giovedì 3 ottobre 2019

Mondiali di atletica a Doha - 6^ giornata (02-10-2019)

Stavolta arrivo consapevolmente in ritardo per mettermi in pari col blog. Il tassista che mi porta allo stadio è ugandese, ma non sa che il suo paese ha vinto un oro l'altro ieri. Mi tocca anche fare il solito giro dell'oca per entrare, quindi mi perdo tutte le serie dei 100 del decathlon e arrivo che le qualificazioni del peso femminile sono oltre la metà.

Sono di nuovo all'altezza del traguardo. Accanto a me due francesi, più in là un gruppo di australiani. Più tardi arriverà una coppia, con una bambina, che sembra più la nipotina che la figlia. E' giornata di prove multiple, per la prima volte entrambe negli stessi giorni, e quindi c'è il pubblico delle prove multiple, con nazionalità diverse dagli altri giorni: si vedono molti estoni e anche più francesi del solito. Dietro di me c'è un gruppo che parla una lingua incomprensibile: penso siano estoni, ma poi per i 5000 tirano fuori la bandiera e scopro che sono danesi. Raccontano che hanno solo due atleti (e io mi lamento se in una sessione non ci sono italiani…), ma controllo che intendono nelle prove individuali da stadio: hanno anche un maratoneta e la 4X100 femminile. La loro atleta finirà nella batteria più lenta e sarà tra le prime delle escluse.


La prima gara su pista che vedo sono i 100hs dell'eptathlon, dove la Williams spara un tempo quanto meno da finale nella gara singola. Seguono le batterie dei 1500 femminili: nella prima le atlete di testa arrivano talmente tranquille che penso manchi ancora un giro. Infatti passano in 6 più 6 recuperi: non mi sembra abbia molto senso fare 3 turni nei 1500, a meno di non allargare il campo dei partecipanti. Il decathlon continua col lungo, di cui non vedo molto, essendo dall'altro lato. Lo stesso atleta sembra gareggiare in entrambi i gruppi, ma ciò dipende dal fatto che sul tabellone gli atleti compaiono sempre col solo cognome, per cui se ci sono omonimi si confondono, e qui ci sono due Williams (la foto riguarda l'alto, dove uno dei due farà 4 quote di fila alla terza). Ea già successo nelle qualificazioni dell'asta coi fratelli Lavillenie.



Il programma è più denso degli altri giorni: non ci sono pause, ed è anche abbastanza raro che ci sia solo una gara in corso: oltre  fine giornata, succederà un po' con l'alto dell'eptathlon e, per periodi più brevi, prima col disco e poi col martello. Gli italiani in gara sono 6, ma per vedere la prima bisogna aspettare 3 ore, visto che la Osakue è nel gruppo B delle qualificazioni del disco. Il gruppo A parte con la prima e la terza a lanciare che si qualificano direttamente, ma le altre prestazioni sono più umane e fanno pensare a una qualificazione difficile, ma non impossibile per l'italiana.

Arriva il turno della Osakue, e fa un deludente 57,55. Al momento è 12, ma non siamo neanche a metà del primo turno. Dopo il suo lancio, vado a prendermi da mangiare. Avendo già provato il bar più vicino a mio settore, decido di provare quello un po' più in là, che si chiama "Addiction café". Qui sembra che sia reato esporre il menu: tutti lo tengono sul banco o lo consegnano ai clienti in coda, in forma cartacea, come adesso, o su tablet. Scopro che fa quasi solo dolci: prendo uno dei pochi prodotti salati, un croissant al formaggio in cui il formaggio si sentirà pochissimo, e una cheesecake.

Mentre sono via, Thiam e KJT continuano col loro duello nell'alto: si fermeranno a 1,95, ma faranno sempre meglio di 5 uomini. Dopo il primo turno, già la Osakue dovrebbe andare vicina al personale per passare, dopo il secondo non basterebbe neanche il personale. Io confido comunque che si migliori un po', invece niente: due lanci corti, che annullerà.

La prima gara su pista della serata sono le semifinali dei 110hs. Nela prima Holloway sembra fare una gara stratosferica, poi Shubenkov recupera e gli arriva vicino, e si scopre che sono stati gli altri ad andare male: 3° a 13.47. Fofana è nella seconda: lotta, rimane in gruppo e alla fine arriva sesto (a me sembrava quinto, e stavolta non ho l'alibi della prospettiva).

Si arriva alla gara in cui avevamo più speranze: le semifinali dei 400. Re è nella prima: nella seconda curva sembra cedere e penso che abbia speso troppo in batteria, ma nel rettilineo finale recupera fino al terzo posto, e con 44.85! Penso che forse non basterà, ma comunque ha fatto tutto quello che doveva. Nella seconda impressionano Gardiner e James che chiudono tranquilli, guardandosi, in 44.13 e 44.22. Il terzo fa meglio di Re, quindi serve che nell'ultima il terzo faccia peggio, ma non sarà così, nonostante il crollo di Norman: Re primo degli esclusi da una finale con 5 caraibici e nessun europeo. Bravissimo comunque. Scena simile nei 400hs femminili, dove le italiane faranno il loro, con la Folorunso in corsa per la qualificazione fino ai 350, ma non basterà.



L'unica finale dei concorsi in programma è quella del martello maschile, che per i primi tre turni passa quasi inosservata, tranne che per il pubblico di casa, essendoci un qatariota che arriva 9°. Un britannico fa prima un lancio che sarebbe valso l'argento, ma nullo, poi un altro fuori settore che sarebbe bastato per entrare negli 8: arriva 10°. Quasi tutto succede al quarto turno, proprio quando è finito l'alto del decathlon ed è rimasta l'unica gara: degli 8 finalisti (tutti europei) 6 si migliorano, con l'ucraino junior oltre i 77 metri e 5 cambiano posizione. Le posizioni rimarranno quelle fino alla fine: si arriva secondi con una misura con cui nel 2007 non si entrava negli 8 (poi c'è stata qualche squalifica…).

Due le finali su pista. Prima i 200 femminili: niente giochi di luce per loro, solo l'ingresso tra i lapilli. Tra le finaliste c'è un nome italiano, ma purtroppo è solo quello da sposata della bulgara Lalova-Collio. Come ieri negli 800, tra le possibili favorite ne è rimasta una, la Asher-Smith, che stravince. Alle sue spalle il vuoto: col record italiano si arrivava quarta. Solo grazie al bronzo della Kambundji mi accorgo che uno dei miei vicini è svizzero.




Per i 110hs fanno i soliti giochi di luce, ma senza scrivere i nomi sul rettilineo finale, essendoci gli ostacoli. Si profila un duello Holloway-McLeod, ma all'8° ostacolo il giamaicano comincia a inciampare, poi al 10° perde definitivamente l'equilibrio, urtando anche Ortega. Distratto da ciò, mi accorgo solo che Holloway vince, non vedo cosa accade alle sue spalle. Il discorso che dopo la stagione del college non si hanno più energie per il resto dell'anno per Holloway non vale.

Stavolta però l'ultima gara non è una finale: ci sono ancora i 400 del decathlon. Sono un po' indeciso se fermarmi, alla fine lo faccio. Lo stadio si svuota un po' (non che prima fosse pieno), ma meno di quanto mi aspettassi.

E domani altro "continuato", e fino a mezzanotte passata.









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