lunedì 21 agosto 2023

Mondiali di atletica a Budapest - 2^ giornata (20-08-2023)

 Sveglia alle 6 e partenza un po' più tardi del previsto per Piazzale degli Eroi, dove alle 7,15 inizia la 20 km di marcia femminile. Naturalmente digiuno, la colazione in albergo non comincia così presto. Riesco ad arrivare con la gara iniziata da poco più di un minuto: cerco il posto libero più vicino e lo trovo alla fine del rettilineo (fine nella direzione della gara, inizio rispetto alla mia provenienza), prima del giro attorno alla piazza con cui termina il giro. Le atlete passano prima, all'andata, dal lato opposto, poi, al ritorno, dal mio. All'altezza dell'arrivo c'è una tribuna, ma è quasi vuota, quindi si deve supporre che non sia aperta al pubblico. Il pubblico della marcia è sempre diverso da quello dello stadio: i locali non si vedono quasi  (come a Londra, dove invece allo stadio erano quasi solo locali). Appena arrivato vedo un gruppo di cinesi, poi si vedranno molti italiani, anche attorno al mio posto (tra cui una signora con un marcato accento pugliese e un papà con un ragazzino), francesi (in numero sorprendente, visto il livello delle loro marciatrici), messicani, ma nel finale verranno fuori gli spagnoli.


Già al terzo giro (di 1 km) un gruppo di 7, tra cui la Palmisano prende il largo, verso metà gara le raggiungerà un'ottava e la situazione non cambierà fino agli ultimi tre giri. Al 13 giro lo speaker annuncia la caduta della Palmisano e al passaggio la vedo staccata di qualche metro, ma all'andata del giro successivo avrà già recuperato. Le altre italiane oscillano tra la 15^ e la 20^ posizione, poi nel finale perderanno qualcosa. La Trapletti è tra quelle con l'aria più sofferente e passa spesso molto vicino alle transenne. Al 16° giro la spagnola Perez attacca e la Palmisano sembra cedere rispetto a tutto il gruppo, ma a fine giro è già di nuovo con la terza. All'andata dell'ultimo giro è terza con un vantaggio rassicurante, al ritorno può anche fermarsi a prendere la bandiera. Alla fine le prime 10 saranno di 10 nazionalità diverse, le prime 16 di 14. Si dice che la marcia è meno "universale", ma nelle prove da stadio quando mai s'è vista una cosa del genere?








All'arrivo della Palmisano me ne vado: mi dispiace per le altre atlete, ma alle 9 cominciano le gare allo stadio. So che le vedrò cominciate, ma spero di vedere almeno un lancio della Osakue e la batteria della Mangione nei 400: non ce la farò con nessuna delle due. Scopro che la Osakue è settima dopo il suo gruppo, quindi ci sarà da gufare. Le gufate hanno successo: dopo il primo turno è ancora decima, ma ci sono due che sembra impossibile non la superino. Infatti al secondo turno l'hanno superata ed è 12^, ma ci resterà fino alla fine.

Sono in buona posizione, oltre che per il disco e il lungo, come avevo già visto ieri (c'è il lungo dell'eptathlon, e vale sempre la pena guardare le eptatlete da vicino) anche per le qualificazioni dell'alto. Il primo italiano che vedo è comunque Re, che rimontando nel finale arriva quarto in 45.07. E' il quarto dei ripescaggi (su sei) e lo rimarrà. Seguono i 400hs, dove c'era grande curiosità per Sibilio, che arriva quarto e finirà con l'essere il qualificato col tempo peggiore: difficile dire fino a che punto abbia controllato, nel finale aveva comunque rallentato.


Ma per noi il clou della mattinata erano le qualificazioni dell'alto. Fassinotti comincia subito a sbagliare: 2,14 e 2,18 alla seconda, Sottile almeno li fa alla prima. Tamberi entra in gara a 2,22, come Barshim, cercando subito l'applauso del pubblico. A 2,25 sia lui che Fassinotti riescono alla seconda, mentre Sottile esce. Dopo il primo turno a 2,28 si capisce che sarà l'ultima quota (era prevista anche 2,30): la superano solo in 4, anche Tamberi sbaglia nettamente. Alla seconda Fassinotti ce la fa, mentre Tamberi abbatte col tallone. Visto l'errore a 2,25, li deve proprio fare, non ha speranze di ripescaggio: alla terza li supera molto nettamente. Alla fine li supereranno in 13, ma si chiude qui. Impressiona l'americano McEwen, che spesso sale altissimo, ma poi abbatte coi talloni: si salverà alla terza sia a 2,22 che a 2,28.



C'è anche la Dosso nei 100: parte molto bene, per un po' è davanti alla giamaicana, poi viene superata: è quarta, ma dal tempo della prima (10.92) sembra in buona posizione per i ripescaggi. Poi si scopre che invece è terza perché una di quelle che l'avevano preceduta era fuori gara in quanto squalificata per falsa partenza. Il tempo è 11.14: record italiano eguagliato!

Dopo aver visto passare il turno anche Fofana e Simonelli, me ne vado, senza vedere le ultime batterie dei 110hs e la fine del giavellotto dell'eptathlon voglio avere un po' più di tempo per tornare. La pausa è infatti molto breve: se non avessi una serie di motivi logistici per tornare in albergo, converrebbe restare in zona.

La sessione pomeridiana comincia proprio con la semifinale dei 100 con Jacobs, ma parto in ritardo e non ce la faccio a vederla. Entro che sta per partire la seconda semifinale: decido di guardarla dallo schermo, ma poi, dopo una falsa partenza provo ad entrare e a guardarla dal primo anello. Si può infatti entrare nel primo anello avendo il biglietto per il secondo, anche perché bar e bagni sono lì: basta non entrare nelle tribune. La vedrò comunque malissimo, senza capirci niente.

Arrivo comunque al mio posto per l'inizio del lungo femminile. Al primo giro, 7 nulli su 12, compresa la Iapichino. La Diame va in testa con 6,82: dalla mia posizione non sembrava così lungo. La mia posizione mi porta a sottostimare i salti di almeno una ventina di centimetri, a  volte di più. Nei salti inquadrati sullo schermo compaiono delle righe virtuali ogni 20 centimetri: e dire che c'è stato un tempo non lontanissimo in cui si poteva allungare un salto di 60 cm sperando di non essere scoperti! Il secondo salto della Vulueta si vede subito che è lunghissimo, e infatti è 7,05. Larissa fa 6,73: almeno i primi 8 sono assicurati e il podio è a 11 cm.



Le gare su pista proseguono con le semifinali dei 1500, prima femminili, poi maschili. Nella prima femminile la Cavalli va così bene che mi viene il dubbio di stare confondendola con qualcun'altra: invece è sesta e va in finale. Nella seconda la Sabbatini cede pian piano, fino a ritirarsi a 200 metri dalla fine. All'arrivo si vede che il ritmo era mostruoso, con 3:58,77 si è fuori dalla finale e in 9 scendono sotto i 4'. Nella prima maschile Arese sembra tagliato fuori a 200 metri dalla fine, ma poi rimonta fino a sfiorare la qualificazione (a 15/100) e anche il record italiano. La seconda semifinale non la vedo perché vado a prendermi da bere. Mi perdo anche il terzo salto della Iapichino, comunque nullo.

Nel quarto e quinto turno del lungo non succede molto: la Vulueta si migliora ancora con 7,14 e la Iapichino è sesta, scavalcata anche dalla Rotariu. Il suo sesto salto sembra buono, ma non da migliorarsi: invece è 6,82, a 2 cm dal podio. Subito dopo però la Rotariu ridurrà i rimpianti conquistando il bronzo con 6,88.

La gara clou per il pubblico locale era comunque il martello, con la speranza Halasz: quando al primo turno va in testa con 80,82, la folla esulta come se avesse segnato la nazionale di calcio. Rimarrà in testa fino al quarto lancio, quando Nowicki lo supererà di 1 cm, poi arriverà terzo perché al quinto il canadese Katberg mette d'accordo tutti con 81,25.  




Su pista ci sono ancora gli 800 dell'eptathlon: la Hall prende il largo, ma la Johnson-Thompson riesce a arrivarle a 2 secondi e a salvare l'oro per 20 punti, per la gioia dei miei vicini di sedia. Sul tabellone esce una classifica senza le atlete arrivate dietro negli 800, per cui il pubblico ha l'illusione che la Kriszan sia andata a medaglia, invece è quarta. Seguono i 10.000, gara molto tattica: a 2 km dalla fine sono ancora quasi tutti in gruppo. Al terzultimo giro prendono il largo in 9, anche Crippa si stacca e chiude 12°. All'ultimo giro parte Cheptegei e mantiene la testa fino alla fine, per l'argento lo sconosciuto (almeno a me) keniano Ebenyo beffa gli etiopi. Il francese Schrub. nono e primo degli europei, festeggia come se avesse vinto una medaglia con un gruppo di tifosi (ho visto qualcuno con la sua maglietta)





Rimane solo la finale dei 100. Presentazione meno pomposa rispetto a Doha, niente effetti speciali. Parte forte Seville, poi Lyles lo supera, la mia impressione era Lyles-Seville-Hughes. Invece secondo è Tebogo, che precede Hughes e Seville, tutti con lo stesso tempo.

E' un po' strano uscire dallo stadio che è ancora luce. In uscita un animatore ci spiegherà il perché questa sessione sia stata fatta a un orario diverso da tutte le altre: oggi è una festa nazionale ungherese e ci saranno i fuochi lungo il Danubio.

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