All'aeroporto di Ciampino incontro Roberta Bruni, che mi dice che lei, a differenza di altri atleti italiani (che, leggerò poi, hanno anche avuto problemi coi bagagli) prende il volo diretto anche perché è più comodo per le aste. Penso che tutte le volte che mi lamento dei bagagli, dovrei sempre ricordarmi di quelli che viaggiano con le aste. A differenza di altri che ho preso in passato, a cominciare da quello per Doha, questo è un volo in cui, se non proprio tutti, buona parte vanno ai Mondiali e si vede anche all'arrivo, con la corsa a guardare i risultati: la Bruni comunica il risultato della Iapichino e l'eliminazione della Bekh. All'arrivo ci sono i volontari già al ritiro bagagli, poi appena usciti c'è un punto informazioni (che non utilizzo).
Esco dall'albergo verso le 1e 17,30. Riguardando la strada, vedo che lo stadio è un po' più lontano di quanto pensassi: pensavo fosse sui 2 km, tanto che consideravo di farla a piedi, invece sono poco più di 3. Forse una volta la farò a piedi, ma non oggi. Anche il percorso non è molto lineare, bisogna prendere almeno due mezzi. All'arrivo del tram un cartello dice che si è a un lancio di giavellotto dal vedere i supereroi in azione, ma non è proprio così, nemmeno se consideriamo un lancio di Zelezny.
Arrivo a un grande ingresso (ce ne sono due in tutto), dove con un po' di difficoltà capisco (gli steward parlano inglese a fatica e solo se glielo chiedi espressamente) che devo lasciare lo zaino al deposito. Chiedo, ad alta voce, dove stava scritto, una guardia mi invita a seguirlo. Penso "adesso mi arrestano", invece mi mostra un cartello, che comunque si trova dopo l'ingresso, che dice che non sono ammessi zaini di formato superiore all'A4. Devo quindi decidere in fretta cosa tenere: oltre al binocolo, mi porto bandiera e cappellino.
Alla fine entro e decido anche di prendermi da mangiare, per cui ormai la cerimonia d'apertura è andata. Al bar se la cavano meglio col tedesco che con l'inglese, come la prima (e finora unica) volta che ero stato a Budapest, nel 1988. Sul tram avevo incontrato alcuni tedeschi e una famiglia di polacchi, entrando vedo molti australiani, britannici (quelli non mancano mai), qualche giapponese e anche una famiglia islandese. Lo stadio, comunque è molto bello, moderno e della dimensione giusta per una manifestazione del genere. Si riempirà per buona parte, ma non del tutto.
Il mio posto (che rimarrà lo stesso per tutta la manifestazione) è alla fine della prima curva. Oggi sono in ottima posizione per il disco e il triplo, mentre il peso è completamente dalla parte opposta. Nella mia fila e in quella davanti ci sono degli spagnoli, i miei vicini ho pensato a lungo fossero americani per poi scoprire nell'ultima gara che probabilmente erano britannici, dietro ci sono due giamaicane.
Si parte con le batterie dei 1500 maschili, Nella prima, grandi applausi per Ingebritsen, che parte come se stesse facendo una passeggiata e manda aventi gli altri, ma ai 400 è già terzo, a 200 metri dalla fine va avanti, ma può controllare perché ormai i primi 6 hanno preso il largo. Nella seconda, invece grande ammucchiata fino alla fine, con Bussotti che a 100 metri dall'arrivo è ancora quinto, ma poi arriva 13°. Nella terza c'è un atleta di casa, e dagli applausi si nota che il pubblico locale è pur sempre predominante Pubblico che però non sembra essersi accorto delle due ungheresi, di cui almeno una di buon livello, che stanno disputando il peso dell'eptathlon (le applaudiranno poi nei 200). Ottima gara di Arese, arriva quarto in 3'34", dando l'impressione di controllare. Meslek primo degli esclusi nell'ultima.
Mentre prosegue il disco, dove non ci saranno qualificati diretti (la misura era 66,50) si arriva alle qualificazioni del triplo. Si parte con molti nulli e salti modesti, per cui Bocchi con 16,20 si ritrova tra i primi, ma si capisce che non può bastare, infatti al secondo turno è già fuori. I risultati ci mettono sempre un po' ad arrivare, più che con le vecchie misurazioni manuali. Ihemeje invece fa 16,91 e si capisce che basterà Al terzo turno ne ha la certezza e rinuncia a saltare. Mi perdo 3 dei 4 salti sopra i 17 metri: solo quando danno la classifica scopro che Hebert, di cui avevo visto il salto a 16,99, aveva poi saltato 17,70. Bocchi al terzo salto si vede che si migliora, ma a occhio sembra non basti: invece sono 16,66 e per il momento è 10°. A due salti dalla fine è ancora 11°, poi salta un portoghese che aveva due nulli e fa 16,77. Bocchi sarebbe ancora dentro per un centimetro, ma manca Lazaro Martinez, che è proprio dietro di lui: si vede subito che è un gran bel salto, e infatti sono 17,12.
Le gare su pista proseguono con le batterie dei 100. Nelle seconda Ceccarelli è quarto: visto il tempo dei primi due, penso che potrebbe essere in lizza per i ripescaggi, invece si vede subito che è fuori. Peccato, la qualificazione non era impossibile, il terzo aveva fatto 10.17. Dopo la clamorosa eliminazione di Charleston nella quarta, la quinta si fa attendere e quando si arriva al via ci sono due false partenze. Alla partenza valida, Seville stacca subito Kerley: sembra che l'americano vada male, invece all'arrivo si scopre che è il giamaicano che ha fatto una gara mostruosa: 9.86! Nella sesta, Jacobs parte malissimo, poi recupera, mi sembra arrivi secondo, invece è terzo.
Finito il peso dell'eptathlon, allestiscono la pedana per la gara maschile. Per la prima volta vedo una fettuccia posizionata direttamente sul record del mondo (e l'altra è a 21 metri). Gli atleti vengono presentati come si usa adesso, non in ordine di lancio, ma crescente di ranking: non mi piace, penso che la presentazione dovrebbe servire a capire anche l'ordine di gara. Comincia Crouser, e parte subito con 22,63: meno male che stava male! Gli altri faticano: Weir e Fabbri fanno lanci che nell'andazzo generale non sarebbero neanche male, soprattutto il secondo, che va intorno ai 21, ma sono nulli. Weir non si riprenderà: 19,99 e un lancio disastroso, annullato. Fabbri invece al secondo fa 21,26: almeno rimane negli 8 (si spera) e la medaglia non è lontanissima. Arriva al terzo lancio che la medaglia è a mezzo metro: mi sembra che vada un bel po' oltre i 21 e dalla sua esultanza capisco che non ho sbagliato. Il risultato è al di là di ogni previsione o sogno: 22,34! Arriverà poi un lancio vicino alla fettuccia del record, potrebbe essere quel record italiano che fino all'anno scorso dubitavo che avrei mai visto battuto, ma è nullo. Kovacs (molto applaudito dal pubblico per via delle sue origini) e Walsh andranno oltre i 22, ma rimangono dietro, all'ultimo lancio Crouser sembra vada oltre il record, invece lo manca di 5 cm: 23,51.
Nel frattempo si stavano disputando i 10.000 femminili, nel disinteresse generale, essendo una gara molto tattica: primo chilometro in 3'35", poi accelerano un po', ma a 800 metri dalla fine sono ancora in 11. All'ultimo giro parte la Hassan inseguita dalle etiopi, nel rettilineo finale la Gidey la affianca, ma l'olandese sembra resistere, fin quando lE due si scontrano e cade. Tripletta etiope, io mi chiedo se la Gidey sarà squalificata, ma la Hassan si complimenta, non sembra arrabbiata. Infatti dal replay si vede che è lei a colpire la Gidey, cadendo poi di rimbalzo.
Qualcuno comincia ad andare, ma rimane la finale della 4X400 mista, dove gli olandesi faranno il bis. Dopo tre frazioni sono in testa, per cui ormai, con la Bol, sono i grandi favoriti, ma nel finale gli USA rimontano e, vedendosi superata, la Bol si tuffa e perde il bastoncino.
Esco ringraziando il cielo di non essere olandese, ma pensando che devo ancora recuperare lo zaino. All'uscita danno una borraccia con la data di oggi, peccato che uno non abbia dove metterla. la coda al deposito dura una decina di minuti: dietro di me ci sono degli americani, con i quali commentano che da loro sono ammessi solo gli zaini trasparenti, ma lo avvisano chiaramente. Uno mi risponde che non ha mai avuto problemi con gli zaini al di fuori degli USA. Vedo che c'è chi ritira zaini molto più piccoli del mio.
Prendo il tram, poi la metro, ma ho il problema di trovare la stazione. E domani si riprende alle 7,15.
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