Arrivo molto rapidamente in una Farnesina deserta. Avvicinandosi allo stadio, e ancora di più al percorso della mezza Maratona, si comincia a vedere un po' di gente. Lungo il percorso ce n'è un po', ma si trova posto, soprattutto se ci si allontana dalla svolta tra il ponte e il Lungotevere. Io mi sistemo in un punto poco dopo il ponte, o almeno così pensavo, poi scopro da un cartello che in realtà è poco prima. Non so a che punto siano gli atleti, gli aggiornamenti sul sito non sono molto frequenti, ma quando mi sto collegando per vedere la gara in TV compaiono. C'è un gruppo di testa di 5 atleti, di cui 3 italiani, con un altro subito dietro. Una volta passati, non so se andare subito allo stadio, forse dovrei per essere sicuro di vedere l'arrivo, ma vorrei vedere anche un passaggio delle donne. Molti attorno a me hanno lo stesso dubbio, ma quando vedo che si dirigono verso lo stadio, lo faccio anch'io: non so quando passeranno le donne, non ho capito bene il percorso.
Arrivo nello stadio proprio quando i primi sono dentro (e ci metto un attimo a capirlo): faccio appena in tempo a vedere l'arrivo di Crippa, che vince, e il sorpasso di riva per il secondo posto. Altri due italiani sono sesto e ottavo. Chiaramente vinciamo anche la prova a squadre, e sono 13 medaglie: nuovo record! Nella gara femminile la musica cambia: la prima italiana è 15^, e con la vittoria della Grovdal la Norvegia diventa la seconda nazione a vincere più di un oro. L'Italia ne ha già 7.
Mi piazzo a un settore dal mio posto, verso il centro, in modo da vedere l'asticella dell'alto senza che sia coperta dalla gabbia del martello. La tribuna Tevere è abbastanza piena, anche se meno di ieri mattina, c'è un po' di gente in curva Sud, quasi nessuno nel resto dello stadio, ma tutto sommato il pubblico non è pochissimo per essere una sessione mattutina, Si vedono sempre le bandiere svizzere e finlandesi, alle premiazioni si vedranno anche quelle di Gran Bretagna e Norvegia.
Si parte col martello donne, che comincia sottotono, tanto che la Mori al primo lancio con 66,74 va in testa, superando due big come Toader e Skydan. Poi si migliorerà fino a 68,52, ma arriverà settima, anche se sempre davanti alla Toader. Alla fine del primo turno del secondo gruppo sarà già 12^, ma alla fine del secondo lo sarà ancora, poi uscirà, mentre la Skydan si salverà a stento. Sempre nel secondo gruppo. la Fantini prima sfiorerà e poi centrerà la qualificazione diretta. Segue il triplo maschili. Dalla mia posizione non si vede tanto la misura, maci si fa un idea vedendo dove arrivano con lo step. ùSi capisce quindi subito che i due salti del Diaz spagnolo, il primo nullo, e quello di Pichardo sono molto lungi: infatti arrivano a 17,52 e 17,48. La qualificazione è abbordabile, 16,65: la centreranno in 10. Ci sono molti problemi di isurazione: alcuni salti scompaiono e riappaiono dalle classifiche e dopo in salto di Compaoré con una misura chiaramente irrealistica, c'è una lunga pausa, prima dell'ujltimo salto in assoluto, quello di Bocchi, che è a 5 cm dalla qualificazione. Compaoré, con la nuova misurazione, si qualifica, Bocchi no, ma poi fa ricorso e viene riammesso .
Dopo la fine del martello e prima di un periodo senza italiani nel triplo, mi vado a prendere da bere e mi perdo l'ingresso di Tamberi nello stadio. Mancano infatti 40 minuti alle qualificazioni dell'alto, che partono poi da 2,07. A 2,12 ci sono le prime uscite e sono entrati in gara tutti tranne Tamberi. Gimbo passa anche i 2,17 e si presenta a 2,21, dove salta per primo: ha quindi più tempo per caricare la folla. Lo farà poi per tanti altri, italiani e non, anche Fassinotti. Supera la quota con ampio margine: anche Lando e Sottile la passano al primo, che potrebbe anche bastare per la qualificazione, Fassinotti invece esce. A un certo punto annunciano che sono rimasti in 12 e quindi non si proseguirà (ci sarebbero dovuti essere prima 2,25, poi, 2,28, ma in realtà non è finita: dei saltatori che avevano ancora il terzo salto, uno ce la fa e quindi la finale sarà a 13.
L'alto finisce così molto prima del previsto, evitsando così una difficile coabitazione con i 400hs avevano comunque già montato gli ostacoli. Questo implica però che rimane un ora con solo gare su pista e premiazioni, piuttosto noiosa. Le gare su pista in programma erano batterie dei 200 maschili, svoltesi prima, e dei 400hs maschili e femminili. Gli italiani passano tutti. L'ultima batteria degli ostacoli maschili, con Lambrughi in ottava corsia, è quella dove dà più fastidio la vista ostruita dalle pedane del triplo.
C'erano state anche le cerimoni di premiazione della mezza Maratona, individuale e a squadre, le uniche finora svoltesi dentro lo stadio. L'inno di Mameli (o meglio, di Notaro, visto che parliamo della musica) viene suonato senza l'intro, a partire dal cantato. Le bandiere sono virtuali e anche piccola, sotto i nome del medagliato. Israele vince l'argento maschile a squadre: si sente qualche fischio, ma sono più gli applausi.
Dopo essere stato in centro a mangiare, scrivere e riposarmi, ritorno in zona stadio che stanno finendo le premiazioni. Ci sono molti atleti in giro: la Ca che mostra la medaglia, la Perkovic e alcuni italiani, di cui Fofana è l'unico che riconosco senza bisogno di guardare il badge (e non subito), In particolare Carmassi e Besana sono molto più piccole di come me le immaginavo, non le avrei mai riconosciuti.
Penso che stavolta riuscirò a entrare con un buon margine sull'inizio delle gare e avrò anche il tempo di prendermi da bere, ma anche stavolta ho parlato troppo presto: c'è una coda enorme ai tornelli, in quanto (da quello che ho capito dallo speaker della medal plaza) i cancelli sono stati aperti da poco. Per di più uno poco prima di me non riesce a passare il biglietto. Alla fine, grazie anche al fatto che non c'è coda al bar, riesco ad entrare e a prendermi da bere prima dell'inizio.
Mi siedo al mio posto, Di posto ce n'è, potrei sedermi un po' più in basso, ma essendoci i 400 metri, non conviene per via della vista ostruita. Considero di spostarmi in una pausa, per non vedere l'asticella dell'alto coperta dalla gabbia del martello, ma scoprirò poi che la gara si segue bene comunque. Salendo vedo bandiere britanniche e norvegesi, mi accorgerò poi che ci sono anche molti tedeschi, spagnoli (anche davanti a me), irlandesi (soprattutto dall'altro lato, in zona arrivo) e anche alcuni ucraini, soprattutto in curva Sud (settore alto). La tribuna Tevere è abbastanza piena, anche se meno di ieri, ma per il resto c'è un po' di gente in curva Sud e nella Monte Mario in zona arrivi (soprattutto irlandesi). Nel resto dello stadio, quasi nessuno,
Si parte con le semifinali dei 400, prima femminili, poi maschili. Trevisan, Polinari e Scotti pagano le fatiche dei giorni scorsi, la Mangione si migliora, ma non basta: è la prima delle escluse. Il più atteso, Luca Sito, va ancora oltre le aspettative: entra il rettilineo finale già in testa e stacca gente come Sacoor, Molnar e Ingvaldsen, Chiude in 44.75, forse anche rallentando leggermente nel finale: record italiano!
I concorsi si aprono con l'alto donne. Le comuni mortali partono da 1,82, a 1,90 ci sono le prime uscite, a 1,93 rimangono in 4, a 1,95 in 2 (Topic e Gerashenko), a1,97 solo la serba, che prova a passare direttamente a 2,01 ma fallisce. Invece la Mahucikh entra in gara a 1,90 e supera anche 1,95, 1,97 e 1,99 senza apparente sforzo: solo a 2,01 avrà bisogno del secondo tentativo, Nell'intervista, la Gerashenko ringrazierà l'Italia per il sostegno all'Ucraina,
Comincia poi il triplo donne. Primo salto della Derkach: non c'è nemmeno la barra metrica, ma a giudicare da dove arriva con lo step non sembra male, Infatti è 14,03, ma poi non si migliorerà e arriverò ottava. Gara senza molte emozioni: la Peleteiro conquista la testa al primo salto, la perde al secondo e la riconquista al quarto, definitivamente,
Dopo il primo salto della Peleteiro vado a prendermi da mangiare. C'è troppa coda allo stand della pizza, ripiego sull'hot dog. Sento che sta partendo la prima semifinale dei 100 donne: rientro dal primo ingresso disponibile, ma non riesco a vederla. Decido di tornare al mio posto e nella mia fila trovo un gruppo di atlete italiane, che verranno poi raggiunte da alcuni colleghi, tra cui Pietro Riva. Devo ammettere che l'unico che riconosco senza bisogno del badge è Meucci: anche la Del Buono, che pure dovrebbe essere conosciuta, non la riconosco perché non me l'aspetavo così piccola.
Nella sua semifinale la Dosso arriva subito dietro la lussemburghese (che lo speaker scambia per olandese) e fa un nuovo record italiano: 11.01. Seguono le semifinali dei 200 maschili, dove scopriamo che Desalu e Tortu sono tornati: il primo arriva secondo in 20,39, il secondo domina in 20,15. anche rallentando nel finale: miglio tempo di quasi due decimi. Intanto c'è un altro concorso, il martello uomini che seguo pochissimo fino alla fine del quarto turno, quando Halsz scavalca Nowicki. Si arriva all'ultimo lancio con i primi tre i 34 centimetri, e il polacco si riprende la testa.
Ci sono poi tre gare di mezzofondo: 3000 siepi donne, con l, mentre lo speaker ricorda la medal plaza'argento della mia "concittadina" (di Francoforte) Krause, gli 800 maschili, col bronzo di Tecuceanu, e i 1500 femminili. Le ragazze dela nazionale mostrano uno striscione per la Cavalli, che però dopo gli 800 crolla, arrivando staccata di 30 secondi. Vince l'irlandese Magean.
Si chiude con la finale dei 100 donne. La Dosso stavolta non parte bne, ma poi "rientra in gruppo" e arrivano tutte assieme. Si capisce che ha vinto la Asher-Smith, anche se non di molto, ma per il resto bisogna aspettare il fotofinsh. Alla fine seconda e la Swoboda e terza la Dosso: non pensavo.
Quasi tutti cominciano a uscire senza neanche aspettare i festeggiamenti e decido di farlo anch'io, mentre lo speaker ricorda la medal plaza. Anche oggi un bottino di medagle che fino a otto anni fa avremmo ritenuto soddisfacente se non eccezionale in un intero Europeo
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