domenica 14 gennaio 2018

Olimpiadi invernali di Torino (2006) - 2^ parte: sport della neve

Click here for English version

Le Olimpiadi invernali si avvicinano e le prospettive dell'Italia sembrano sempre migliori. Rieccomi con la mia esperienza di Torino: stavolta parliamo degli sport della neve.

Il primo sport che ho visto è stato il fondo: la volta scorsa ho parlato del mio tentativo, parzialmente fallito, di abbinarlo al biathlon in una mattinata. Lasciavo la macchina a Pinerolo e da lì prendevo i pullman per Pragelato. Dal piazzale di partenza dei pullman si vedeva il Palasport in cui si svolgevano le gare di curling, rivelazione delle Olimpiadi. Il miglior ricordo legato al fondo è sicuramente l'oro della staffetta maschile, non ho invece un buon ricordo delle due gare lunghe, 30 km femminile e 50 maschile, nonostante l'oro di Giorgio Di Centa nella 50: le "mass start" sono una noia mortale! E dire che tanti le trovano spettacolari: certo, se guardi solo gli ultimi 5-10 minuti, ma prima ci sono fino a 2 ore di noia. Nella 50 almeno un romeno ha vivacizzato un po' la prima parte di gara con una fuga. Sul pullman del ritorno ho sentito un russo dire "Ci vediamo a Sochi": non lo ritenevo molto probabile, allora non era data per favorita per le Olimpiadi 2014, invece ha avuto ragione.

Del biathlon non ricordo moltissimo: ho visto l'inseguimento maschile, con la vittoria di uno dei Fourcade, la staffetta maschile, vinta dalla Russia, e forse basta. Nell'inseguimento non avevo l'accesso alla tribuna e ho visto la gara da lontano. Le gare si svolgevano a Cesana-Sansicario: si arrivava prendendo il pullman a Oulx.

Alle Olimpiadi 2006 ho visto anche la mia prima e tuttora unica gara di sci alpino: lo slalom maschile. Fu probabilmente la più grossa delusione italiana in quelle Olimpiadi, con Rocca che era il primo favorito (5 vittorie nella stagione) e invece saltò nella prima manche. Dalla tribuna si vedeva bene la seconda metà del percorso, per la prima serviva un binocolo, era sempre in vista. Ricordo che i partenti erano 97, di cui almeno i 2/3 assolutamente non competitivi. Alcuni venivano da paesi che in altri sport avevano atleti da medaglia (es. Estonia, Slovacchia), per cui mi chiedo come mai li schierassero.

Il giovedì sera, non essendoci niente di meglio, ho visto anche una gara di cui non sapevo niente: il salto del freestyle, che si svolgeva a Jovenceaux, vicino Oulx. Mentre ci andavo, pensavo che c'era invece un paese, la Bielorussia, in cui quella era la gara più importante di tutte le Olimpiadi. C'erano infatti tre bielorussi, di cui uno era il primo favorito. Vinse invece un cinese, e fu il primo oro della Cina sulla neve. Gara comunque piacevole.

Rimane da parlare degli sport del ghiaccio: lo faremo la prossima volta

Nessun commento:

Posta un commento