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Avevo calcolato di vedere la 35 km di marcia un po' cominciata e infatti arrivo che è partita da 28 minuti. Poco dopo gli uomini passano ai 7 km: stavolta il giro e di 2 km e hanno fatto un giro iniziale di uno, quindi i passaggi sono ai chilometri dispari. Trovo posto un po' più in là rispetto alla 20 femminile, sempre dal lato in cui in marciatori passano al ritorno, molto più affollato dell'altro in quanto più facilmente raggiungibile. All'inizio avevo anche considerato di attraversare il ponte a passare dal lato dell'andata, ma poi ho visto che non era necessario. Accanto a me, da un lato spagnoli e greci, dall'altro tedeschi, romeni e più in là italiani. Nel corso della gara verranno anche alcuni giapponesi. Gli spagnoli sembrano i più numerosi, subito seguiti dagli italiani: si vedono anche un paio di bandiere sarde e magliette dedicate a Stano. Una steward passa per chiedere di non mettere bandiere davanti alla scritte pubblicitarie sulle transenne, un tedesco si lamenta: "sono i Mondiali, che c'è di male nelle bandiere?"
Al primo passaggio che vedo, tra gli uomini c'è n gruppo di testa di 16 atleti, con Stano tra i primi, mentre Agrusti, Orsoni e ancora di più Giupponi sono già staccati (gli italiani sono 4, essendoci il campione uscente). Tra le donne c'è un gruppo di testa di 7, poi, dopo due atlete isolate, un gruppo più numeroso, ma le italiane sono ancora più indietro. Passa a bordo pista (dall'altro lato) la Palmisano, che saluta i tifosi: me en accorgo solo perché alcuni italiani intonano un coro in suo onore. Ai primi passaggi uomini e donne sono nettamente separati, poi verso il 9° km i primi uomini doppieranno le ultime donne e al 19° le prime, verso il 15° km cominceranno i doppiaggi tra donne, verso il 21° tra uomini. A un certo punto per uno che arrivasse in quel momento sarebbe molto difficile capirci qualcosa: almeno i primi si riconoscono perché sono preceduti dalla moto della TV.
Nella gara maschile per alcuni giri non succede niente, poi verso il 14°-15° km il francese Quinon prende il largo, anche approfittando dei doppiaggi delle donne e arriva ad avere anche 40 secondi di vantaggio. Quando mi passa davanti, però, mi sembra sempre che sblocchi il ginocchio e quando comincerà a perdere terreno darà proprio la sensazione di correre, Dalla mia posizione non vedo la situazione delle proposte di squalifica, ma se qualche atleta di vertice fosse stato penalizzato me ne sarei accorto. Leggo sul sito della squalifica di qualche atleta di secondo piano (alla fine gli squalificati saranno 6 uomini e 2 donne). Dopo il 23° km il gruppo, ridotto a 7 e con Stano in testa comincia a riguadagnare lentamente terreno e poco dopo lo riprende. In quel momento però Stano si stacca e rimarrà settimo. Dei primi, è quello con l'aria più sofferente. Al 31° km leggo che Quinon ha perso esattamente 3'30", da cui capisco che è stato penalizzato. Poco dopo viene squalificato, si ferma al centro del percorso e raccoglie applausi. Lo spagnolo Martin lancia l'attacco, gli resistono solo l'equadoregno Pintado e il giapponese Kawano. All'ultimo passaggio davanti a me, Martin ha un vantaggio su Pintado piccolo, ma che dovrebbe essere sufficiente ad assicurargli la vittoria.
Tra le donne, rimangono in testa in 5 fino al 20° km circa, poi la spagnola Perez lancia l'attacco e solo la peruviana Garcia Leon le resiste per un po'. Al 25° km il podio è già delineato: Perez-Garcia Leon-Ntrismpioti e i distacchi aumenteranno sempre più. A ogni passaggio, la Ntrismpioti viene salutata con più entusiasmo dai greci vicino a me. La Perez recupera anche su alcuni uomini, finendo per precederne 9 (su 34).
Me ne vado all'arrivo dell'ultima italiana, sempre più convinto che le due gare di marcia siano troppo simili: quest'anno i vincitori sono stati gli stessi, anche so sono stati i soli ad arrivare sul podio in entrambe le gare, contro quattro dell'anno scorso.
Anche stasera, i miei propositi di arrivare per l'inizio delle gare falliscono miseramente: vedo sullo schermo l'inizio della batteria dei 5000 mentre sono in coda ai controlli, coda leggermente più breve di ieri. Arrivato davanti allo schermo, vedo che mancano due giri, per cui decido di guardare la fine lì. La seconda batteria parte mentre mi sto prendendo da mangiare: stavolta non c'era l'hot dog e ho ripiegato su un "brezel" che non aveva molto in comune con quello che conosciamo normalmente con questo nome. Mi ero preso anche da bere, per poi scoprire che all'ingresso delle tribune distribuivano bottigliette d'acqua
Arrivo al mio posto che la batteria è al secondo chilometro, Era stato annunciato l'esaurito, ma qualche vuoto si vede ancora, sempre soprattutto al secondo anello sopra il rettilinea d'arrivo. Si vede qualche svizzero, ma soprattutto tantissimi greci: alla presentazione del lungo Tentoglu sarà salutato da un boato mai visto per un'atleta non di casa. Nel finale si noteranno anche olandesi e giamaicane.
Il primo concorso è, per l'appunto, il lungo. Dopo otto salti non superiori agli 8 metri, è il turno di Tentoglu, che stacca con un buon margine e si vede subito che va molto lungo, anche se non pensavo fino a quel punto: 8,50! Risponde subito Pinnock con 8,40, anche lui staccando lontano, Al secondo turno Pinnock farà 8,50 e si porterà in testa per la seconda misura, mentre gli altri due giamaicani si portano al terzo e al qurto posto. L'esito del salto di Ehammer, a occhio molto lungo, viene tenuto in sospeso, tanto che si passa al successivo: poi verranno dichiarati entrambi nulli. Dal terzo al quinto turno non succede gran che: solo Tentoglu fa due bei salti, che però non cambiano la classifica. Si arriva così all'ultimo salto: al turno del cinese Wang, mentre il tabellone chiede di applaudire, lui chiede invece il silenzio. Comunque non si migliora. Gayle eguaglia l'altro giamaicano a 8,27: sia il primo che il terzo posto sono decisi dalla seconda misura. Si arriva a Tentoglu: il suo salto mi sembra lungo, ma non da passare in testa, invece è 8,52. I greci festeggiano, ma non è finita, c'è ancora Pinnock, che però fa 8,39: non basta. Da un lato per la prima volta dopo cinque anni abbiamo avuto due sopra gli 8,50, ma dall'altro con 8,05 si arrivava quinti e con 7,94 ottavi
Le gare su pista proseguono con le semifinali dei 200, prima femminili, poi maschili. La Kaddari è nella prima: arriva al rettilineo in linea con le 4 delle corsie interne, le più scarse e più o meno ci rimane, chiude settima (poi sesta dopo una squalifica), ma a 8/100 dalla quarta. La Wilson scende sotto i 22", la Jackson batte la Richardson, come nei 100. Quando si arriva alla seconda semifinale maschile, vedo che annunciano la terza, per cui mi chiedo se mi sia perso qualcosa (o se mi stia proprio rimbecillendo). Leggo poi che la prima è stata rinviata dopo le altre due, non spiegano il perché: scoprirò dopo che era per via di un incidente tra le navette che trasportavano gli atleti. A parte Lyles che fa 19.75 controllando, risultati deludenti: si va in finale con 20.21 e col 20.10 con cui l'anno scorso Tortu era stato il primo degli esclusi si è il primo dei ripescati.
L'altro concorso, il martello donne, era la gara più attesa, dagli italiani per via della Fantini e da me in particolare, perché oltre a sperare nella Fantini volevo rivedere la mia vecchia conoscenza DeAnna Price, che avevo conosciuto a Doha .Al primo lancio della Fantini mi esalto perché alla partenza sembra volare molto lontano, invece si ferma a 71,94. Il primo turno si chiude col lancio della canadese Rogers che è di unìaltra categoria: 77,22. L'americana Kassanavoid le si avvicinerà con 76,00 e poi 76,36, ma lei farà altri tre lanci che sarebbero bastati per vincere, Al secondo turno, la Fantini si migliora a 73,85: quinta, col podio a 33 cm Intanto la Price, dopo due nulli, al terzo si piazza settima e al quinto si piazzerà al terzo posto, facendo scalare la Fantini al sesto, con un lancio che non vedrò in quanto impegnato a seguire gli 800. Alla fine andrà ad abbracciare prima le altre medagliate, poi il marito-allenatore in tribuna.
Intanto su pista si svolgevano le semifinali degli 800 maschili. Nella seconda, Tecuceanu arriva ultimo sul rettilineo finale, ma riesce a farsi largo all'interno fino al quarto posto, col personale. Nella terza Barontini all'inizio sembra perdere contatto, per il ritmo altissimo, ma arriva agli ultimi 100 in gruppo e a un certo punto sembra di poter arrivare terzo. Chiude quinto, a 11/100 dalla qualificazione.
Si arriva così alle finali. Si comincia coi 100hs: nella presentazione la Amusan riceve qualche fischio (ma meno degli applausi). Parte forte la Harrison, poi la Camacho-Quinn la supera e a me sembra abbia vinto, ma non mi ero accorto della giamaicana Williams in corsia 2, che torna a vincere dopo 8 anni, Mai in gara la Amusan, Si notano adesso i tifosi giamaicani: ce ne sono due gruppi al primo anello, dal lato degli arrivi. La festa giamaicana si raddoppierà coi 400, che confermano le previsioni di grande equilibrio: all'inizio sembra avanti Norwood, poi Hudson-Smith entra nel rettilineo in leggero vantaggio, ma viene superato dal giamaicano Watson.
E per finire, i 400hs donne. Vengono fuori le bandiere olandesi e gli striscioni in onore della Bol: i tifosi sono soprattutto nel mio settore, ne ho sia davanti che dietro. L'olandese arriva sul rettilineo con un vantaggio meno netto di quanto ci si poteva aspettare, ma che negli ultimi 100 metri aumenta. Vince con un 51.70 che oggi sembra normale, ma non dimentichiamo che quattro anni fa sarebbe stato record mondiale di oltre mezzo secondo. La Folorunso è nettamente ultima almeno fino al settimo ostacolo, ma all'ingresso del rettilineo si capisce che può recuperare almeno su una. Alla fine recupera su due e chiude sesta in 54.19: peggio di ieri, ma meglio del precedente record italiano.
La folla si vede anche, e forse soprattutto all'uscita: c'è coda per entrare alla fermata del tram, Nella pizzeria vicino l'albergo incontrerò un gruppo con magliette dedicate a Tentoglu. E domani torna la sessione mattutina, col decathlon.
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