mercoledì 2 ottobre 2019

Mondiali di atletica a Doha - 5^ giornata (01-10-2019)

Stavolta penso di arrivare in tempo, invece per via dei soliti infernali percorsi di entrata mi tocca fare prima mezzo giro dello stadio e poi, una volta dentro, rifarlo in senso inverso: mi perdo quindi buona parte del primo turno del martello e la prima batteria dei 400. Entrando vedo una folta comitiva: devono essere gli immigrati che si diceva avrebbero portato allo stadio per fare folla.



Stavolta sono all'inizi del rettilineo d'arrivo: ho scelto il posto per la finale del salto con l'asta stasera (e ne varrà la pena). Ciò implica però vedere male le qualificazioni dell'alto, che sono dalla parte opposta. Certo, quando ho comprato i biglietti non potevo immaginare che avrei dimenticato il binocolo: oggi ne sento proprio la mancanza. La prima curva, dove si svolge l'alto, è piena di tifosi di casa: si sentirà un boato ad ogni salto di Barshim, che si qualifica senza errori. Anche Tamberi cerca di coinvolgere il pubblico, non so con quanto successo. Cominciano subito le eliminazioni eccellenti: Przybylko esce a 2,22 e Tamberi lo consola. Tamberi fa 2,26 alla seconda, poi sbaglia i 2,29 una volta, poi due e comincio a chiedermi se il 2,26 potrebbe bastare, visto che i 2,29 non li superano in tanti. Sarebbero bastati, ma comunque alla terza supera i 2,29. Sottile rischia di uscire già a 2,26, poi li supera, ma si ferma lì.



Accanto a me, tanto per cambiare, due britannici. A un certo punto viene un americano pelato a parlare con loro e dal cartellino scopro che si tratta di Lagat. Parla di gare a Montecarlo e a Bruxelles. Nella fila davanti ci sono i genitori dell'ostacolista americana Carter, che si infortunerà durante la batteria. Poi qualche fila più avanti verrà a sedersi la Chigbolu, assieme ad altri due della nazionale che non riconosco.

Una volta tanto la giornata comincia bene per gli italiani: splendida gara di Re, che vince addirittura la batteria e fa il quinto tempo assoluto, passano anche Folorunso e Pedroso, che beneficia dell'infortunio della Carter, ma ce l'avrebbe fatta anche senza. Peccato solo per la Olivieri, che non sfrutta l'occasione di essere nella batteria più facile. Impressiona la McLaughlin, che sembra passeggiare. C'è un'altra partecipazione simbolica di una qatariota, che rimane staccata di due ostacoli e chiude in 1'09". Vanno peggio i 3000 siepi, dove gli italiani rimangono sui loro livelli, ma non basta. Per i 3000 siepi compaiono anche bandiere finlandesi: i finlandesi non hanno atleti di livello (anche il siepista sarà eliminato), ma ci sono sempre.



C'è di nuovo un intervallo di un'ora: mi chiedo se valga la pena andare al villaggio, che è dalla parte opposta, ma il bar vicino non ha molto assortimento, quindi vado. All'uscita vedo Tamberi e Sottile, ma sono troppo avanti, non riesco a raggiungerli. C'è giusto il tempo di andare e tornare, o poco più, e il caldo si fa sentire, anche perché stavolta, temendo l'aria condizionata, ho messo i pantaloni lunghi. Ne vale comunque la pena, perché mangio molto bene a un chiosco indiano. Passando, noto anche che ci sono delle passerelle per arrivare in macchina all'altezza delle tribune.



Rientro che il salto con l'asta è appena cominciato, perdo un paio di salti. Si è svuotata la prima curva e riempita la seconda, soprattutto di svedesi. Mi meraviglio sempre come il pubblico cambi di ora in ora, nonostante il biglietto sia unico: anche accanto a me adesso c'è un gruppo di tedeschi.

 L'asta rimarrà l'unica gara per tre quarti d'ora, fino all'inizio delle gare su pista. Progressione rapida: 5,55 - 5,70 -5,80: dopo 2 quote sono solo in 4 senza errori, dopo 3 rimangono solo i 3 favoriti. Stecchi fa 5,70 alla terza e arriva ottavo: abbiamo già più piazzamenti negli 8 che in tutta l'edizione scorsa, possiamo dire di aver smesso di scavare (dal detto di cui parlavamo a Londra). Gara splendida, anche se non ai livelli di Berlino: prima Duplantis, poi Kendricks superano 5,97 alla terza, e l'americano è in testa per meno errori alle quote precedenti. Al terzo errore di Duplantis a 6,02 Kendricks corre ad abbracciarlo sul materasso, poi Lisek si unisce alla festa e faranno una capriola insieme, ma di tutto ciò non vedrò molto perché coperto dai fotografi.

Le altre gare passano in secondo piano, in particolare l'altro concorso, il giavellotto femminile: non mi accorgo neanche quando inizia, e le due favorite lanciavano per prime. Nonostante molti capovolgimenti, continuerà a destare scarso interesse fino all'ultimo turno, quando l'asta è finita: la Barber passerà dal quarto al primo posto, per la gioia del gruppo di australiani dietro di me.

Quanto alle gare su pista, impressiona ancora la Naser, che sembra molto sciolta, e chiude sotto i 50". Non avendola mai vista da così vicino, non so se davvero non forzasse o questa sia la sua andatura abituale. C'è poi la finale degli 800, con un solo africano. Quasi tutti i favoriti della vigilia sono fuori, per un motivo o per l'altro: l'ultimo rimasto, Brazier, vince. Si chiude con la finale dei 200, dove fanno ancora la presentazione coi giochi di luce, ed è la gara più deludente: Lyles vince, ma a fatica e con un banale 19.82 (ma il livello medio rimane alto, col 7° a 20.10), e dalla mia posizione posso seguire il finale solo dallo schermo.

Per tornare prendo di nuovo il pullman, dove incontro un tecnico australiano di lanci a livello giovanile, che conosce personalmente la Barber e mi parla di che splendida persona sia. Mi parla anche della sua ammirazione per i grande atleta italiano Alessi, poi scopro trattarsi di Andrei. Parliamo anche delle Olimpiadi di Sydney, di calcio maschile e femminile (c'è anche uno svedese…) e dei mondiali di rugby.





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