mercoledì 10 agosto 2022

Campionati europei di atletica a Zurigo (2014)

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 Cominciano tra poco gli Europei di atletica a Monaco (ma prima ci sono quelli di nuoto a Roma...). Per me saranno i sesti dal vivo, quarti consecutivi. Ho già raccontato di Goteborg 2006, Amsterdam 2016 e Berlino 2018, stavolta è il turno di Zurigo 2014.

Ho assistito dal vivo a quattro giornate su sei (a Monaco saranno tre e mezza su sette). Avevo cominciato il giovedì mattina, con la marcia femminile, nel centro cittadino, con la prima delusione: speravo in una medaglia che non arrivò, anche se sapevo che non era molto probabile. Poi presi il tram per lo stadio, che si trova a un paio di chilometro dal centro. Sul tram un problema era decifrare gli annunci, ma scoprii che era un problema anche per i tedeschi: una volta, dopo un annuncio di cui non avevo capito una parola sentii dei tedeschi chiedersi "cos'ha detto?" "ah, non ho idea!".

Arrivare e vedere la scritta "Letzigrund Stadion" mi diede un'emozione paragonabile a quella che avevo provato qualche mese prima entrando dalla Porte des Mosquieters al Roland Garros. Lo stadio è quasi tutto interrato, per prendere posto bisogna scendere. Entrato, feci appena in tempo a vedere l'uscita di scena nelle qualificazioni dell'asta, di Gibilisco, che ringrazierò sempre per le emozioni di Parigi. Questa era abbastanza preventivata, ma fu una delle tante delusioni: l'atletica italiana si stava addentrando nel periodo nero che ebbe il culmine a Londra 2017, quando ogni manifestazione ci sembrava fosse andata male fin quando non vedevamo la successiva. Mi chiedevo continuamente "ma perché non vado a vedere la scherma?".

Una grande protagonista di quegli Europei fu la mascotte: la mucca Cooly, che si esibì prima nel salto in alto (fosbury), poi nel salto con l'asta, battendo i "record mondiali bovini". La giornata si concluse con i 3000 siepi maschili, dove il vincitore, francese, si tolse la maglia prima dell'arrivo e fu squalificato. Siccome la Francia ebbe un altro squalificato (nei 110hs) la Neue Zuercher Zeitung parlò di "giornata nera della Francia". Io pensavo a come avrei voluto avere una giornata nera con due ori e un bronzo.

Il giorno dopo, alla fine della sessione mattutina, andai a pranzo in un ristorante caraibico vicino allo stadio. Entrarono alcune persone dall'aria poco raccomandabile, seguite da una più rassicurante, che all'inizio mi sembrava un papà con un bambino. Quando si avvicinò, scoprii che era invece una mamma, ma non una mamma qualsiasi: era la Spotakova! Fece anche un selfie, che è andato perduto (le "persone poco raccomandabili" erano il suo fan club). Il pomeriggio si aprì con la 50 km di marcia, dominata dal francese Diniz, poi tornai allo stadio, dove per noi la gara clou erano i 400 femminili. La Grenot partì forte, ma c'era sempre il timore che crollasse, come due anni prima (dove era crollata nel rettilineo finale ed era arrivata sesta), ma stavolta tenne fino alla fine e fu medaglia d'oro.

Sabato mattina ricordo che ero sul rettilineo opposto all'arrivo e vedevo bene la seconda frazione della 4X100, con la Schippers. Alla fine mi spostai sul lungolago per gli ultimi chilometri della Maratona femminile: la Straneo era in testa assieme a una francese e, dopo l'argento ai Mondiali dell'anno prima, ero convinto che avrebbe vinto. Invece fu di nuovo argento. La sera ricordo il quinto posto della Pedroso nei 400hs, che anni dopo divenne un quarto.

La domenica mattina era dedicata alla Maratona maschile. Il percorso era in quattro giri: un punto, tra i più in alto, passava accanto al Politecnico, che era anche vicino al mio albergo. Accanto c'era anche una funicolare, che portava in un altro punto del percorso, sul lungolago. Facendo su e giù, ho potuto così vedere 8 passaggi, fino all'ultimo, in cui Meucci era rimasto da solo. Ho cercato di raggiungere la zona dell'arrivo, ma c'era troppa folla (nella seconda foto, tratta dalla pagina FB di Cooly, come l'altra).

L'ultimo pomeriggio tra i locali c'era grande attesa per la 4X100 femminile: i giornali cantavano le lodi della nuova stella Kambundji (che, certo, non era quella di adesso). L'attesa andò delusa: il quartetto svizzero perse il bastoncino in partenza. Si sparse anche voce che la Kambundji, in prima frazione, si fosse scordato di prenderlo all'avvio. Invece sembra che l'avesse perso dandoselo sul ginocchio in avvio. Con l'esclusione di Svizzera e Olanda, l'Italia arrivò quarta, a 4/100 dal bronzo: alla fine quella che doveva essere la nostra staffetta più scarsa fu quella che si piazzò meglio- La 4X400 femminile, la più attesa, arrivò 7^ (ma, visti i tempi, non sarebbe mai potuta arrivare meglio che 5^), 4X100 maschile saltata in finale, 4X400 maschile fuori dalla finale.

A Zurigo seguì Amsterdam, poi Berlino. Ci sarebbe dovuta essere Parigi, invece riprendiamo adesso con Monaco.




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