mercoledì 23 agosto 2023

Mondiali di atletica a Budapest - 4^ giornata (22-08-2023)

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E' una serata che ripaga di tutte le delusioni e le frustrazioni di questi anni, di tutte le volte che ho pensato "ma perché non vado a vedere la scherma", dello sconforto di Londra : dopo Olimpiadi, Mondiali indoor, Europei outdoor e indoor, Diamond League ed Europeo a squadre, Gimbo Tamberi vince anche i Mondiali all'aperto. Delle precedenti vittorie, io ero presente solo ai due Europei all'aperto, Amsterdam 2016 e Monaco 2022.



Lo stadio è un po' più pieno di ieri. Le tribune sopra la prima curva (dove si svolge l'alto) e sopra il rettilineo opposto all'arrivo lo sono quasi del tutto, dalle parti della seconda curva c'è qualche vuoto, mentre il secondo anello dalla parte dell'arrivo è quasi completamente vuoto. Si vedono molte più bandiere italiane del solito, e  si faranno notare sempre più (ma stavolta dietro di me c'è un gruppo di locali). Il salto in alto comincia verso le 20: alla presentazione Barshim (che viene presentato per ultimo, nonostante il n.1 del ranking sia Harrison) è quello che raccoglie più applausi, seguito da Tamberi. In Akamatsu, che salta per primo, mi sembra di riconoscere uno dei giapponesi con la maglia della nazionale che avevo incontrato al pub ieri, ma magari sono io che (come quasi tutti gli occidentali) non so riconoscere gli asiatici, mi sembra strano che un'atleta la sera prima della gara sia al pub.




Si parte da 2,20, ma Barshim, Harrison e Tamberi passano. Solo in 3, tra cui Fassinotti, non la superano al primo. A 2,25, sorprendentemente solo in 4 la superano al primo e tra questi non ci sono né Tamberi né Barshim. Entrambi rimedieranno al secondo con ampio margine e Tamberi festeggerà come se fosse un salto ben più importante. Alla fine usciranno in due: Fassinotti e l'ucraino Dorosschuk. Tamberi supera i 2,29 alla prima, con grande sicurezza, così come Barshim e altri 3. Dopo 3 quote rimangono solo in 2 senza errori: Harrison e Woo. Escono in 4, tra cui Starc, McEwen, che continua a saltare molto in alto e poi abbattere l'asticella coi talloni, si salva alla terza.

A 2,33 sono rimasti in 7. Li superano al primo Barshim, poi Harrison e poi Tamberi, con amplissimo margine (almeno così mi sembra dalla mia posizione). Mi alzo in pedi ad esultare, comincio a sentire la medaglia vicina. Riesce anche Zayas, che festeggia come se avesse vinto una medaglia, poi Poyte alla seconda, mentre gli altri due si conservano tentativi: a 2,36 sono quindi ancora in 7. Barshim salta per primo e sbaglia: intravedo appena il suo salto perché si svolge durante l'arrivo di una semifinale dei 400. Sbagliano altri 3, tra cui Harrison per la prima volta, ed è il turno di Tamberi. Gimbo supera l'asticella magari non col margine dei 2,33, ma sempre nettamente, come raramente gli avevo visto fare su quote così alte. Comincio a credere nell'oro: mi sembra difficile che qualcuno superi 2,38, e comincio il conto alla rovescia per la medaglia matematica. Alla seconda Barshim sbaglia ancora nettamente, mentre Harrison ce la fa. Pensavo che Barshim si conservasse il tentativo e invece prova ancora i 2,36 e sbaglia, senza mai dare l'impressione di potercela fare. Anche questo errore passa quasi inosservato per la concomitanza con la finale dei 1500 femminili.

A 2,38 vanno quindi Tamberi e Harrison. Alla prima sbagliano tutti e due nettamente, alla seconda danno entrambi l'impressione di potercela fare, ma Tamberi di più. Si arriva al terzo tentativo dell'americano quando le gare su pista sono appena finite ed è il terzo errore. Parte la festa: Tamberi si toglie la canotta e va sotto la curva, che il settore con più italiani. Si vedono bandiere italiane sventolare come non se ne vedevano da decenni in uno stadio di atletica: si sa che a Tokyo non ci potevano essere bandiere di nessun paese, ma anche se ci fosse stato il pubblico, non so quanti italiani sarebbero andati, certo non io. All'altoparlante mettono "Sarà perché ti amo", poi "Nel blu dipinto di blu" (ma in spagnolo), poi "Un'estate italiana", poi ancora "Sarà perché ti amo. Mentre il pubblico (esclusi ovviamente gli italiani) comincia a sfollare, entrano in pedana i fotografi e anche il figlio di Barshim, che Tamberi mette sul materasso, ma ufficialmente la gara non è finita, il tabellone segna 2,40. Sembra quindi che Tamberi si sia lasciato un tentativo a quella quota, ma ci si chiede se lo farà davvero. Lo fa, ma passa sotto. Viene intervistato, e dopo una frase in inglese saluta in italiano pensando (giustamente) che siano rimasti quasi solo italiani.





Per il resto, dopo una giornata in cui, tra le alte cose, avevo nuotato in una piscina storica del nuoto magiaro e avevo visto Tamberi in una cartellone pubblicitario (non dei Mondiali), arrivo allo stadio in ritardo. Ero già partito tardi, ma speravo di far prima perché avevo scoperto che c'è un tram diretto dall'albergo allo stadio. Peccato che fosse pieno da non poter entrare, quindi ho dovuto ripiegare sul percorso degli altri giorni. Si entra più rapidamente del solito, anche perché sembra non abbiano voglia di fare controlli: faccio in tempo a vedere dallo schermo l'ultima batteria dei 100hs. Mi prendo da mangiare, quindi riesco a vedere solo il finale della prima batteria degli 800, con Tecuceanu che tiene agevolmente la terza posizione e si qualifica. Anche gli altri italiani andranno bene: Barontini centrerà la qualificazione, Pernici la sfiorerà, in un turno con molti eliminati eccellenti (3 keniani su 4, Bol, Tuka).

Le gare su pista proseguono con le semifinali dei 400hs donne. Si arriva alla terza, con la Folorunso che passerebbe anche arrivando quarta con meno di 54.19, ossia 3/100 in meno del record italiano, e visto la forma in  cui è penso ce la possa fare. Infatti arriva quarta, ma con un tempo oltre le previsioni: 53.89! Fuori la Muhammad. Sorprese anche nelle semifinali dei 400 maschili: nella prima Van Niekerk cede nel finale e arriva terzo (ma viene ripescato), nella seconda Hudson-Smith vince in 44.26: dopo 36 anni cade il record europeo. Ingvaldsen, che l'aveva sfiorato in batteria, arriva terzo e viene ripescato anche lui. Nella terza si fermano per infortunio in due, tra cui Gardiner, e Re arriva quarto con un dignitoso 45.29.


Ci sono poi le finali. Nei 1500 donne le Kipyegon parte ai 200 metri, fa il vuoto sempre più e vince con un tempo mostruoso, considerata la partenza tattica: 3:54.87. La Hassan subisce ancora la rimonta di un'etiope, ma stavolta si fa superare e arriva terza. La Cavalli si stacca ai 500 metri, arriva penultima, ma fa ancora il personale. Si chiude con i 3000 siepi, che seguo pochissimo per la concomitanza con l'epilogo dell'alto: El Bakkali stacca Girma e si permette anche di rallentare nel finale.




Ma c'è stato anche un altro concorso, che poi è la gara per cui, al di fuori dell'Italia, questa serata sarà ricordata di più: il disco donne. C'è anche la Osakue, che nperò non è mai in gara: un nullo, un 61,13 che si capisce subito non sarebbe bastato per entrare nelle 8 e un altro nullo, con cui finisce ultima. La Altman con 68,57 al primo sembra già mettere un ipoteca sull'oro, e infatti dopo tre turni è in testa di quasi due metri. Al terzo turno c'è la sorpresa dell'altra americana Tausaga, che dopo due lanci disastrosi si piazza al quarto posto con 65,56. Va già a esultare come se avesse vinto una medaglia, ma al quarto fa un lancio ancora più lungo, ma nullo. Al quinto succede di tutto: la Van Klinken passa da settima a seconda, la Feng la risupera, ma soprattutto la Tuluaga si migliora di altri 4 metri e va in testa. La Altman si migliora, ma rimane dietro. Al sesto turno le posizioni non cambieranno: vince quindi la Tausaga, in una delle più grandi sorprese della storia dei Mondiali.



Siamo così a 3 medaglie, quelle che consideravo l'obiettivo minimo e a cui comunque non arrivavamo dal 2003. Ma non è finita.


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