giovedì 18 agosto 2022

Campionati europei di nuoto a Roma - 7^ giornata (17/08/2022)

 Per una volta cominciamo dalla fine, anche considerando che la prima foto è quella che va in copertina. Gli Europei si sono conclusi nel migliore dei modi, con un emozione paragonabile a quella di Parigi con Gibilisco o alle partite che hanno dato lo scudetto alla mia squadra. Per decenni abbiamo visto staffette con una squadra che faceva il vuoto e la lotta era solo per il secondo posto: tra le donne fino agli anni '80 era la DDR, tra gli uomini spesso gli USA, ma a volte l'Australia. Adesso, almeno in Europa e nella staffetta mista, siamo noi. Ceccon e Martinenghi ci danno 3" di vantaggio, con Rivolta il vantaggio aumenta ancora leggermente, con Miressi molto di più. Si faticava a trovare un'inquadratura con l'Italia e un'altra squadra. Quando Miressi tocca, c'è il tempo di girarsi a guardare il tempo (il tabellone è dal lato opposto agli arrivi) e poi girarsi di nuovo a guardare chi arriva secondo. Il distacco è di 4"04, tanto per dire, 6/100 in più degli USA di Mark Spitz nel 1972.



La giornata era cominciata alle 12, con i tuffi. Arrivo appena in tempo: il traffico è leggermente aumentato e parcheggio un po’ poi lontano di ieri (ma ieri erano le 9). Mentre mi affretto verso l’entrata, mi intimano in modo un po’ brusco di fermarmi per far entrare un pullman nel parcheggio riservato e dopo mi sgridano anche per non averlo fatto subito. Spero proprio che non mi facciano andare nella Tevere: fa ancora più caldo degli altri giorni. Fortunatamente mi fanno entrare nella Monte Mario, dove arrivo giusto in tempo: la trovo più affollata di ieri

Davanti c’è la squadra romena, con la sua bandiera. Si sente ancora molto il tifo tedesco, ma anche quello irlandese (ci sono due irlandesi di buon livello). Naturalmente si sente molto di più il tifo italiano: ci sarà un applauso particolarmente lungo al terzo tuffo della Jodoin di Maria. Il ritmo è serrato, spesso non faccio in tempo a leggere il risultato di una tuffatrice che si è già passati alla successiva. Anche stavolta, nessun riepilogo dei risultati dopo il primo e il terzo salto (dopo il secondo e il quarto sì, perché c’è il cambio dei giudici), per cui bisogna ricostruire la classifica dai risultati parziali che danno ad ogni tuffo, e andando avanti si complica anche per il fatto che una può rimanere dietro ad altre che hanno un tuffo in meno (es. la prima a tuffarsi può ritrovarsi sesta).

Le concorrenti sono 16 per 12 posti, e una è un’armena quindicenne con un programma molto più semplice delle altre, per cui forse non si qualificherebbe nemmeno se prendesse tutti 10 (e non è il caso, anche perché i giudici sembrano più severi nei tuffi facili: un suo tuffo semplice all’indietro mi sembrava ben fatto, ma prende 5). Di conseguenza, viene eliminata solo chi fa disastri, in particolare una norvegese che fa un tuffo “abbondantissimo”, con entrata quasi completamente orizzontale. Le italiane, seconda e terza dopo due salti, chiudono terza e undicesima.






C’è una pausa di circa 40 minuti prima della prossima gara, il sincro misto dal trampolino. Nonostante i tempi stretti, provo a mangiare al pasta truck, ma è tutto prenotato (non sapevo si potesse), per cui ripiego su un panino. Ritorno in tribuna una decina di minuti prima dell’inizio e mi siedo un po’ più avanti di prima. Accanto a me si piazza la squadra ucraina. La gara parte, e ci metto un po’ a rendermi conto che devo guardare il trampolino e non la piattaforma. Alcune squadre sono indicate con prima l’uomo, altre con prima la donna (e non centra il lato da cui si tuffano, che è lo stesso per tutti. La Francia schiera una tuffatrice che ha appena finito la gara dalla piattaforma (senza qualificarsi). I tedeschi sembrano da subito i meglio sincronizzati, anche se il pubblico sembra apprezzarli più dei giudici. Prima dell'ultimo salto sono comunque in testa, con l'Italia terza e più vicina alla seconda (Gran Bretagna) che alla quarta (Svezia). La Gran Bretagna salta per prima e non fa niente di eccezionale, visto il tuffo dell'Italia il sorpasso mi sembrava possibile, invece perdiamo terreno e salviamo il bronzo per 6/100.




C'è una pausa di poco meno di mezz'ora prima della finale della piattaforma: rimango sugli spalti. Ci sono dei tuffi di riscaldamento, per lo più dalla piattaforma da 5 metri. C'è anche una che sembra una bambina aggregatasi per gioco, ma al momento della presentazione scoprirò che si tratta della romena Muscalu, la prima finalista in ordine di salto (quindi l'ultima in ordine di qualificazione). Anche la nostra Biginelli, vista accanto alle altre sembra molto più piccola (hanno entrambe 19 anni). Presentano i giudici, senza dire la nazionalità, a differenza che nel 2009. Immagino comunque che siano ancora tutti neutrali: penso spesso alla frustrazione dei giudici delle nazioni principali, che non possono mai giudicare una finale. Giudici che comunque non convincono molto il pubblico, anche quello più competente di me: in particolare sembra penalizzata la Jodoin al primo e all'ultimo salto. Si arriva all'ultimo turno con l'ucraina in testa, dopo quattro tuffi con valutazioni simili, anche se a me sembravano molto diversi. Al quinto fa molto bene e viene premiata, ma la britannica Spendolini fa ancora meglio e la supera. Italiane terza e quinta.





Mi fermo solo alla prima premiazione, quella del sincro. Esco verso le 16 e trovo gente in coda ad aspettare l'apertura dei cancelli per il nuoto. Visto il caldo e l'assenza di posti all'ombra, decido anch'io di entrare il prima possibile e scrivere dalla tribuna. Sono dentro poco dopo le 17: essendo entrato dall'altro lato, per un attimo penso di sistemarmi in zona arrivi, ma c'è posto solo dietro il bordo e temo di non vedere i tocchi, quindi torno dal lato solito e mi siedo in un posto vicino a quello di ieri. La Monte Mario si riempirà più o meno come ieri, la Tevere anche di più. La comunità straniera più numerosa stavolta sembra quella tedesca, che si farà sentire soprattutto durante le due gare dei 400sl, ma durante le premiazioni si vedranno altre medaglie di paesi coinvolti, dalla Lituania alla Danimarca.




Si parte coi 50sl maschili: si alzano quelli vicino alla scalinata, per cui fatico a vedere. Mentre guardo Zazzeri, che sembra tagliato fuori, Deplano conquista invece l'argento. Poi, nei 50 rana femminili, la Pilato sembra saldamente in testa fino a pochi metri dalla fine (ma guardando il replay, forse era prospettiva), ma è la Meilutyte che tocca per prima. Ci rifacciamo nei 100 dorso: stavolta Ceccon parte bene e vira per primo, nella vasca di ritorno il greco sembra insidiarlo, ma anche qui probabilmente è prospettiva. il successo finale è netto. La prima serie di finali si chiude coi 200 farfalla femminili, dove la bosniaca Pudar parte forte (100 sotto il minuto) e tiene fino alla fine, con la Cusinato bronzo.



Dopo le prime due premiazioni, si prosegue con i 200 misti maschili, dove Razzetti conquista il bronzo rimontando nell'ultima vasca. Cominciamo a sperare di andare a medaglia in ogni gara, ma si sa che due sono a rischio. Come previsto la medaglia arriva anche nei 400sl femminili: parte forte la Gose, ma la Quadarella le resiste un po' più delle altre: a metà gara il distacco è di 2" con lei, di 4" con le altre. Dai 250 l'italiana sembra rimontare, ma in realtà lo fa solo di poco: è l'ampliarsi del divario con le altre che fa sembrare più piccolo quello tra le prime due. Nell'ultima vasca si avvicina davvero, ma rimane ancora a 60/100. Non arriva invece la medaglia nei 400sl maschili, dove Detti sembra in corsa per i primi 100-150, ma poi cede.


E' di nuovo il momento di cantare l'inno, per Ceccon, e si sente forte come non mai. Poi, dopo aver ascoltato l'inno bosniaco, ci sono le ultime due gare, le staffette miste. In quella femminile l'Italia è in testa dopo le prime due frazioni, ma si capisce che il vantaggio potrebbe non bastare. Dopo la terza frazione è terza, ma un secondo sull'Olanda è poco e infatti per 20/100 non basta. Vince la Svezia davanti alla Francia. E poi c'è l'apoteosi della staffetta mista maschie, di cui ho parlato all'inizio.





Rimangono solo le premiazioni, ma quasi nessuno va via. Tra i premiatori, diverse vecchie glorie italiane: Pellegrini, Rosolino, Calligaris (che sul tabellone diventa Callegaris). Suona due volte l'inno tedesco e io lo canto (ho vissuto in Germania), ma mentre ad altre manifestazioni lo cantavo come consolazione di non poter cantare quello italiano, stavolta lo faccio pensando che è giusto che qualche volta suoni anche quello. Si arriva alla premiazione della staffetta maschile, con l'inno che si sente ancora fortissimo e all'ingresso del corridoio che porta a bordo vasca si vede tutta la nazionale italiana che lo canta. Nazionale che subito dopo sfilerà a bordo vasca, mentre io esco, ma tanti rimangono.






Da domani a Monaco, ma sarà difficile provare le stesse emozioni. In questi giorni a volte ho rimpianto di non esserci andato prima: adesso non lo penso più, valeva proprio la pena essere qui sstasera.


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