno tedesco. Non lo sento cantare, ma provo un po' a cantarlo io. Quello spagnolo, che nessuno può cantare (è senza parole) l'avevano già suonato.





Ce la faccio a entrare poco prima del fischio d'inizio. Sono nella prima fila della metà superiore del primo anello (su tre). Lo stadio è molto più grande degli altri (i presenti, come comunicheranno nel secondo tempo, sono quasi 69.000) e tutto pieno, anche se gli ultimi entreranno a partita iniziata. Nella mia fila ci sono quattro tifosi della Germania e due della Spagna, ma nessuno è dei rispettivi paesi: quelli alla mia sinistra sembravano tedeschi, ma sono americani. La lezione di oggi è che per tifare di una nazionale non bisogna essere necessariamente di quel paese. noi, abituati ad essere rappresentati nei grandi eventi (ma per l'Italia non vale più tanto..), non ce ne rendiamo conto, e nascono bufale come quella sui finti tifosi. Non si capisce tanto quali tifosi siano di più, anche perché i colori sono simili, ma quelli della Spagna si faranno più sentire.




Si parte: nel primo tempo dal mio lato attacca la Germania. Un'occasione per parte nei primi 10': tiro deviato sulla traversa per la Spagna, contropiede fermato dal portiere in uscita per la Germania. Poco dopo la mezz'ora la Spagna si mangia un gol incredibile, ma era fuorigioco. Al 39' Rudiger segna di testa sugli sviluppi di una punizione: esultanza dei tifosi tedeschi, ma si sentirà molto di più quella degli spagnoli quando sarà annullato per fuorigioco dopo il VAR.

Nell'intervallo non mi muovo, pur essendo vicino all'uscita: per non dovermi fare largo nella fila: il passaggio è stretto. Spengono le luci e ci dicono di accendere le torce dei telefonini, per dare l'impressione di un cielo stellato. Si riparte, e al 17' Morata riceve palla nell'area piccola e segna. Subito dopo Asensio si mangia il raddoppio. La Germania attacca in modo disordinato, sbagliando correndo rischi in contropiede: si sente qualche coro dei suoi tifosi, che finora si erano fatti sentire solo al gol annullato. Alla fine pareggia con un attaccante subentrato, che non avevo mai sentito, tale Fuellkrug.





Finisce 1-1. All'uscita, altro giro attorno allo stadio per prendere la navetta, che non è piena neanche stavolta (sono più quelli che vanno in altre direzioni). Vedo tanta gente dirigersi verso i parcheggi, il che vuol dire che buona parte degli spettatori erano residenti, a meno che non avessero affittato auto. Il pullman trova traffico: arriviamo al Fan Festival verso le 2.





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