domenica 21 agosto 2022

Campionati europei di atletica a Monaco - 6^ giornata (20/08/2022)

 Arrivo al percorso della marcia verso le 8,15, chiedendomi chi me l'abbia fatto fare ad alzarmi. Incontro un gruppo di fiorentini, sostenitori di Cosi (che confesso di conoscere poco), con magliette dedicate. Si parte, e dopo averli visti passare una prima volta, abbandono il bordo strada e cerco di sedermi nelle tribune. I primi due ingressi sono riservati, quindi tem una beffa in stile Doha, ma il terzo è aperto a tutti. Nella mia tribuna c'è poca gente, ce n'è un po' di più in quella di fronte. Come al solito, il pubblico della marcia è molto diverso da quello delle gare su pista: tedeschi a parte, i più numerosi sono italiani e spagnoli, seguti dai polacchi.




 

Fin dal secondo giro (si è tornati ai giri di 2 km) il gruppo si spezza in due parti uguali: 14 in testa (su 29), Cosi leggermente staccato e poi, staccati, gli altri. Questa divisione rimarrà fino alla fine: ci saranno oltre 2 minuti tra l'11° e il 12° (considerando anche che due del primo gruppo saranno poi squalificati). Cosi perderà terreno molto lentamente fino agli ultimi chilometri, recuperando così posizioni e finendo 10°. Al terzo giro cominciano già le penalità, a metà gara ci saranno già tre squalificati, tra cui un britnnico che era nel gruppo di testa e il n.1 tedesco, che, intervistato, chiederà scusa al limite del pianto. Poi però non succederà più niente, non mostreranno più nemmeno il tabelone delle ammonizioni. Eppure io avevo molti dubbi sull'andatura di alcuni marciatori nel momento in cui perdevano contatto col gruppo di testa (soprattuttoil turco e il francese).

Al 12 km il gruppo di testa si è ridotto a 7: 3 spagnoli, 2 italiani (Stano e Fortunato), uno svedese e un turco. Subito dopo lo svedese Karlstroem attacca e il gruppo si sfalda: si stacca prima Fortunato, poi Stano, ma Stano perderà sempre più terreno, fino ad essere superato non solo dall'altro italiano, ma anche dal francese ch si era staccato prima e finire ottavo. Con lo svedese rimangono due spagnoli e dopo un paio di chilometri uno di loro, il campione uscente Alvaro martin lo supera e prende il largo. Fortunato è quinto: quando danno il passaggio al 17 km noto che il quarto è vicino e il terzo non lontanissimo, ma quando mi passano davanti  capisco che sono irraggiungibili. Si finisce così: Martin, Karlstroem (che fa l'ultimo giro col cappello con le corna), altri due spagnoli, poi Fortunato.









 

Sceso dalla tribuna, cerco i fans di Cosi per fargli i complimenti, ma invece riesco a farli direttamente a lui, all'uscita della zona mista. Appena arrivato l'ultimo concorrente, entrano nel percorso le atlete della gara femminile: c'è quindi giusto il tempo di prendersi da bere e si parte. La tribuna stavolta è più affollata, data anche la presenza di una tedsca da medaglia: non è certo un problema, comunque, trovare posto. Lo speaker ricorda che sono solo quattro le atlete con personali sotto l'1h30', tra cui la nostra Trapletti e la tedesca Feige. Anche qui circa metà delle atlete stacca subito l'altra metà, ma due prendono addirittua 40" a km, e una sarà anche penalizzata dopo 5 km e squalificata poco dopo, mentre l'altra chiuderà con 11' di distacco (quindi doppiata), ma superandone due.

Laspagnola Perez tenta un primo attacco dopo 4 km, ma rimedia un'ammonizione e desiste Lo speaker invita il pubblico a ballare, pima la macarena, poi il ballo del qua qua (poi anche altro). a metà gara la Perez attacca di nuovo, ma con un'evidente sospensione e infatti un giro dopo va in penalità. Poi recupererà fino al settimo posto, a poco più di 1' dalla prima, ma alla fine sarà squalificata. Sono rimaste in 7, tra cui la Trapletti, ma verso il 14 km, con l'attacco di un'ucraina, il gruppo si sfalda e la Trapletti rimane in fono. Delle sei davanti, però, poi una crollerà e un'altra sarà penalizzata, per cui chiuderà quinta. Da metà gara piove anche forte, per cui non vedo l'ora che finisca. L'ucraina viene riassorbita e a un certo punto va in testa la tedesca, ma a un paio di giri dalla fine la vincitrice della 35 km, la greca Ntrismpioti (o Drisbioti, se seguiamo la pronuncia) prende la testa e la mantiene fino alla fine. Anche qui quindi, come ai Mondiali, le due gare di marcia hanno la stessa vincitrice: non sarà che sono un po' troppo simili?








 

Ne finale il display sul traguardo smette di funzionare: dà solo il tempo di gara, non gli arrivati Non so più quindi in quante sono arrivate, ma non ce la faccio più a restare con la pioggia: facco un salto in zona mista e poi mi rifugio in un bar, nonstante lo speaker inviti a restare per la premiazione.

La sera, dopo aver incontrato Tortu in stazione, riesco ad arrivare con un certo margine, anche se meno di quanto avrei voluto. Dopo aver mangiato una pasta orribile a un chiosco ed essere stato allo store, entro che mancano pochi minuti all'inizio, stanno presentando gli astisti, poi mi fermo al chiosco e perdo i primi salti. Il mio settore, coma la maggior parte dello stadio, è un po' meno pieno di ieri. I gruppi più presenti sembrano sempre svizzeri e britannici. La mia posizione, poco oltre la metà del rettilineo opposto all'arrivo, è ideale per l'asta (ed era quello che volevo), ma vedo bene anche l'atterraggio del giavellotto, non tanto bene invece l'arrivo.






Programma meno fitto degli altri giorni: se allora spesso si faticava a seguire le diverse gare in contemporanea, adesso ci sono dei momenti di pausa. I concorsi sono solo due: asta maschile e giavellotto femminile. Nell'ata si parte a 5,50: Duplantis e Lavillenie passano, in 5 la superano alla prima, altri 5 alla seconda e due rimangono a zero (in tutta la gara non ci sarà un terzo tentativo riuscito). A 5,65 escono altri 3, a 5,75 invece Duplantis e Lavillenie passano ancora e gli altri la superano tutti.

Il giavellotto femminile conferma il suo attuale basso livello: al primo turno solo una sopra i 60, alla fine saranno in quattro. Col miglior risultato stagionale di un'italiana (che come si sa, non è bastato a qualificarsi) si sarebbe seconda, poi alla fine settima. Al secondo lancio, la Tzengko supera i 65 metri e di qusti tempi si ha l'impressione, poi confermata, che la gara sia finita. alle sue spalle, si ravviverà all'ultimo lancio: la Spotakova, che era quarta a un centimetro dalla terza e una ventina dalla seconda, si migliora e va al secondo posto, ma subito dopo la Vilagos la supera ancora con 62 metri. Abbiamo quindi ai primi due posti le ex stelle delle gare giovanili, che presumibilmente duelleranno per il prossimo decennio e magari oltre.

Le gare su pista cominciano con gli 800 femminili, dove il pubblico si esalta per un'atleta di Monaco, che comunue non è mai in gara per i primi posti e chiude settima. Vince la Hodgkinson, ma meno nettamente del previsto. Ci sono poi le ultime qualificazioni del prigramma, le batterie dei 100hs. Nella prima non mi accorgo neanche che la Bogliolo, annunciata, non è partita, anzi credo sia arrivata seconda (eppure non c'era nessuna in maglia azzurra: cos'avrò visto?), nella seconda la Mosetti mi sembra quarta o quinta, invece è sesta, chiaramente fuori. Nell'ultima, almeno, la Di Lazzaro (che lo speaker chiama "Di Lazzàro") vince, col miglior tempo assoluto.

 

Ci sono poi le staffette 4X400. In quella maschile, la Gran Bretagna rimane in testa tutta la gara, ma nel finale viene insidiata prima dalla Francia, poi dal Belgio, che chude secondo. L'Italia dopo due frazoni è ultima, ma in gruppo, poi però pasticcia nel cambio e perde contatto, rimanendo staccata fino alla fine e facendo anche un tempo peggiore delle batterie. Nella gara femminile, dopo tre frazioni è in testa il Belgio, ma l'Olanda, terza, è attaccata, qundi si è già capito come andrà a finire. La Bol, comunque, aspetta i 150 metri dall'arrivo per attaccare e verso i 70 metri fa il vuoto. Solo dopo l'arrivo noto i tempi, che sono ottimi: con 3'22" si arriva quarte. In entrambe le gare la Germania arriva settima, ma nelle interviste gli staffettisti sembrano sddisfatti come se avessero vinto una medaglia. Nei festeggiamenti, lo speaker canta "Happy birthday" alla Klaver e intervista la Bol, che a una voce molto acuta, non l'avevo mai notato.





 

Durante la 4X400 si decidono anche le medaglie dell'asta: il tedesco Lita Baehre, ultimo a saltare al secondo tentativo, è il primo, dopo Duplantis, a superare i 5,85 e rimmarrà l'unco. Come chiarisce subito lo speaker, il bronzo va a Lillefosse con 5,75. Ci sono più di 20 minuti prima dell'ultima gara su pista, i 3000 siepi donne: ci si concentra quindi sull'epilogo dell'asta. A sorpresa, Duplantis non aspetta che Lita Baehre si elimini da solo, ma si presenta prima a 5,90, dopo l'errore del tedesco, e poi anche a 5,95, dopo che Lita Bahre sarà passato a quella quota, sbagliando ancora. Stavolta Lita Baehre non sale ancora, ma riprova i 5,95 e sbaglia, ma stavolta di poco. Rimasto solo, Duplantis supera 6,06 durante i 3000 siepi, con la sua solita disarmante semplicità adesso uno pensa che cominci la sua vera gara, quella per il record del mondo, invece chiude qui.

I 3000 siepi rimangono quindi la gara conclusiva: l'alabanese Guga parte sparata (primo chilometro in 3'00"), le rimangono dietro in due, ma la tedesca Meyer, inizialmente quinta, le supera tutte e chiude seconda, per un attimo illudendo anche di insidiare il primo posto.






Il pubblico mi sembra numeroso solo quando esce. Anche stavolta devono contingentare gli acessi ala metro: l'addetto intima più volte di fermarsi, a voce sempre più alta, ma senza prendere in considerazione l'ipotesi che qualcuno possa non capire il tedesco. In definiva, è stata una giornata un po' "vecchia maniera" per noi: c'erano solo tre italiani in gara (contando la staffetta come uno) e due hanno deluso. Domani, però, rimangono Vallortigara e Crippa.

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