venerdì 18 giugno 2021

Europei di calcio: Italia - Svizzera (16-06-2021)

Dalle istruzioni sulla app, avevo capito che non sarei potuto andare allo stadio come facevo di solito. L'unica possibilità per andare in auto era lasciarla a un parcheggio a Tor di Quinto e prendere la navetta. Peccato che non dessero l'indirizzo del parcheggio. Per chi entrava dal mio lato suggerivano comunque di farsela a piedi dalla metro di Ottaviano (2,2 km) o di prendere la navetta da Cipro (intesa sempre come fermata della metro). Ho scelto quest'ultima soluzione.

Rispetto alle altre volte che avevo visto la nazionale avevo un problema in più: cosa mettermi. Nel 1980 non ci si poneva certo il problema: se è per questo neanche nel 1982 e nel 2000, ma per di più quelle volte era inverno e si sarebbe visto solo il soprabito. L'unico capo dedicato alla Nazionale che ho è la maglietta celebrativa dei Mondiali 2006: indosso quella. Avevo pensato anche di mettere il pettorale tricolore preso a Seefeld, ma c'è logo e data di quella manifestazione. Non sono ammessi zaini, a meno che non abbiano le dimensioni di un foglio A4, quindi porto la bandiera in mano

Fino a 3-4 fermate dall'arrivo, non vedo nessuno che vada allo stadio: non ricordo che mi sia mai successo per un evento sportivo di questo livello, soprattutto una partita di calcio. Arrivati a Cipro, si trova facilmente posto sulla navetta: ci sono poche persone in piedi. C'è anche un gruppo di svizzeri: arrivato all'ingresso noterò che gli svizzeri sono parecchi e dentro lo stadio occuperanno quasi interamente alcuni settori e saranno almeno un terzo del totale. Tra questi, due con una tenuta molto particolare, che lo steward all'ingresso definirà "da Ballando con le Stelle". Ci sono anche molti gruppi misti svizzeri-italiani.






All'arrivo della navetta, lo stadio non si vede neanche, ma in realtà l'ingresso è abbastanza vicino. L'ingresso sarebbe poi quello del Centrale del tennis, per cui per arrivare poi allo stadio bisogna attraversare l'intero Foro Italico. Bisogna entrare necessariamente in una determinata fascia oraria: la mia è 19,30-20. arrivo alle 19,20: devo aspettare. Ci sono due barriere a distanza di pochi metri: in entrambe controllano il biglietto (sul telefonino), nella prima anche il pass vaccinale, nella seconda si viene perquisiti (io due volte). Arrivati ai cancelli, si passa il biglietto ai tornelli (mi devono spiegare dove), poi nuova perquisizione.

C'è ancora tempo: mi predo da mangiare, ma la coda è piuttosto lunga, una ventina di minuti. Incontro un collega, che poi è quello che mi convinse definitivamente ad adottare questo titolo per il blog. Alle 20,15 sono dentro. Sono nei distinti tra la curva sud e la tribuna Monte Mario, molto in alto. I posti da occupare sono uno su due, a file alterne, ma molti rimangono vuoti: nella mia fila sono l'unico. Anche se molti sono seduti vicini, si ha l'impressione che il 25% dei posti non si siano neanche riempiti tutti. L'Olimpico, ristrutturato con nuovi colori, quasi non si riconosce.




Alle 20,30 già danno le formazioni, poi suonano "Un amore così grande" dei Negramaro. All'avvicinarsi del fischio d'inizio, l'emozione aumenta: per quanto sia un veterano dello sport dal vivo, ero abituato a vedere queste manifestazioni solo in TV. A un certo punto parte un coro per Capello, per cui mi accorgo che è su un palco sopra di noi. Suonano gli inni, col testo in sovrimpressione: apprendo quindi che l'inno svizzero ha tre testi, uno per lingua. L'inno italiano lo cantano tutti: solo a Parigi nel 2003 l'avevo sentito così.

Partiti: l'Italia attacca dal lato più lontano dalla mia postazione. I numeri non si distinguono bene, per cui distinguo i giocatori soprattutto dal fisico (chiaramente Insigne è quello che si distingue meglio) e dalla posizione in campo. Non vedevo una partita dal vivo da 16 mesi, non mi sembra quasi vero che posso vedere i movimenti senza palla, posso vedere che Spinazzola è quasi sempre libero sulla sinistra mentre il gioco si concentra sulla destra. Al 20' c'è un mischione in area: mi sembra che la palla sia entrata, ma da così lontano non sono sicuro, quindi prima di esultare aspetto lo facciano tutti. C'è il controllo della VAR e non ho idea del perché: penso più a un fallo, invece il gol viene annullato per fallo di mano. Rimendiamo sei minuti dopo: Locatelli lancia Berardi, che gli ridà la palla in area: stavolta è gol senza dubbio, ed è bellissimo.

Alla fine del primo tempo sembra impossibile che non vinceremo, ma penso anche che siamo solo 1-0, quindi non è deciso niente. Penso che nel secondo tempo si giocherà un po' più dal mio lato, ma sarà vero solo nei primi minuti, fino al secondo gol di Locatelli. Partono i cori per lui, e io mai in vita mia avrei pensato di ascoltare dei cori dedicati a Locatelli (probabilmente nemmeno lui, almeno in questi livelli). Poi però attaccherà di più la Svizzera, per cui si giocherà ancora di più dall'altro lato. Si potrà stare veramente tranquilli solo col 3-0 di Immobile, dopo alcune occasioni fallite.


All'avvicinarsi della fine mi chiedo: si potrà uscire liberamente o faranno uscire un po' per volta? C'è uno steward proprio sui gradini tra il mio posto e l'uscita, per cui penso che mi bloccherà, invece lasciano uscire senza limitazioni. Vedo che si potrebbe prendere la navetta senza tanta coda, ma preferisco farmela a piedi fino a Ottaviano, per prendermi qualcosa per strada.

E' stato bellissimo, ma la cosa più bella è che tra 4 giorni si replica

martedì 15 giugno 2021

Italian U20 and U23 Athletics Championships (11-06-2021)

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I arrive around 2.30 pm and compared to what I planned it seems even late. The gates are opening: I see the people in the queue, and they are definitely less than 250 (which is the number of people admitted). I don't have the Covid declaration, but they don't have the form and they let me in even without it. I didn't ask myself which of the two terraces it was, I entered the first gate I found: once inside I discover that it is the high jump sector (behind the first bend), as I hoped. The seats are very dirty, never seen like this. In the end there will be about fifty spectators, and from what I hear, I think I am the only who is not related with a competing athlete. I will also hear that there is at least one other who was in Florence yesterday.

Before starting, they commemorate Cosimo Caliandro, 10 years after his death, and also announce the death of Paola Pigni, who was the protagonist of the first athletics championship I remember, the 1974 European Championships in Rome. U20 confirm the high level, first the girls, then even more the boys: Melluzzo makes 10.63 against a headwind giving the impression of walking (and I will discover after he gots injured), then Ulissi makes 10.46. From my position, I am able to quite understand the order of arrival, with some doubts for very close finishes. The U23 are less impressive, but still at a good level.


In the meantime, I learn from the speaker that the U20 girls' javelin has begun: I thought they were still the warm-up throws. It is a very difficult race to follow from my position: you have an idea of ​​the measure, but you do not understand who is throwing, the name on the board cannot be read even with binoculars and the website is always 2-3 athletes behind. The markers are very optimistic: the first is at 40 meters (and the last at 60), but only 5 will go beyond it and the race will be won with 44. The same happens in the women's U23 shot put the first marker is at 14 meters, but none of the athletes competing had ever got there and in fact they will win with 13.62. However exciting race, with many overtaking, even if low level. The U20 boys' hammer throw must have been very exciting too, with the two favorites both improving by 3 meters at the last throw and ending up separated by 13 cm. Too bad not to have seen it, as it took place in another field. 

After the heats of 100, they immediately move on to the finals. We feel an increasingly stronger wind in our direction, which is the same as the straight, so we understand that the exceptional results of the male juniors are to be taken cautiously, but the wind is regular: 1.6. In 5 nelow 10.50; a few years ago it could hardly be seen in the senior championships, and Melluzzo was also missing (and I only noticed it when the result came out). In the women's U23 race the wind has increased again and therefore, given the results,we imagine that it is beyond the limit and in fact it is 3.3.

In the boys U20 triple jump I aksi realize it started only when the first round is almost over: you can read the names on the board, but from my position you can't get an idea of ​​the measure. On the other hand, we see very well the women's U23 high jump. In the final the conditions become difficult, between the wind and interference of the heats of 400. Morara makes 1.79 on first, Pavan on third, but then at 1.81 Pavan makes on third, Morara seems to have made it, but then the bar falls down. Pavan tries to console her, but she runs away.

The weather gets worse and worse: after the wind, rain, stronger and stronger. There are the heats of  400 and I èòan to resist until Benati's run, then I take refuge under the stands, I go out just to see a couple of heats of the women's U23. The rain is decreasing a bit, but I don't dare to return to the stands, also because by now they will be very wet: I take the opportunity to get to the car, about an hour earlier than expected. I pass the yjrowing field and take the opportunity to see a couple of throws of the men's U23 discus, which I will later discover to be the first. There are a few people outside the field, almost more than in the whole grandstand.

So I'll be back in advance: I console myself by thinking that I will be able to see a little more of Italy's soccer match. 

domenica 13 giugno 2021

Athletics Golden Gala (10-06-2021)

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I get to the stadium on foot, it's about one and a half kilometer from the hotel, I see the gate of a terrace: I hope it's mine, but it isn't: I have to walk another bit. At the gate they don't ask me for the Covid self-certification, which I don't have, as I haven't found the form to print, but then they ask for it before entering the stadium (and they provide the form). They also warn that there are no bars inside (you cannot leave your own sector, and the only bar in the stadium is in another). I wear a FFP2 mask because it was required at the tennis open, but I see that many here have a surgical one. The seat the steward indicates to me does not seem to match the one on my ticket, so for a while I fear someone will come and claim it, but it won't happen.

As I feared, the high jump sector is on the other side, but it's not the case to be choosy it is already much I am here. As I wrote a few days ago, I no longer hoped for it. From my side you can see well the women's pole vault e. I will find out later, above all the shot put. As for the track, I am at the end of the second bend, so I can also see the start of 100 and 100hs well, but I cannot understand anything about placements. The seats assigned are 1 out of 4, in all rows, but many remain empty, also because many (hopefully cohabiting) sit close together.

When I take my seat, the second round of women's discus is ongoing: Perkovic has already taken the lead and she will keep it also in the final round, which for once will confirm the pre-existing ranking. Disappointing Osakue, widely last. The second event, women's pole vault, is even worse for Italy: already from the warm-up you could see that Bruni had problems and in the race she will not be able to cleary the initial height of 4.31, despite the advice of her coach on one side of the bend and of the national team's ones on the other. When the race gets underway, the interest will be absorbed by other competitions, especially men's high jump, but this too will prove to be a high level competition, with Sidorova's 4.91.

The shot put begins, and I find that I am in an ideal position to follow it. Fabbri throws first: you can see that he is way over 20 meters, even if it is not clear how much, but he is satisfied: 20.97. We see that the second is even better, but I didn't think so much: 21.71. His second best performance ever (and I was also there for the first).Anyway, the absurd formula of the last decisive throw will spoil everything: Fabbri will make only 19.82 and will finish third. In a few years, however, everyone will remember that he made 21.71, few that he did not win.







Prior to the start of the track races, there is a flag-waving exhibition and the handing over of the city keys to Coe (due to his 1981 record, made in the neighbour stadium next  not tohis role as president of World Athletics). The first track event is women's 400hs: Folorunso starts slowly, I always think "now she comes back" instead she loses more ground. On the other hand, Olivieri does a good race, and Bol reaches the levels she was predicted to in the indoor season. 







The second race is the men's 400: subdued, with 45.80 Re comes second. The music changes in the 3000st : we go on and two Italians remain in the leading group, with the third, Chiappinelli, not far away. You think that the others are going slowly and instead it may not be a monster pace, but El Bakkali will win with the world lead of 8'08 ": Abdelwahed (I confess: to write it I have to check) 4th in 8'12", Osama Zogliami 6th in 8'14"! Chiappinelli until the last lap will seem to be challenging the Olympic standard, but then he will give up, also risking tripping over the last hurdle, and will close in 8'27 ".

Meanwhile, HJ has begun, and at the beginning Tamberi seems to have the same problems as in his last race in Hengelo: a miss at 2.20, one at 2.24. He also starts with a low profile: only on the second attempt at 2.24 he begins to ask for cheers. But then he changes: 2.27 on first, 2.30 too, charging more and more. At 2.33 it is immediately clear that he can make it and on third he makes it. Even 2.36 did not seem impossible, especially in the third (for what I could see from my side, even with binoculars): so, if until last year 2.33 seemed an end point, now it seems a starting point. . He finishes third in a race full of surprises and ahead of Barshim, who stops at 2.30.


On track, great results first in hurdles and then in 200, with Asher-Smith's 22.08 and Kaddari's 22.86. The track does not seem "underperforming" at all, as Tortu said (or rather, his staff, I don't want to put the blame on him). At a certain point, even the speaker will say that the track is "very performing".





The last field event begins, women's long jump, which from my position I see very little: Iapichino jumps 6.45 and after the first round she is second. It seems like a starting point, but the others improve, she doesn't and closes sixth. Also in this race the ranking will be upset in the final round and Spanovic, with the third measure, will come first.


There are two other middle-long distance races, women's1500 and men's 5000, and with the presence of Hassan and Cheptegei respectively, the expectations are high, so when from the first laps you understand that they are not attacking the world record you are disapponted. But then 1500 will finish with three athletes at 3'53", but above all seeing Sabbatini in the group and Del Buono just behind you understand that they are having a great race and in fact Sabbatini closes in 4:04.23, with the only regret of being 3/100 ab ove the Olympic standard, Del Buono in 4'08". 5000, with one lap from the end, even seem to have become a tactical race, but then Ingebritsen will win in 12:48.45: European record! Crippa seems quite close up to 3 laps from the end, then gives in and closes in a 13'17" which we find disappointing today, but which we would have considered excellent three years ago.


The meeting ends with 100, which should have been the main race and instead not only it's the only race without Italians (even if the speaker remembers the presence of a Sinhalese resident in Italy, whose name I will not write), but it turns out to be most modest race, together with 400: you win with 10.08 and finish third with 10.16. Partial revenge, therefore for Tortu.

At the exit I meet Sabbatini, which from close up looks much more "normal" than in her posed photos of Instagram: I congratulate with her and she thanks me. I think we will go back to crowded stadiums, as much as they can be for athletics in Italy, and it will be a relief, but today's intimate atmosphere also has its charm, as it was for the Doha Marathon


Campionati italiani juniores e promesse di atletica (11-06-2021)

Arrivo verso le 14,30 e rispetto a quello che mi ero proposto mi sembra anche tardi. Stanno aprendo i cancelli: vedo le persone in coda, e sono decisamente meno di 250 (che è il numero di posti disponibili). Non ho la dichiarazione Covid, ma non hanno il modulo e mi fanno entrare anche senza. Non mi sono posto il problema di quale delle due curve fosse, sono entrato al primo cancello che ho trovato: una volta dentro scopro che è il settore dell'alto (dietro la prima curva), come speravo. I seggiolini sono sporchissimi, mai visti così. Alla fine gli spettatori saranno una cinquantina, e da quello che sento, credo di essere l'unico non parente di un atleta in gara. Sentirò anche che c'è almeno un altro che ieri era a Firenze.



Prima di cominciare commemorano Cosimo Caliandro, a 10 anni dalla morte, e annunciano anche la morte di Paola Pigni, che fu protagonista del primo campionato di atletica che ricordi, gli Europei di Roma del 1974. Si parte con le batterie dei 100, dove gli juniores confermano il livello alto, prima le ragazze, poi ancora di più i ragazzi: Melluzzo fa 10.63 controvento dando l'impressione di passeggiare (e scoprirò dopo che si era infortunato), poi Ulissi fa 10.46. Dalla mia posizione, sono in grado di comprendere abbastanza l'ordine d'arrivo, con qualche dubbio per gli arrivi molto ravvicinati. Le promesse sono meno impressionanti, ma sempre a un buon livello.

Nel frattempo aprendo dallo speaker che è cominciato il giavellotto juniores femminile: ero convinto fossero ancora i lanci di riscaldamento. E' una gara difficilissima da seguire dalla mia posizione: si ha un'idea della misura, ma non si capisce chi sia a lanciare, il nome sul tabellone non si legge neanche col binocolo e il sito ha sempre un ritardo di 2-3 atleti. Le fettucce sono molto ottimistiche: la prima è a 40 metri (e l'ultima a 60), ma solo in 5 la supereranno e si vincerà con 44. Lo stesso succede nel peso promesse donne: la prima fettuccia è a 14 metri, ma nessuna delle atlete in gara li aveva mai superati e infatti si vincerà con 13,62. Gara comunque appassionante, con molti sorpassi, anche se di basso livello. Dev'essere stato molto appassionante anche il martello juniores maschile, con i due favoriti che all'ultimo lancio si migliorano entrambi di 3 metri e finiscono separati da 13 cm. Peccato non averla vista, in quanto si svolgeva in un altro campo.



Finite le batterie dei 100, si passa subito alla finali. Si sente un vento sempre più forte nella nostra direzione, che è la stessa del rettilineo, quindi si capisce che i risultati eccezionali degli juniores maschi sono da prendere con le molle, ma il vento risulta regolare: 1,6. In 5 sotto i 10.50 qualche anno fa si vedevano a stento ai campionati assoluti e mancava anche Melluzzo (e io me ne sono accorto solo quando è uscito il risultato). Nella gara promesse donne il vento è ancora aumentato e quindi, visti i risultati, si immagina che sia oltre il limite e infatti è 3,3.

Anche del triplo juniores maschile mi accorgo che è cominciato solo quando è quasi finito il primo turno: i nomi sul tabellone si leggono, ma dalla mia posizione non ci si può fare un'idea della misura. Si vede molto bene, invece, l'alto promesse donne. Nel finale le condizioni si fanno difficili, tra il vento e l'interferenza delle batterie dei 400. La Morara fa 1,79 alla prima, la Pavan alla terza, ma poi a 1,81 la Pavan alla terza ce la fa, la Morara sembra avercela fatta, ma poi l'asticella cade. La Pavan cerca di consolarla, ma lei scappa.







Il tempo peggiora sempre più: dopo il vento, la pioggia, sempre più forte. Ci sono le batterie dei 400 e mi propongo di resistere fino a quella di Benati, poi mi rifugio sotto le tribune, Esco giusto per vedere un paio di batterie delle promesse femminili. La pioggia diminuisce un po', ma non oso tornera in tribuna, anche perché ormai sarà bagnatissima: ne approfitto per arrivare alla macchina, con circa un ora di anticipo sul previsto. Passo del campo dei lanci e ne approfitto per vedere un paio di lanci del disco promesse uomini, che scoprirò poi essere i primi. C'è un po' di gente fuori dal campo, quasi più che in tutta la tribuna.


Torno quindi in anticipo: mi consolo pensando che potrò vedere un po' di più della partita dell'Italia.

venerdì 11 giugno 2021

Golden Gala (10-06-2021)

Arrivo allo stadio a piedi: dall'albergo è circa un chilometro e mezzo. Vedo l'ingresso di una curva, spero sia la mia, invece no: devo fare un altro tratto. Al cancello non mi chiedono l'autocertificazione Covid, che non ho, non avendo trovato il modulo da stampare, ma poi la chiedono prima dell'ingresso allo stadio (e danno il modulo). Avvisano anche che non ci sono bar interni (non si può uscire dal proprio settore, e l'unico bar dello stadio è in un altro). Ho messo la mascherina FFP2 perché agli Internazionali di tennis era richiesta, ma vedo che qui molti hanno quella chirurgica. Il posto che mi indica lo steward non mi sembra corrisponda a quello che risulta dal biglietto, per cui per un po' temo che qualcuno venga a reclamarlo, ma non succederà.

Come temevo, il settore dell'alto è dall'altro lato, ma non è il caso di fare i difficili: è già tanto esserci. Come ho scritto qualche giorno fa, ormai non ci speravo più. Dal mio lato si vede bene l'asta femminile  e. scoprirò poi, soprattutto il peso. Quanto alla pista, sono alla fine della seconda curva, quindi vedo bene anche la partenza di 100 e 100hs, ma non capisco niente degli arrivi. I posti assegnati sono 1 su 4, in tutte le file, ma molti rimangono vuoti, anche perché tanti (si spera conviventi) si siedono vicini.




Quando prendo posto, sono al secondo turno del disco femminile: la Perkovic ha già preso la testa e vi rimarrà anche nel turno finale, che per una volta confermerà la classifica preesistente. Sottotono la Osakue, nettamente ultima. La seconda gara, l'asta femminile, va ancora peggio per l'Italia: già dal riscaldamento si vedeva che la Bruni aveva problemi e in gara non riuscirà a superare la quota d'ingresso a 4,31, nonostante i consigli del suo tecnico da un lato della curva e di quelli della nazionale dall'altro. Quando la gara entrerà nel vivo, l'interesse sarà assorbito da altri concorsi, soprattutto l'alto maschile, ma anche questa si rivelerà una gara di grande livello, col 4,91 della Sidorova.

Comincia il peso, e scopro di essere in una posizione proprio ideale per seguirlo. Fabbri lancia per primo: si vede che è un bel po' oltre i 20 metri, anche se non si capisce bene di quanto, ma lui è soddisfatto: 20,97. Il secondi si vede, che è ancora meglio, ma non pensavo di così tanto: 21,71. La sua seconda miglior prestazione di sempre (e c'ero anche alla prima). A rovinare tutto, però, ci penserà l'assurda formula dell'ultimo lancio decisivo: Fabbri farà solo 19,82 e arriverà terzo. Tra qualche anno, però, tutti si ricorderanno che ha fatto 21,71, pochi che non ha vinto.






Prima dell'inizi delle gare su pista, c'è un'esibizione di sbandieratori e la consegna delle chiavi della città a Coe (per via del suo record del 1981, fatto nello stadio qui accanto, non del suo ruolo di presidente di World Athletics). La prima gara su pista sono i 400hs donne: la Folorunso parte piano, penso sempre "adesso rimonta" invece cede ancora. In compenso fa una buona gara la Olivieri, e la Bol arriva ai livelli che lasciava presagire nella stagione indoor.



La seconda gara di corsa sono i 400 maschili: sottotono, con 45.80 Re arriva secondo. La musica cambia nei 3000 siepi: si va avanti e due italiani rimangono nel gruppo di testa, col terzo, Chiappinelli, poco lontano. Pensi che stiano andando piano gli altri e invece non sarà un ritmo mostruoso, ma El Bakkali vincerà col mondiale stagionale in 8'08": Abdelwahed (lo confesso: per scriverlo devo controllare) 4° in 8'12", Osama Zogliami 6° in 8'14""! Chiappinelli fino all'ultimo giro sembrerà in corsa per il minimo olimpico, ma poi cederà, rischiando anche di inciampare sull'ultimo ostacolo, e chiuderà in 8'27".



Intanto è cominciato l'alto, e all'inizio Tamberi sembra avere gli stessi problemi della sua ultima gara a Hengelo: un errore a 2,20, uno a 2,24. Comincia anche con un profilo basso: solo al secondo tentativo a 2,24 comincia a chiedere gli applausi. Poi però cambia: 2,27 alla prima, 2,30 anche, caricandosi sempre più. A 2,33 si capisce subito che ce la può fare e alla terza ce la fa. Anche i 2,36 non sembravano impossibili, soprattutto al terzo (per quello che potevo vedere dal mio lato, sia pure col binocolo): insomma, se fino l'anno scorso 2,33 sembrava il punto di arrivo, adesso sembra un punto di partenza. Chiude terzo in una gara piena di sorprese e davanti a Barshim, che si ferma a 2,30.

In pista, grandi risultati prima negli ostacoli e poi nei 200, col 22.08 dell'Asher-Smith e il 22.86 della Kaddari. La pista non sembra affatto "poco performante", come diceva un atleta italiano assente (o meglio, il suo staff, non voglio buttare la croce addosso a lui). A un certo punto, anche lo speaker dirà che la pista è "molto performante".






Comincia l'ultimo dei concorsi, il lungo femminile, che dalla mia posizione vedo molto poco: la Iapichino salta 6,45 e dopo il primo turno è seconda. Sembra un punto di partenza, invece le altre si migliorano, lei no e chiude sesta. Anche in questa gara la classifica sarà stravolta nel turno finale e la Spanovic, con la terza misura, arriverà prima.

Ci sono altre due gare di mezzofondo, i 1500 donne e i 5000 uomini, e con la presenza rispettivamente della Hassan e di Cheptegei le aspettative sono alte, per cui quando dai primi passaggi capisci che non stanno attaccando il record del mondo ci rimani male. Poi però i 1500 termineranno con tre atlete a 3'53", ma soprattutto vedendo la Sabbatini in gruppo e la Del Buono poco dietro capisci che stanno facendo una grande gara e infatti la Sabbatini chiude in 4:04.23, col solo rammarico di essere a 3/100 dal minimo olimpico, la Del Buono in 4'08". I 5000 a un giro dalla fine sembrano addirittura diventati una gara tattica, ma poi Ingebritsen vincerà in 12:48.45: record europeo! Crippa sembra abbastanza vicino fino a 3 giri dalla fine, poi cede e chiude in un 13'17" che oggi troviamo deludente, ma che ancora tre anni fa avremmo considerato ottimo.

Si chiude coi 100, che dovevano essere la gara clou e invece non solo sono l'unica gara senza italiani (anche se lo speaker ricorda la presenza di un cingalese residente in Italia, di cui non scriverò il nome), ma si rivelano la gara più modesta, assieme ai 400: si vince con 10.08 e si arriva terzi con 10.16. Parziale rivincita, quindi dell'assente.

All'uscita incrocio la Sabbatini, che da vicino sembra molto più "normale" rispetto alle foto posate di Instagram: le faccio i complimenti e ringrazia. Penso che torneremo agli stadi gremiti, per quanto possano esserlo per l'atletica in Italia, e sarà un sollievo, ma anche l'atmosfera intima di oggi ha il suo fascino, com'era stato per la Maratona di Doha

venerdì 14 maggio 2021

Internazionali d'Italia di tennis a Roma (13-05-2021)

Quando avevo letto il programma la sera prima ero rimasto deluso: neanche un italiano. Berrettini e Sonego erano entrambi sul Granstand, uno di giorno e uno di sera. Avevo considerato di prendere i biglietti per il Grandstand, non essendoci mai stato, poi avevo optato di nuovo per il centrale e per un attimo mi sono chiesto se avevo fatto bene. Poi però mi son detto: "l'anno scorso ti sei fatto 150 km per andare a vedere due sconosciuti, adesso hai i numeri 1 e 2 degli uomini e la numero 1 delle donne e ti lamenti?"

Arrivo al cancello verso le 10,45, dopo aver lasciato la macchina nel parcheggio dello stadio e aver costeggiato tutto il Foro Italico, visto che per il Centrale l'ingresso è dal lato opposto. Certo, in confronto ai giri di Doha, questo è ancora niente. All'ingresso, come gli altri anni, danno un gadget, solo che quest'anno si tratta di un flaconcino di gel disinfettante. Ero curioso di vedere quali stand sarebbero rimasti nel nostro settore, adesso che c'è questa suddivisione in compartimenti stagni, e la risposta è semplice: nessuno, deserto totale. Anche per mangiare c'erano solo due bar sotto il campo.

Il primo incontro è Djokovic-Davidovich Fokina. Quando arrivo al mio ingresso, il punteggio è 6-2, 1-0, quindi c'è da aspettare parecchio per il prossimo cambio di campo. Vedo se riesco a vedere un po' della partita del Pietrangeli, ma dalle transenne al massimo si vede la giocatrice di fronte, non il campo. Entro sul 3-0: sembra un allenamento per Djokovic, che raramente deve forzare, gli basta aspettare che l'altro sbagli. Solo sul 5-0 Davidovich fa qualche vincente e riesce a conquistare un game, ma resterà l'unico. Tutti sostengono il n. 1, anche perché, quand'anche qualcuno avesse voluto fare il contrario (com'ero tentato di fare io, viste le sue posizioni antivax) si vedeva che era una causa persa. Alla fine, Djokovic risponde alle domande in perfetto italiano: sono tentato di urlagli "vaccìnati!", ma poi non oso.

I posti da occupare sono contrassegnati da un bollino, scuro dove i seggiolini sono chiari e viceversa: sono 1 posto su 4, in tutte le file. Il mio posto è d'angolo, e direi che è ottimo, perché consente di apprezzare sia la velocità dei colpi (che si nota meglio sul lato lungo), sia i tagli (che invece si notano meglio sul lato corto). Il pubblico non brilla per disciplina sanitaria: tanti con la mascherina abbassata, altri col naso fuori, altri se la tolgono per gridare. Le hostess li richiamano in continuazione, ma è un'impresa disperata, anche perché devono farlo piano per non disturbare il gioco. 

Finito il primo incontro, c'è il problema di cosa fare nell'intervallo, non potendo andare a vedere le partite sugli altri campi. Provo a salire in cima per vedere il Pietrangeli, ma si crea assembramento e ci richiamano, per cui riesco a vedere solo uno scambio. Passano anche a vendere pop corn, nonostante mangiare sia vietato.

Il secondo incontro è tra la Barty e la russa Kudermetova, e anche qui l'esito non sarà mai in discussione: entrambe puntano molto sul servizio, ma la Barty ha più varietà di colpi, mentre la russa punta quasi solo sulla potenza. In compenso va un po' più a rete, ma ci andrà soprattutto nel finale, per finire regolarmente lobbata. Finisce 6-4, 6-3. Intanto sul Grandstand sta giocando Berrettini (che perderà), ma non danno aggiornamenti, per cui uno deve guardare l'app: peccato che abbiano anche detto di spegnere i cellulari (nessuno la fa, comunque)




Sono le 13,10: l'incontro tra Nadal e Shapovalov on comincerà prima delle 14, quindi ci sarebbe tutto il tempo per mangiare e viene anche da chiedersi cosa fare dopo, non potendo andare sugli altri campi. Il problema non si porrà, perché a bar c'è una coda lunghissima, che probabilmente se fosse più ordinata, in stile nordico, arriverebbe a costeggiare tutto il Pietrangeli. Prima di cominciare, guardo all'altro bar, ma è uguale. Dopo una ventina di minuti ci avvisano che i cibi caldi sono finiti, forse torneranno tra 20 minuti, e sono rimasti solo pacchetti di patatine. Penso che forse ora che arriva il mio turno passano 20 minuti e che comunque le patatine sono meglio di niente. La coda finisce dopo 10 minuti, e mi devo accontentare delle patatine. C'è anche il problema di dove mangiare visto che, chiaramente, bisogna togliersi la mascherina: cerco di isolarmi il più possibile.

Ritorno al mio posto quando stanno presentando i giocatori. Shapovalov parte con due game perfetti e va sul 2-0, che poi, con la complicità di Nadal diventerà 4-0. Lo spagnolo si riprende, recupera un break e va vicino a recuperare il secondo, ma alla fine, dopo un game lunghissimo, perderà ancora la battuta e il primo set: 6-3. Finito il set, provo di nuovo a prendermi da mangiare, stavolta all'altro bar: speravo in una pizza, ma mi devo accontentare dell'hot dog.

Ritorno che Shapovalov è già 3-0 e avrà una palla per il 4-0, ma poi Nadal torna il n.1 sulla terra e prima recupera il break, poi va in vantaggio e vince 6-4. Il canadese comunque non sfigura: ci sono una serie di scambi incredibili, è forse la più bella partita di tennis che abbia visto dal vivo, quasi sicuramente la migliore sulla terra. Il terzo set sarà anche meglio: anche qui Shapovalov va avanti di un break, poi Nadal rimonta e sembra più volte sul punto di prendere il largo, ma sarà Shapovalov ad avere due match point sul 6-5. Il confronto fra le tifoserie si fa sempre più acceso: si sentono applausi agli errori del canadese, tanto che l'arbitro, più in spagnolo che in italiano, dovrà richiamare alla sportività. Io da un lato vorrei che finisse presto, sia perché la mascherina FFP2 dà sempre più fastidio, soprattutto alle orecchie, sia perché vorrei occuparmi del meeting di atletica di Savona, dove leggo che stanno succedendo cose incredibili, ma dall'ato vorrei che uno spettacolo coì non finisse mai. Finisce al tie-break e vince Nadal.






Esco facendo un giro ancora più lungo che all'andata (adesso entrate e uscite sono sempre separate). Specchiandomi in macchina vedo i segni della mascherina e del sole, ma penso che ne è valsa la pena.





lunedì 12 aprile 2021

Schalke 04 - Inter (13-04-2011)

Sono passati 10 anni dall'ultima partita di Champions League che ho visto dal vivo, che è stato anche l'ultimo quarto di finale giocato dall'Inter: quello con lo Schalke 04 nel 2011. L'Inter si era qualificata eliminando il Bayern Monaco con un gol nel finale e per me, che vivevo in Germania, era stata una bella goduria. Il sorteggio dei quarti, contro lo Schalke, era il migliore  che potessi sperare, sia perché era quello ritenuto più facile, sia perché avevo la possibilità di andarla a vedere. L'ottimismo svanì dopo la partita d'andata, persa 5-2 e ricordata soprattutto per il gol di Stankovic quasi da metà campo.

Dopo lo sconforto iniziale, si cominciò però a pensare che se loro ci avevano battuto così nettamente, noi potevamo fare altrettanto al ritorno: si registrò un boom di scommesse sullo 0-4. Io non riuscii a procurarmi i biglietti alla rivendita ufficiale: mi rimaneva solo la possibilità di utilizzare una piattaforma di mercato secondario. Avevo molti dubbi: temevo sia che il biglietto potesse essere falso (si sa che, da quando l'autenticazione avviene col codice a barre o QR, nessuno si preoccupa di fare biglietti difficili da falsificare), sia che i biglietti venduti da quelle piattaforma venissero annullati. Considerato però che non vedevo l'Inter in coppa da 14 anni e nella coppa principale da più di 20, accettai. Il biglietto mi arrivò accompagnato da un avviso, che raccomandava di non rivelare nemmeno sotto tortura (vabbe', non proprio in questi termini) di averlo acquistato sulla loro piattaforma.

Partii da Francoforte per Gelsenkirchen nel pomeriggio. Il viaggio fu più lungo del previsto, anche perché a un certo punto mi persi nelle autostrade tedesche, sempre complicate (non avevo ancora il navigatore): ricordo un giro non previsto attorno alla città di Bochum. Quando cominciai a vedere i cartelli "Schalke" (il quartiere della città che dà il nome alla squadra), presi in considerazione di parcheggiare e proseguire coi mezzi, ma poi decisi di proseguire fino allo stadio: parcheggiai abbastanza lontano, ma di posto ce n'era.

Entrai senza problemi: il biglietto era buono. Era già più complicato prendersi da mangiare, visto che si pagava solo con tessere prepagate, come a Francoforte. Mi toccò quindi acquistarne una: si poteva scegliere tra diverse immagini. Lo stadio era stato ristrutturato per i Mondiali 2006, ma rispetto a quello di Francoforte, si vedeva di più il nucleo vecchio. Il mio posto era nel secondo anello, sul lato lungo, verso quella che nel primo tempo era l'area dell'Inter. All'inizio della partita notai che c'erano un bel po' di interisti.

Nel primo tempo l'Inter attaccò ed ebbe numerose occasioni. Pensavo "se finiamo il primo tempo 2-0, ci spero davvero, magari anche se finiamo 1-0 ce la possiamo ancora fare", invece il gol di Raul (che, mandato via dal Real Madrid, si era rifugiato lì) alla fine del primo tempo uccise definitivamente le speranze. Dopo il pareggio all'inizio della ripresa sperammo almeno di vincere la partita (per passare il turno sarebbero serviti altri 4 gol), invece nel finale prendemmo un altro gol e finì 2-1.

Negli anni successivi rimanemmo a lungo fuori dalla Champions e non siamo mai tornati a quei livelli. Ce la passiamo comunque molto meglio dello Schalke, quest'anno destinato a una retrocessione certa.