martedì 16 agosto 2022

Campionati europei di nuoto a Roma - 5^ giornata (15/08/2022)

 

Grazie alle strade deserte di Ferragosto, arrivo prima del previsto, quando non hanno ancora aperto i cancelli. Anche una volta dentro, molti negozi non sono nemmeno aperti. Scopro che almeno per le batterie di stamattina, mi fanno entrare nella tribuna Monte Mario. Naturalmente, per il posto c’è l’imbarazzo della scelta: cerco di posizionarmi in linea con l’arrivo, ma poi scoprirò di essere leggermente dietro e di non vedere benissimo i tocchi. Vedo invece bene i telecronisti RAI (pensavo fossero nello studio all’angolo, invece sono in tribuna stampa). Il problema principale sarà che ogni tanto qualcuno si posizionerà in piedi davanti alla balaustra: dopo un primo invito a sedersi, completamente ignorato, mi rassegnerò. A un certo punto arriva un gruppo di ragazze, tra cui una nuotatrice italiana (che alla fine, sbirciando il nome sulla borsa, scoprirò trattarsi della Tarantino), che chiede e ottiene di sistemarsi nella tribuna laterale, normalmente riservata ai tuffi. La nuotatrice ha una cuffia, confezionata, col nome di Popovici: mi chiedo se l’abbia ottenuta in uno scambio o le vendano, come le maglie dei calciatori.





Si parte con i 50sl femminili. Le batterie sono a ciclo continuo, si parte appena i concorrenti della precedente sono usciti dall’acqua (solo una volta, nei 100 dorso femminili, ci sarà un’interruzione per un controllo). Nel dorso c’è in più la complicazione di montare e smontare il supporto di partenza tutte le volte. Ancora grandi risultati degli italiani: nei 50 rana maschili 4 nei primi 4, nei 200 farfalla, sempre maschili 3 nei primi 5, con Burdisso fuori. In 4 delle 5 gare individuali con tre turni, l’Italia senza il limite avrebbe più di due semifinalisti (nella quinta, i 200 misti donne, le iscritte erano solo due), l’Olanda in 2, Francia, Ungheria e Polonia in una ciascuna. Nei 200 farfalla, su 10 eliminati in tutto, la metà sono vittima del limite per nazione (che, beninteso, trovo giustissimo). Mi diverto anche a confrontare i tempi con quelli della mia infanzia: noto che nei 100 dorso quasi tutte scendono sotto il primo record mondiale che ricordi (1:02.99, di una tedesca est), nei 200 farfalla qualcuno passa ai 100 al di sotto del record di Mark Spitz, mentre nei 200 misti la Geweniger avrebbe ancora il miglio tempo (ma non lo faceva in batteria)



C’è poi la staffetta 4X100sl mista: dopo due rinunce, rimangono 10 squadre, di cui due sono Armenia ed Albania, per cui le altre (o almeno la maggior parte) sarebbero passate anche schierando una squadra solo femminile. L’Italia fa il terzo tempo. Si chiude con i 1500sl maschili: dopo due rinunce (che nella seconda batteria lasciano la piscina mezza vuota, sono piene solo le corsie da 1 a 5) rimangono in 11, di cui uno ariva a mezzo minuto da tutti gli altri e un altro (il nostro De Tullio) rimane fuori per il limite per nazione. Più combattuta la prima, dove Acerenza vince in rimonta, battendo anche Wellbrock. Nella seconda, Paltrinieri e Romanchuk vanno aventi in parallelo, stancamente (ma comunque più veloci dell’altra batteria) fino a 400 metri dalla fine, poi l’ucraino prende il largo e Greg cede anche il secondo posto a Joly. Qualcuno commenterà poi che è stata una gara a perdere generale, per finire nelle corsie laterali.

Ci sono più di due ore di intervallo, prima dei tuffi (per i quali sono cominciati i preparativi già alle 10). In giro per gli stand si vede Rosolino, sempre molto ricercato (ma forse non l’avrei riconosciuto da solo e senza la maglia della nazionale). Mi siedo vicino a un bar a scrivere queste note: si sentono voci dal tendone del sincro, poi si sente un inno, che non riconosco, ma controllo che si tratta di quello ucraino. Poi però suona anche l’inno di Mameli. Dopo un po’ mi accorgo che accanto a me c’è la squadra britannica di sincro.



E’ l’ora dei tuffi, e per quelli scopro che devo andare nella tribuna Tevere, sotto il sole a picco. Fa veramente, ma veramente caldo, è la classica ora in cui invitano a non uscire. Dopo un po’ vedo delle sincronette che si riscaldano nella piscina accanto e le invidio perché sono in acqua. Scatterò foto (e twitterò) alla cieca, perché col sole non si vede lo schermo. A un certo punto mi accorgo che anche i giudici usano uno schermo per votare e mi chiedo come facciano.







La gara è il “team event”, di cui prima di venire non sapevo nulla. Scopro che si tratta di un tuffo maschile, uno femminile e uno sincronizzato misto, prima dal trampolino e poi dalla piattaforma (quindi sei tuffi in tutto). Le squadre sono di due uomini e due donne, che possono suddividersi liberamente i tuffi. Ogni squadra effettua il tuffo femminile e quello maschile dalla stessa altezza in successione: vedendoli di file, soprattutto quelli dal trampolino, ci si rende conto della differenza di potenza e conseguentemente della difficoltà del tuffo sincronizzato misto.

L’Italia, che salta per prima, perde terreno nel tuffo maschile dal trampolino, ma poi recupera e con un gran tuffo maschile dalla piattaforma si porta in testa: arriva all’ultimo tuffo con 6 punti di vantaggio sull’Ucraina e 13 sulla Gran Bretagna. E’ anche la prima gara dove il tifo italiano non è quello che si sente di più: i britannici sono incitati a gran voce dai loro compagni di squadra. Numerosi anche i tedeschi, credo anche loro soprattutto membri della squadra, ma si vedono anche spagnoli e francesi. L’ultimo tuffo italiano, il sincro misto, a me sembra ben fatto, ma non ha un punteggio altissimo L’Ucraina, però, recupera solo 3 punti e quindi rimane dietro di 3. Ormai è fatta, anche la Gran Bretagna rimane molto dietro. Nonostante i caldo, quasi tutti si fermano per la premiazione (non solo gli italiani), ma l’attesa sembra lunghissima. Nella premiazione si rivede Dibiasi, che consegna i peluche. Poi si canta di nuovo l’inno, che stavolta non si sente tantissimo, rispetto al nuoto siamo in pochi.



C’è giusto il tempo di prendere un gelato e poi si va alla piscina del sincro (anzi, nuoto artistico), che poi è il campo Pietrangeli del tennis. Almeno è al coperto, ma il caldo si sente: dopo un po’ si leverà un po’ di vento e si starà un po’ meglio. Sono sul lato opposto a quello dove le atlete entrano in acqua, quindi credo il più favorevole. Si parte con la Svizzera, e la prima cosa che noto, rispetto a quello che si vede in TV, è che le nuotatrici occupano solo una piccola parte della piscina (in TV non sembrava, visto che sono sempre inquadrate da vicino). Un’altra cosa che non mi aspettavo è che, siccome a volte la parte principale dell’azione si svolge sott’acqua e lo schermo le inquadra anche lì, si pone il problema di quando guardare lo schermo e quando dal vivo, come negli sport che si svolgono in un “campo” ampio (es. motori, sci di fondo).






Mi rendo conto di non essere assolutamente in grado di valutare le prestazioni. La Turchia, che si esibisce per terza al suono della “Marcia alla turca”, mi sembra all’altezza delle altre, se non meglio, invece è nettamente ultima (tra l’altro la Turchia viene chiamata col nome turco, anziché con quello inglese come le altre: “Turkey” è forse considerato offensivo per l’omonimia col tacchino?). Di contro Israele mi sembra peggio delle altre, forse perché ormai mi sembrano tutte uguali, invece va in testa. Poi però arriva l’Ucraina, e si capisce subito he è un’altra cosa, come con Plushenko a Vancouver: salti più alti e più complessi, che le portano nettamente in testa. La Germania mi sembra ci vada vicina, ma forse sono fuorviato dal tifo che sento (i tedeschi sono il gruppo più numeroso dopo gli italiani): è solo quarta. La stessa impressione me la dà l’Italia, ma temo ancora di essere influenzato dal tifo, sia mio che della folla, invece stavolta è vero: siamo secondi. Chiude la Francia, che arriva terza, e solo allora si nota che ci sono parecchi francesi, anche due file davanti a me.





Dopo la premiazione rimango soprattutto per scrivere: premiano l'Italia per la Coppa LEN (ma senza inno), poi è previsto il "Gala Event", che non so cosa sia. Scopro che si tratta di esibizioni dove le squadre, in formazioni inusuali, rendono omaggio all'Italia esibendosi di solito su musiche italiane, comprese "Felicità" e "L'italiano". Alla fine l'ho trovato godibile, ma alle 17,30 l'ho lasciato per avere una pausa prima del nuoto.






Anche stasera mi hanno fatto entrare nella tribuna Monte Mario. Dopo aver dato un'occhiata in zona arrivi, decido ancora di sistemarmi nel lato opposto, dove c'è ancora molta disponibilità. stavolta la vista dell'arrivo non è ostruita, ma lo è un po' quello del tabellone. Il problema saranno ancora tutti quelli che rimarranno in piedi alla balaustra, all'uscita delle vicine scale, spesso sordi ai numerosi richiami. Uno, che stava reggendo uno striscione, invitto ad allontanarsi dalla hostess, se ne andrà anche scocciato. Vicino a me ci sono molti romeni, ed altri se ne vedono dall'altro lato. Si vedono anche dei bosniaci, che festeggeranno il bronzo nella prima gara, i 100 farfalla femminili. Rispetto agli altri giorni in cui ero da questo lato, la tribuna Monte Mario mi sembra leggermente più piena, ma la Tevere molto meno.



La seconda gara è quella clou per gli osservatori neutrali: i 200sl maschili. Sembra ci sia gara fino a metà, poi Popovici prende il largo nella terza vasca e nella quarta è una categoria a sé: vince con oltre due secondi di distacco, i 1:42.97, miglior tempo di sempre coi costumi in tessuto. Prima un italiano, poi l'altro sembrano in lotta per le medaglie, ma chiudono quarto e sesto. La medaglia arriverà subito dopo, nei 200 rana femminili, con la Carraro in crescendo, che si porta al secondo posto e nel finale sembra poter insidiare il primo, ma rimane seconda.

Si prosegue con le semifinali, dove prosegue il dominio italiano nei 50 rana maschili, ma anche nei 100 dorso donne la Panziera fa il miglior tempo e piazziamo due nuotatori in finale nei 200 farfalla maschile e una ciascuno nei 50sl e nei 200 misti femminili. Le semifinali saranno inframezzate dalle prime due premiazioni (la terza, quella dei 100 farfalla, avverrà alla fine): Popovici sarà premiato dalla Potec (quella che beffò la Pellegrini ad Atene 2004) con Lamberti e si sentirà cantare l'inno (ok, io avevo anche i romeni vicino). 




Rimangono tre finali, tra cui le due più importanti per noi. Nei 50 dorso Ceccon, in quinta corsia, non parte bene, ma all'avvicinarsi della piastra sembra in vantaggio sul greco in quarta e le insidie sembrano venire più dall'altro lato. Invece "l'apostolo di Cristo" (Apostolos Christou) toccherà prima per 4/100. I 1500 femminili offrono subito la possibilità (anzi, la quasi certezza) di rifarsi. Alla partenza sembrano velocissime per essere un 1500 e infatti la Quadarella fa la prima vasca in meno di 30". Ai 200 ha già quasi 2" sulla Caramignoli, seconda, e 4" sulla terza, ai 400 rispettivamente 4" e 6". Fino ai 700 guadagnerà quasi un secondo ogni 100 metri, poi l'ungherese si porterà in seconda posizione e recupererà qualcosa. Ai 1100 il podio è orai certo: Quadarella-Mihalyvari-Caramignoli. La romana vince di 8", con un tempo neanche eccezonale per lei, ma ricordo bene quando sarebbe stato nettamente record italiano maschile (se è per questo, ho anche l'età per ricordare quando il tempo della Caramignoli sarebbe stato record maschile).

Si chiude con la staffetta 4X100sl mista: l'Italia ve in testa nella seconda frazione e ci rimane fino a metà della quarta, ma ci sono 3 squadre in 8/100 e 4 in una quarantina e alla fine Francia, Gran Bretagna e Svezia, nell'ordine, ci superano. Naturalmente mi fermo per a premiazione ei 1500, effettuata dalla Filippi: l'inno si sente ancora forte.





Mi allontano mentre suonano l'inno francese, il sesto diverso della giornata, nel solo nuoto. Domani altra giornata piena, ma di solo nuoto e tuffi.

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