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Arrivo al percorso della marcia verso le 9,10, pensando di trovare la gara già cominciata (doveva cominciare alle 9,05). Invece trovo le atlete che si riscaldano ancora e lo speaker che tace. Leggo di un rinvio a causa di una fuga di gas nei dintorni, poi incontro anche Baldini che dice che si dovrebbe cominciare alle 9,35. Intanto continuo a girare il percorso alla ricerca di un posto in prima fila: lo trovo davanti a un chiosco.
Arrivo al percorso della marcia verso le 9,10, pensando di trovare la gara già cominciata (doveva cominciare alle 9,05). Invece trovo le atlete che si riscaldano ancora e lo speaker che tace. Leggo di un rinvio a causa di una fuga di gas nei dintorni, poi incontro anche Baldini che dice che si dovrebbe cominciare alle 9,35. Intanto continuo a girare il percorso alla ricerca di un posto in prima fila: lo trovo davanti a un chiosco.
Le 9,35 passano e la gara non parte, anzi si vede la Trapletti con tuta e zaino. Lo speaker parla soltanto per dire che ci informerà. Si legge di un rinvio alle 10,55, in contemporanea con la gara maschile: dopo un po' lo conferma anche il direttore delle competizioni, aggiungendo "sperando di essere puntuali". Vado a fare un giro nel centro commerciale della piazza, anche per sedermi: torno verso le 10,30, ma già non si trova più posto di nuovo. Alla fine ne trovo uno, di fronte allo spugnaggio. Si vedono molti italiani, ma anche spagnoli. Vicino a me c'è un gruppo di tifosi tedeschi con maglie della Dinamo (non so quale).
La gara parte e si fanno subito due gruppi separati di uomini e donne: quello degli uomini rimane più compatto, quello delle donne si sgrana prima. All'8° km i primi uomini doppiano le ultime donne (l'anello è di 1 km), al 10° cominciano i doppiaggi tra donne, al 15° i primi uomini doppiano le prime donne e non ci si capisce più niente. Ed è proprio in quel momento che la Drahtova fa il vuoto: la Palmisano rimane seconda con la spagnola Perez, a un certo punto sembra poter rimontare, ma è invece la Perez a rimontare e a passare in testa. La Drahtova sembra crollare, ma mantiene un buon margine sulla Palmisano, che chiude terza.
Il gruppo di testa degli uomini si riduce molto gradualmente: quando sono rimasti una decina ci sono ancora gli italiani Stano e Rubino. Alla fine rimangono in 3: due spagnoli e un russo, con Stano quarto, ma che sembra tagliato fuori. All'arrivo del primo passo a seguire la gara femminile e quindi non mi accorgo che Stano è arrivato a 1 secondo dal terzo.
La sera mi faccio l'half-shave in onore di Gimbo Tamberi e arrivo allo stadio verso le 19,35. C'è un po' di coda ai cancelli, che comunque si esaurisce in 3-4 minuti. L'idea è quella di prendermi da mangiare prima che inizino le gare, ma trovo coda ai chioschi (quelli interni allo stadio sono gli unici che vendono sia da mangiare, sia da bere, quindi scelgo uno di questi) e quindi entro appena in tempo per la presentazione di Tamberi. Di passaggio prendo il programma giornaliero, che cita Meucci tra i favoriti della Maratona di domani, non sapendo che non corre. Devo dire che è un po' meglio di quello, orribile, di Londra, ma la parte più interessante è la storia a puntate di Paperino agli Europei.
Sono nello stesso settore di ieri, solo due file dietro, quindi in ottima posizione per l'alto. L'anello inferiore è quasi tutto pieno, tranne un settore, quello superiore per buona parte: i biglietti venduti sono 60.500. Vedo abbastanza beve anche l'atterraggio del disco, mentre il lungo femminile, dal lato opposto mi rassegno a guardarlo sullo schermo.
A differenza della gara femminile di ieri, l'alto ha una progressione molto brusca, tanto che basterà superare due quote per arrivare quinti, come nella gara femminile di Rio. Quando Tamberi è uno dei 3 a superare 2,28 alla prima comincio a fare i conto alla rovescia dei salti che mancano alla medaglia: Arrivo a 1, con il bielorusso che si lasca un tentativo a 2,31. Li supera, e anche molto bene, per cui Tamberi rimane quarto, si lascia due tentativi a 2,33 e nel primo dà l'impressione di potercela fare, ma esce. Vince il tedesco, di cui è meglio che non scriva il nome.
Quella che doveva essere la gara più scontata della giornata, e forse degli interi campionati, il disco donne, offre invece parecchie emozio.ni. Nei primi 4 lanci la Perkovic riesce a fare solo 2 nulli e 2 lanci sotto i 60 e si ritrova terza. La Osakue (che lanciava per prima), al secondo lancio si ritrova seconda, per poi concludere settima i primi 3 lanci. Al quinto va molto vicino alla fettuccia dei 60 metri, tanto da farmi sperare che si piazzi temporaneamente sul podio, invece è quinta, a 61 cm. dal podio. La Perkovic poi sistemerà tutto sparando 67 metri al quinto lancio. Arriveranno sul podio anche Mueller e Craft, che avevo conosciuto ad Amsterdam e trovato squisite.
Nel lungo si rimane su misure basse: la Mohambo prende la testa al secondo salto e la mantiene fino alla fine, anche se negli ultimi 3 salti prima del suo le arrivano tutte molto vicine, Su pista, noi puntavamo su Crippa nei 5000, che all'attacco decisivo si ritrova 5*: nel rettilineo finale riuscirà a recuperare una posizione, ma non oltre. La gara segnerà una vittoria di Jakob Ingebritsen: semplicemente mostruoso.
Ma si sa, l'Italia puntava soprattutto sulle due 4X400. Quella maschile lotta, ma non basta: arriva 6^. Forse si poteva fare qualcosa di più, ma per le medaglie era dura. La staffetta femminile, si svolge, incredibilmente, lo stesso giorno della finale dei 400, per cui potremmo avere anche il vantaggio di non avere finaliste. Non lo sfruttiamo: è proprio la finalista mancata, la Grenot, a perdere terreno rispetto ad atlete che avevano corso la finale. Chiudiamo quinte, con tanti rimpianti perché si vince con un tempo alla nostra portata. Stamattina, quando avevo incontrato Baldini, gli avevo sentito dire "non nascondiamoci, oggi è la nostra giornata. Non l'abbiamo sfruttata.
All'uscita, data la folla, per la prima volta contingentano gli accessi alla metro. In coda con c'è anche un gruppo della nazionale olandese, tra cui il bronzo dei 400, Lisian de Witte (nell'ultima foto sotto)
La gara parte e si fanno subito due gruppi separati di uomini e donne: quello degli uomini rimane più compatto, quello delle donne si sgrana prima. All'8° km i primi uomini doppiano le ultime donne (l'anello è di 1 km), al 10° cominciano i doppiaggi tra donne, al 15° i primi uomini doppiano le prime donne e non ci si capisce più niente. Ed è proprio in quel momento che la Drahtova fa il vuoto: la Palmisano rimane seconda con la spagnola Perez, a un certo punto sembra poter rimontare, ma è invece la Perez a rimontare e a passare in testa. La Drahtova sembra crollare, ma mantiene un buon margine sulla Palmisano, che chiude terza.
Il gruppo di testa degli uomini si riduce molto gradualmente: quando sono rimasti una decina ci sono ancora gli italiani Stano e Rubino. Alla fine rimangono in 3: due spagnoli e un russo, con Stano quarto, ma che sembra tagliato fuori. All'arrivo del primo passo a seguire la gara femminile e quindi non mi accorgo che Stano è arrivato a 1 secondo dal terzo.
La sera mi faccio l'half-shave in onore di Gimbo Tamberi e arrivo allo stadio verso le 19,35. C'è un po' di coda ai cancelli, che comunque si esaurisce in 3-4 minuti. L'idea è quella di prendermi da mangiare prima che inizino le gare, ma trovo coda ai chioschi (quelli interni allo stadio sono gli unici che vendono sia da mangiare, sia da bere, quindi scelgo uno di questi) e quindi entro appena in tempo per la presentazione di Tamberi. Di passaggio prendo il programma giornaliero, che cita Meucci tra i favoriti della Maratona di domani, non sapendo che non corre. Devo dire che è un po' meglio di quello, orribile, di Londra, ma la parte più interessante è la storia a puntate di Paperino agli Europei.
Sono nello stesso settore di ieri, solo due file dietro, quindi in ottima posizione per l'alto. L'anello inferiore è quasi tutto pieno, tranne un settore, quello superiore per buona parte: i biglietti venduti sono 60.500. Vedo abbastanza beve anche l'atterraggio del disco, mentre il lungo femminile, dal lato opposto mi rassegno a guardarlo sullo schermo.
A differenza della gara femminile di ieri, l'alto ha una progressione molto brusca, tanto che basterà superare due quote per arrivare quinti, come nella gara femminile di Rio. Quando Tamberi è uno dei 3 a superare 2,28 alla prima comincio a fare i conto alla rovescia dei salti che mancano alla medaglia: Arrivo a 1, con il bielorusso che si lasca un tentativo a 2,31. Li supera, e anche molto bene, per cui Tamberi rimane quarto, si lascia due tentativi a 2,33 e nel primo dà l'impressione di potercela fare, ma esce. Vince il tedesco, di cui è meglio che non scriva il nome.
Quella che doveva essere la gara più scontata della giornata, e forse degli interi campionati, il disco donne, offre invece parecchie emozio.ni. Nei primi 4 lanci la Perkovic riesce a fare solo 2 nulli e 2 lanci sotto i 60 e si ritrova terza. La Osakue (che lanciava per prima), al secondo lancio si ritrova seconda, per poi concludere settima i primi 3 lanci. Al quinto va molto vicino alla fettuccia dei 60 metri, tanto da farmi sperare che si piazzi temporaneamente sul podio, invece è quinta, a 61 cm. dal podio. La Perkovic poi sistemerà tutto sparando 67 metri al quinto lancio. Arriveranno sul podio anche Mueller e Craft, che avevo conosciuto ad Amsterdam e trovato squisite.
Nel lungo si rimane su misure basse: la Mohambo prende la testa al secondo salto e la mantiene fino alla fine, anche se negli ultimi 3 salti prima del suo le arrivano tutte molto vicine, Su pista, noi puntavamo su Crippa nei 5000, che all'attacco decisivo si ritrova 5*: nel rettilineo finale riuscirà a recuperare una posizione, ma non oltre. La gara segnerà una vittoria di Jakob Ingebritsen: semplicemente mostruoso.
Ma si sa, l'Italia puntava soprattutto sulle due 4X400. Quella maschile lotta, ma non basta: arriva 6^. Forse si poteva fare qualcosa di più, ma per le medaglie era dura. La staffetta femminile, si svolge, incredibilmente, lo stesso giorno della finale dei 400, per cui potremmo avere anche il vantaggio di non avere finaliste. Non lo sfruttiamo: è proprio la finalista mancata, la Grenot, a perdere terreno rispetto ad atlete che avevano corso la finale. Chiudiamo quinte, con tanti rimpianti perché si vince con un tempo alla nostra portata. Stamattina, quando avevo incontrato Baldini, gli avevo sentito dire "non nascondiamoci, oggi è la nostra giornata. Non l'abbiamo sfruttata.
All'uscita, data la folla, per la prima volta contingentano gli accessi alla metro. In coda con c'è anche un gruppo della nazionale olandese, tra cui il bronzo dei 400, Lisian de Witte (nell'ultima foto sotto)
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