giovedì 24 agosto 2023

Mondiali di atletica a Budapest - 5^ giornata (23-08-2023)

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Faccio un altro tentativo di prendere il tram diretto, ma niente: è pieno anche di mattina, Mi perdo quindi la prima batteria degli 800 e intravedo la seconda dallo schermo mentre vado verso i controlli. Non riesco a vedere il risultato: leggerò poi che la Coiro è arrivata quinta, a con un tempo che fa ben sperare per il ripescaggio, che poi arriverà. C'è più coda ai controlli di ieri sera, non mi aspettavo questa folla di mattina. Una volta entrato, però, scopro che c'è comunque meno gente delle sessioni serali, anche se tanta per una sessione mattutina.

Negli 800 c'era la curiosità di vedere Athing Mu, alla prima gara della stagione: parte subito forte e fa il vuoto, poi controlla. Quando arrivo, sono già cominciate le qualificazioni dell'asta, ma Stecchi passa la prima quota (5,35) per entrare a 5,55, fatti alla prima, ma io me lo perderò. Dopo 5,70 alla seconda sbaglia due volte 5,75, poi alla terza mi sembra ce l'abbia fatta, ma come dicevo ieri dalla mia posizione non si vede bene l'asticella: capisco dalla sua reazione che è così, ma finché non lo vedo sul tabellone non sono sicuro. Lui è il decimo a superare i 5,75: il suo gruppo è quasi finito, ma l'altro è ancora al secondo turno, per cui non si sa ancora se ci si fermerà qui o si faranno i 5,80 Alla fine rimangono in 13, e ci si ferma. Curiosamente Duplantis entra in gara a 5,55 e fa tutte le quote, naturalmente superandole sempre con margini enormi e finendo col fare più salti (3) di quanti non ne faccia in molte gare, tentativi di record esclusi.

Subito dopo cominciano le qualificazioni del giavellotto femminile, e io le seguo distrattamente, essendo senza italiane. Adesso che le gare senza italiani sono poche, mi viene difficile appassionarmici, almeno nelle prime fasi (fanno eccezione le prove multiple). La Barber si qualifica con l'ultima misura, fatta alla terza, in finale solo 3 europee, di cui 2 lettoni (le tedesche erano assenti, di finlandese ce n'era una sola ed è finita lontano). Per noi erano molto più interessanti le qualificazioni del lungo, per i quali, come per tutti i salti in estensione, ero in buona posizione, sempre che non ci sia qualcuno che si sporga alla balaustra, cosa che capita piuttosto spesso e a volte bisogna richiamarli più volte. Il giamaicano Pinnock salta per secondo e si vede subito che è un bel salto, ma non pensavo fino a quel punto: 8,54. Furlani, nell'altro gruppo, f un po' meglio di quelli che lo hanno preceduto: 7,66, ma si capisce che non basta, anche se dopo il primo turno è ancora dentro. Il terzo salto sembra in linea con la linea della qualificazione segnata sulla barra metrica, invece si migliora, ma non basta: 7,85, allora la qualificazione era a 7,94, alla fine sarà a 8,00. Alla fine del secondo turno erano fuori anche Tentoglu, Dendy e Gayle, che però al terzo rimediano.





Le gare su pista proseguono con le batterie dei 200, prima femminili, poi maschili. La Kaddari è nell'ultima: arriva sul rettilineo allineata alle seconde dietro la Asher-Smith, poi arriva quarta, ma in 22.67, ampiamente ripescata. Quelle maschili si aprono con Desalu che arriva dietro (sesto), ma comunque facendo meglio dei suoi standard recenti (20.49). Poi si scoprirà che la sua era nettamente la batteria più veloce: sarà il secondo degli esclusi e in 3 si qualificheranno con tempi più alti. Grande delusione invece per Tortu, che arriva sul rettilineo staccato, poi un po' recupera, ma è quarto con 20.46: fuori per 2/100. Nell'ultima batteria ci sarà di nuovo il "corridore fantasma" che si era visto nella batteria della Dosso nei 100: il francese Zeze viene squalificato per falsa partenza, poi viene fatto correre lo stesso, ma non compare nell'ordine d'arrivo.


Per la sessione serale, cerco di partirmi un po' prima, ma non quanto avrei voluto. Trovo una coda mai vista ai controlli: rimaniamo fermi per un po' all'inizio della serpentina (e vedo uno con la maglietta di Roma 1987), ma poi in 10 minuti entriamo. Si vede lo schermo, quindi spero di vedere il lancio della Fantini, che è il primo, invece mostrano la presentazione della batteria dei 5000. Si qualifica subito, quindi non la vedrò, così come non vedrò la mia vecchia conoscenza DeAnna Price, tranne quando verrà ad abbracciare le colleghe dopo il secondo gruppo. Alla fine, rimarranno fuori 2 americane su 4 e l'ex campionessa mondiale polacca (di cui evito di scrivere il nome).

Entro al primo anello che la batteria dei 5000 è al quarto chilometro e la Cavalli ha perso contatto. Mi prendo da mangiare e ora che arrivo al mio posto la seconda batteria è a metà: la Battocletti arriverà settima con un tempo vicino al record italiano, Hassan e Kipyegon sprinteranno per il primo posto. Lo stadio è un po' più pieno di ieri, soprattutto la zona della seconda curva e il primo anello in zona arrivi. Rispetto agli altri giorni si vedono più norvegesi, alcuni con l'elmo con le corna, e finlandesi. 

Vedo cominciate anche le qualificazioni del triplo femminile. Cestonaro e Derkach fanno il secondo salto quasi in contemporanea, quello della Cestonaro si vede che è buono, ma non pensavo fino a questo punto: 14,20, quello della Derkach non sembra eccezionale e invece è 14,15. Sono ottava e nona e sembrano avere un buon margine per la qualificazione, invece la dodicesima sarà a 14,13, e una rimarrà fuori per la seconda misura. C'è la Lafond della Dominica che fa un salto che si vede subito essere ottimo, infatti sono 14,62, anche record nazionale, ma stranamente non sembra soddisfatta, anzi sembra uscire imprecando.


Subito dopo inizia l'unica finale dei concorsi, l'asta femminile. Vedo la Molinarolo superare bene i 4,50 alla prima (aveva superato alla prima anche i 4,30, ma me li ero persi). A 4,65, invece, non dà mai l'impressione di potercela fare ed è una delle prime 4 eliminate. I 4,75 li superano in 5 (tra cui la sorprendente britannica Caudery, che non avevo mai sentito), ma solo la Murto alla prima, mentre la Moon passa. I 4,80 vengono subito superati da Sutej e Kennedy, le prime a saltare, molto nettamente dall'australiana, almeno così mi sembra. Anche la Murto li supera alla prima, la Moon alla seconda. A 4,85 rimangono solo Kennedy e Moon, che sono esattamente pari: comincia ad esserci aria di pareggio. La parità rimane dopo i 4,90, che fanno entrambe al terzo. A questo punto ci si chiede: proveranno davvero a superare i 4,95? Almeno al primo sì, entrambe danno l'impressione di potercela fare, anche se la Moon di più. Sbagliano però entrambe tre volte e, come ampiamente prevedibile, rinunciano allo spareggio.

Dopo le batterie dei 3000 siepi donne, con la netta eliminazione della Coburn, e le semifinali dei 100hs, dove con 12.55 si rimane fuori, cominciano le finali su pista con i 1500 . I concorsi si fermano: pensavo li avrebbero sospesi per tutta la gara per evitare concomitanze, invece è solo per la partenza. Ingebritsen fa gara di testa, ma ai 200 metri il britannico Kerr si piazza in seconda posizione e nel rettilineo finale attacca Ingebritsen e lo supera, per la gioia del mio vicino, che batte i piedi facendo tremare tutta la fila. Per il terzo posto arriva da dietro l'altro norvegese Nordas. Compaiono tante bandiere britanniche e anche una scozzese (come mi confermerà il mio vicino, Kerr è scozzese).





Si prosegue con i 400 femminili, con la prevista vittoria della Paulino. Mi fa piacere che vada a medaglia Barbados, isoletta (nonostante la s, è una sola!) che ho visitato l'anno scorso. Si chiude con i 400 ostacoli: si arriva all'ultimo rettilineo che la gara sembra ancora aperta: Warholm ha un buon margine, ma non insormontabile. Invece il margine aumenta e vince con un per lui normale, quasi deludente, 46.89 (leggerò poi che fino ai 300 i passaggi erano stati mostruosi). Per il secondo posto McMaster precede Benjamin, quindi abbiamo a medaglia anche le Isole Vergini Britanniche (in tutto i paesi con medaglie sono 31).





E' stata una serata un po' "vecchia maniera", senza italiani in lotta per le medaglie, anche se quelli che c'erano hanno fatto il loro (parlo della sera). Rispetto a ieri, per noi, in tono minore, ma non si può certo pensare di avere quelle emozioni tutti i giorni.


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