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Una volta tanto arrivo al Parco Olimpico un po' in anticipo. Approfitto per dare un'occhiata al negozio ufficiale e confermo la mia impressione iniziale: il merchandising non è gran che, forse il peggiore dei mondiali che ho visto. Scopro adesso che le mascotte sono due: oltre a quella che si vede alo stadio, il porcospino Hero, c'è anche un ape.
Una volta tanto arrivo al Parco Olimpico un po' in anticipo. Approfitto per dare un'occhiata al negozio ufficiale e confermo la mia impressione iniziale: il merchandising non è gran che, forse il peggiore dei mondiali che ho visto. Scopro adesso che le mascotte sono due: oltre a quella che si vede alo stadio, il porcospino Hero, c'è anche un ape.
C'è coda agli ingressi: al ponte 1 gli steward ci dicono di andare al 2 per trovare meno coda. Arrivati al 2 ci dicono di andare al 3, ma a questo punto sono troppo stanco e mi fermo, anche perché il mio settore è fra l'1 e il 2. Sono infatti di nuovo dietro la seconda curva. ma ancora più in basso di ieri (quinta fila). Pensavo non fosse un bel posto, invece scopro che le qualificazioni dell'alto donne si svolgono dal mio lato: non ricordo di aver mai visto alto e asta che si svolgono nello stesso settore. Davanti a me molti membri delle squadre: vedo rappresentanti di Lituania, Svezia, USA, Germania e Croazia. A un certo punto passa anche il dt italiano Locatelli, che cerca una persona (è più anziano di quanto non sembri in foto). Vedo quindi le ragazze in primo piano, soprattutto quando si avvicinano per palare con l'allenatore, ed è quasi sempre un bel vedere. Lo noto sempre ma la magrezza di alcune è veramente impressionante: Gordeeva soprattutto, ma anche la stessa Kuchina (mi perdonerà il marito se non la chiamo col nuovo nome, troppo complicato). Quella che si gira più spesso verso l'allenatore è proprio la nostra Furlani, che sembra molto preoccupata, quasi spaventata. Anche la Trost, che fa coppia quasi fissa con la Beitia, sembra tesa, ma più determinata.
Il risultato sarà un flop per entrambe: non me l'aspettavo dalla Trost, che almeno la finale l'aveva sempre centrata. Affonda anche la Caballero, dalla quale ci si aspettava almeno la semifinale. Giornata quindi ancora più deludente delle altre. Pensare che quando finirono i Mondiali di Mosca, gli ultimi a cui ero stato, non vedevo l'ora che cominciassero i nuovi, sperando che andassero meglio, ma in confronto a questi (almeno finora) quelli erano stati un successo.
In compenso non vedo gran che delle altre gare, a parte la curva dei 200. Del giavellotto, riesco a capire più o meno se un lancio è buono, non la misura esatta. Vetter spara subito 91,20: io mi ero reso conto che era un gran lancio, ma non fino a questo punto. Il triplo lo seguo quasi interamente dallo schermo: gara vivace nei primi tre turni (anche se sono due gare separate, una per i primi due e una per gli altri), poi non succede niente nel quarto e nel quinto e poco nel sesto. Il fatto che si vada a medaglia con 17,19 fa crescere i rimpianti per Donato.
Dopo i 400hs, con la vittoria della seconda americana (dalla voce da bambina), si arriva al clou: la finale dei 200. Il pubblico è tutto per Makwala: nessun altro, a parte i britannici e Bolt, è stato osannato così. parte forte, poi si spegne, così c'è una nuova sorpresa con la vittoria di Guliyev: le gare in cui ha vinto il favorito sono state piuttosto rare finora (anche se il triplo è stata una di queste).
Rientrando in albergo, vedo molta più gente in giro degli altri giorni: qui evidentemente il week-end comincia il giovedì sera. Una ragazza (probabilmente di un addio al nubilato) mi saluta: non capisco il perché, poi scopro che ha visto che sono italiano, per via delle guance dipinte (sì, ce le ho sempre).
In definitiva, da un lato la domanda "perché non vado a vedere la scherma?" si fa più forte, ma dall'altro penso che l'atletica è bella anche senza italiani (e nonostante Coe).
Il risultato sarà un flop per entrambe: non me l'aspettavo dalla Trost, che almeno la finale l'aveva sempre centrata. Affonda anche la Caballero, dalla quale ci si aspettava almeno la semifinale. Giornata quindi ancora più deludente delle altre. Pensare che quando finirono i Mondiali di Mosca, gli ultimi a cui ero stato, non vedevo l'ora che cominciassero i nuovi, sperando che andassero meglio, ma in confronto a questi (almeno finora) quelli erano stati un successo.
In compenso non vedo gran che delle altre gare, a parte la curva dei 200. Del giavellotto, riesco a capire più o meno se un lancio è buono, non la misura esatta. Vetter spara subito 91,20: io mi ero reso conto che era un gran lancio, ma non fino a questo punto. Il triplo lo seguo quasi interamente dallo schermo: gara vivace nei primi tre turni (anche se sono due gare separate, una per i primi due e una per gli altri), poi non succede niente nel quarto e nel quinto e poco nel sesto. Il fatto che si vada a medaglia con 17,19 fa crescere i rimpianti per Donato.
Dopo i 400hs, con la vittoria della seconda americana (dalla voce da bambina), si arriva al clou: la finale dei 200. Il pubblico è tutto per Makwala: nessun altro, a parte i britannici e Bolt, è stato osannato così. parte forte, poi si spegne, così c'è una nuova sorpresa con la vittoria di Guliyev: le gare in cui ha vinto il favorito sono state piuttosto rare finora (anche se il triplo è stata una di queste).
Rientrando in albergo, vedo molta più gente in giro degli altri giorni: qui evidentemente il week-end comincia il giovedì sera. Una ragazza (probabilmente di un addio al nubilato) mi saluta: non capisco il perché, poi scopro che ha visto che sono italiano, per via delle guance dipinte (sì, ce le ho sempre).
In definitiva, da un lato la domanda "perché non vado a vedere la scherma?" si fa più forte, ma dall'altro penso che l'atletica è bella anche senza italiani (e nonostante Coe).
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